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Quell'amicizia imbarazzante...

La denuncia del Fatto Quotidiano: "Berlusconi chiese la morte di Gheddafi"

13 giugno 2013

Nella sua ultima conferenza stampa di fine anno da premier in carica, il 23 dicembre del 2010, Silvio Berlusconi non ebbe problemi a dichiararsi apertamente "amico" di Gheddafi, Mubarak e Ben Ali. Pochi mesi dopo, però, sarebbero esplose le diverse primavere arabe e l'Italia si sarebbe schierata al fianco della Nato nell'intervento militare in Libia.
In quell'occasione, denuncia il Fatto Quotidiano nella sua prima pagina di oggi, il Cavaliere avrebbe avanzato ai servizi segreti italiani allora guidati da Gianni De Gennaro la richiesta di "far fuori" Gheddafi.
Una rivelazione che il giornale di Padellaro e Travaglio attribuisce "una fonte diplomatica autorevole vicina agli ambienti della sicurezza". Ma che subito dagli ambienti del Pdl viene bollata come un'"infamia" non credibile.

Ma perché Berlusconi avrebbe voluto la morte del suo "amico", di cui fu più volte ospite in Libia e che a sua volta ospitò in pompa magna a Roma concedendogli pure di insediare un vero e proprio accampamento con tenda berbera nel parco di Villa Pamphili?
Secondo il quotidiano l'obiettivo del leader del Pdl, in una fase in cui vacillava la sua autorevolezza sul piano internazionale, era sganciarsi in ogni modo netto dall'amicizia con il Colonnello. E il modo più drastico poteva essere appunto l'eliminazione del Rais. Per avvalorare la tesi vengono citate alcune inchieste giornalistiche - tra cui pezzi di Le Monde, del Giornale e del Corriere - che ipotizzavano un ruolo dell'intelligence dei Paesi della coalizione occidentale nella scelta di uccidere Gheddafi appena catturato, anziché consegnarlo alla giustizia internazionale e sottoporlo a processo. Si parla anche di un ruolo dell'allora presidente francese Nicolas Sarkozy, a sua volta definito come desideroso di recidere i legami con il leader libico.

"La pretesa ricostruzione del Fatto Quotidiano è totalmente falsa, incredibile, assurda, inaccettabile - tuona il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti -. Ma come si può sostenere che il Presidente Berlusconi abbia soltanto pensato a un'infamia del genere?". [Fonte: Corriere.it]

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13 giugno 2013
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