Quell'enorme nube di fumo nero nell'aria di Milazzo
Apprensione tra i residenti, ma il gestore dell'impianto continua a dire che va tutto bene
Ancora oggi una fitta nube di fumo nero continuava a diffondersi nell’aria di Milazzo dal deposito della Raffineria Mediterranea andato a fuoco venerdì notte. Parliamo di un milione di litri di carburante andanti in fumo.
Eppure, l'Arpa Sicilia, dopo aver eseguito i primi rilievi, ha affermato che non c'è pericolo per l'ambiente, mentre l’addetto alle comunicazioni dell’industria petrolifera, Luca Franceschini, ha diffuso un comunicato in cui si precisa che "in merito all’evento di venerdì notte la Società desidera informare che la situazione continua ad essere presidiata dalle squadre di intervento della Raffineria e dei Vigili del fuoco. Il fatto che a livello visivo si registri una fuoriuscita di fumo costituisce un fenomeno dovuto al normale processo di estinzione degli ultimi materiali presenti sul fondo del serbatoio. La situazione comunque non desta preoccupazione".
Tuttavia, Pippo Isgrò, professore di Teoria e tecnica di trasporti marittimi, ritiene che il combustibile bruciato, la Virgin nafta, rientri tra gli "idrocarburi pericolosi". "A Milazzo il fumo nero - ha spiegato Isgrò - sta interessando ampie aree a ridosso della raffineria, ma anche zone a media e lunga distanza dall'esplosione. I danni latenti gravi e devastanti a persone, ai terreni agricoli e alle innumerevoli coltivazioni, interessano anche le acque marine e la fauna ittica, e al momento non sono quantificabili. Gli effetti del disastro si vedranno nel medio e lungo termine, quando i fumi e i vapori propagati nell'atmosfera, sia per effetto del calore sia dell'azione dei venti, avranno arrecato danni ambientali e alla salute degli abitanti. Faccio un appello ai sindacati, agli amministratori dei comuni interessati dal disastro ambientale e ai parlamentari nazionali e regionali affinché mettano fine allo scempio del territorio".
Le emissioni di fumo nero destano apprensione nei residenti che hanno annunciato per sabato una manifestazione. Il portavoce dei Verdi di Milazzo, Giuseppe Marano, presenterà una denuncia. Cgil, Cisl e Uil di Messina, in una nota inviata al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, puntano il dito contro la carenza di personale dei vigili del fuoco nel territorio provinciale di Messina. "Questo grave episodio, che si aggiunge alle alluvioni degli scorsi anni a Giampilieri, Scaletta Zanclea e Saponara, e ai dissesti idrogeologici avvenuti nei comuni di San Fratello, Caronia e Castell'Umberto, obbliga le autorità a mettere in atto tutte le possibili soluzioni affinché il comando provinciale Vigili del fuoco possa avvalersi di un organico confacente alle necessità del territorio".
I deputati del Movimento 5 stelle, nazionali ed europei, Tommaso Currò, Francesco D'Uva e Alessio Villarosa chiedono alle istituzioni interventi immediati. "Il prefetto e il sindaco dovrebbero valutare concretamente l'ipotesi di un'evacuazione delle abitazioni in prossimità della raffineria". "L'emergenza dell'esplosione - dicono - va affrontata subito. Abbiamo chiesto un incontro il prima possibile al ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti e ci aspettiamo che risponda al più presto. La situazione non consente di tergiversare. In questa fase la cosa più importante è salvaguardare la salute dei cittadini dell'area circostante. L'impianto infatti continua a emanare ampie volute di fumo nero, a dimostrazione che l'allarme non è rientrato".
Intanto la procura di Barcellona Pozzo di Gotto dovrà indagare per capire le cause dell’incendio. Il sostituto procuratore Francesco Massara ha nominato un pool di investigatori presieduto dal comandante del porto, capitano di fregata Matteo Lo Presti e formato da carabinieri, Arpa e dall’unità operativa complessa di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Asp di Messina. Il magistrato ha nominato come consulente tecnico d’ufficio un ingegnere, esperto in progettazione di impianti petroliferi. Confermato per giovedì prossimo l’incontro in Prefettura con tutti i sindaci del comprensorio per consentire al Prefetto di raccogliere i suggerimenti dei primi cittadini che, già nel primo incontro al comune di Milazzo hanno evidenziato numerose disfunzioni sull’apparato organizzativo, sull’informazione e sulla comunicazione da parte di tutti.