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Quel volo a Palermo con l'Elisoccorso

Inchiesta della Procura palermitana sul caso del responsabile del 118, trasportato da Alghero a Palermo dopo un malore

17 febbraio 2015

E' bufera sul malore del direttore del 118 di Palermo, Gaetano Marchese - in vacanza in Sardegna - che si è fatto soccorrere da un velivolo dell'Elisoccorso, con a bordo il personale specializzato, per farsi riportare in Sicilia.
La Procura della Repubblica di Palermo ha deciso di aprire un'inchiesta sul caso. Il procuratore aggiunto Dino Petralia ha ricevuto una nota dei carabinieri che ricostruisce le fasi della vicenda cominciata con un malore nella riviera del Corallo e il ricovero nell'ospedale sardo. Da lì Marchese ha chiesto al 118 siciliano di essere prelevato con un elicottero e trasferito all'Ismett di Palermo.
L'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino "ha disposto un accertamento e una richiesta di chiarimento su quali siano state le ragioni dell'invio del velivolo. Il servizio di elisoccorso dipende dall'assessorato regionale alla salute e dispone di 6 velivoli", ha detto il responsabile della centrale operativa del 118 di Messina e referente regionale per l'emergenza per il ministero della Salute, Bernardo Alagna, a proposito dell'invio del velivolo.

Il diretto interessato con un filo di voce ha detto: "Non sto bene, non ho voglia di parlare delle mie condizioni di salute. Il 16 gennaio ho subito un delicato intervento di cardiochirurgia all'Ismett. Sono un miracolato". Marchese, nonostante sia ancora ricoverato in una clinica privata del capoluogo siciliano, ha voluto raccontare la propria versione dei fatti. "I voli extraregionali sono autorizzati direttamente dal direttore di centrale o tramite l'assessorato regionale in particolar modo quelli con destinazione Ismett. Lo prevede il capitolato tecnico d'appalto sottoscritto tra la Regione e la Inaer Aviation Italia che si è aggiudicata la gara. Lo abbiamo fatto tante volte con le regioni limitrofe anche con nazioni vicine come con la Tunisia" ha aggiunto. "Ho chiesto l'intervento dell'Ismett perché nell'ospedale di Alghero dove ero stato trasferito solo dopo tre ore dal mio arrivo mi è stata fatta una Tac. Esame che avevo richiesto sin dal mio arrivo attorno alle 00.30 - ha aggiunto Marchese - Avevo subito compreso che il mio caso era stato sottovalutato dall'equipe di Alghero. Io non avevo un aunerisma, ma una dissecazione aortica. Ogni ora che trascorrevo ad Alghero rischiavo di morire. Avevo compreso tutti i sintomi visto che appena 20 giorni prima improvvisamente anche mia madre ha avuto la stessa patologia".
"Mi avevano proposto - ha concluso Marchese - di andare all'ospedale di Sassari, ma visto che si era perso già tempo prezioso e pensando di dovere essere trasferito a Cagliari, con tempi di trasferimento di oltre tre ore in ambulanza, avevo chiesto e ottenuto il trasferimento all'Ismett di Palermo. Nessun abuso è stato compiuto e tutto nel rispetto delle regole. Ho solo da medico tutelato la mia salute come quella dai tanti pazienti trasportati e salvati dal 118. Io sono ricoverato in cardiologia da un mese. Non volevo neppure parlarne, sono cose mie private. Ma assicuro sin da adesso che tutelerò la mia immagine in tutte le sedi opportune".

La tesi di Marchese però è duramente sconfessata dall'assessore alla Salute della Sardegna, Luigi Arru, che attribuisce a una scelta personale del medico il rientro in Sicilia: "I soccorsi prestati al direttore del 118 di Palermo Gaetano Marchese sono stati corretti, prestati tempestivamente e conclusi con una diagnosi chiara, che imponeva la necessità di essere immediatamente sottoposto a un intervento chirurgico d'urgenza. La decisione di tornare in Sicilia è pertanto solo e soltanto una scelta personale del paziente, non certo attribuibile a carenze o mancanze da parte del nostro sistema sanitario".
Arru ha ricostruito la vicenda che ha coinvolto il direttore del 118 palermitano partendo dalla relazione della Asl 1 di Sassari, e ha assicurato che non ci sono stati ritardi e che la diagnosi, contrariamente a quanto sostiene Marchese, è stata assolutamente corretta."Gli è stato consigliato - ha sottolineato ancora l'assessore sulla base della relazione della Asl - di entrare immediatamente in sala operatoria a Sassari, dove tutto era già pronto. Ma Il dottor Marchese ha scelto di tornare in Sicilia, perdendo ore preziose visto che è stato operato solo sei ore più tardi. Ora sostiene che la dissecazione non gli sia stata riconosciuta e che perciò ha ritenuto di non farsi operare a Sassari ne a Cagliari: ma - ha chiarito infine Arru - quella diagnosi è scritta nero su bianco, così come tutti gli orari sono registrati elettronicamente".

Ma la polemica non si arrestata al botta e risposta, se così possiamo dire, tra Marchese e l’assessore Arru. "Qualche giorno fa ci hanno spiegato che una neonata è morta dopo tre ore di vita perché mancavano i posti nelle Unità di terapia intensive prenatale degli ospedali di Catania. Oggi veniamo a sapere che un elisoccorso salva la vita del direttore della Centrale operativa del 118 di Palermo, partendo all'alba dalla Sicilia verso la Sardegna. Auguriamo al dirigente del 118 di guarire presto, ma nello stesso tempo non possiamo non pensare a quanti cittadini non hanno potuto accedere alle cure necessarie in maniera tempestiva per la propria sopravvivenza perché magari non in posizioni apicali". Sono queste le parole del presidente della Commissione Affari sociali e sanità di Montecitorio, Pierpaolo Vargiu, che sulla vicenda ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "In Sicilia, come in tantissime altre regioni, ci sono due sanità diverse. Un sistema sanitario che funziona per davvero - ha concluso Vargiu - garantisce il diritto alla salute di tutti, soprattutto dei più deboli".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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17 febbraio 2015
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