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Quell'insostenibile tentazione...

Ritorna il vecchio teatrino politico tra leggi ad personam e duri attacchi ai magistrati

18 giugno 2008

AGGIORNAMENTO
L'aula del Senato nella seduta di questa mattina ha approvato la norma che introduce la sospensione dei processi penali relativi a fatti commessi entro il 30 giugno 2002. Una misura ribattezzata 'Salva Premier'. L'emendamento è stato inserito nel decreto sicurezza in esame al Senato.
I senatori dell'opposizione hanno chiesto che la proposta di modifica tornasse in Commissione. Richiesta respinta dal presidente di Palazzo Madama Renato Schifani che ha richiamato le decisioni della conferenza dei Capigruppo la quale ha previsto che entro la seduta di oggi, cioè entro le 20.30, l'Assemblea voti gli emendamenti riferiti al provvedimento. Quindi, alla votazione sulla proposta di sospensione dei processi penali, non hanno partecipato i gruppi Pd e Idv. "Abbiamo deciso di marcare così il nostro dissenso", ha spiegato Nicola Latorre, vicepresidente del gruppo Pd.
L'Aula ha approvato anche l'altro contestato emendamento a firma Berselli-Vizzini che impone al giudice di assegnare precedenza assoluta ai procedimenti relativi ai delitti più gravi e tali da provocare maggiore allarme sociale. [Adnkronos]
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All'inizio sembrava che le cose stessero veramente cambiando, anzi, già prima dell'inizio, già durante la campagna elettorale ci si meravigliava di quanto fair play ed amabile voglia di dialogo intercorreva tra Pdl e PD. "I tempi sono veramente difficile e l'Italia e gli Italiani hanno bisogno di persone che facciano veramente politica, e non gruppi litigiosi incapaci di mandare avanti la barca", dicevano. Meravigliava anche il fare del Cavaliere, pragmatico come al solito ma senza uscite stravaganti e promesse da un milione di nonsocché, addirittura pacato e intriso di realismo, capace di dire frasi del tipo "bisognerà fare pagare le tasse a tutti così da poterne pagare tutti un po' meno". Insomma, sembrava veramente che dall'orizzonte soffiasse un vento nuovo.
Fatto il governo - un governo deciso e determinato, senza alcuna intenzione di perdere tempo -, si è avuta la possibilità di cominciare a nutrire qualche perplessità: annunci megalomani, decisioni avventate, qualche promessa un po' campata in aria, insomma, correnti di vento opposte e trasversali hanno cominciato far respirare la vecchia aria. Il culmine è arrivato nei giorni scorsi, quando tra dl, ddl ed emendamenti vari è spuntata quella che a molti è sembrata una nuova "legge ad personam"...    
Lunedì scorso, infatti, in commissione Giustizia di Palazzo Madama è approdata la cosiddetta norma 'Salva-Premier'. I relatori Carlo Vizzini e Filippo Berselli hanno infatti presentato i due emendamenti al decreto legge sulla sicurezza che potrebbero essere propedeutici a una sospensione delle azioni giudiziarie che riguardano, tra gli altri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi , e aprirebbero di fatto la strada allo slittamento del processo milanese Berlusconi-Mills che vede coinvolto il Cavaliere. In particolare, è prevista la sospensione per un anno dei processi penali per fatti commessi fino al 30 giugno 2002 e riguardanti delitti di non rilevante gravità, cioè con pene detentive inferiori ai 10 anni in svolgimento e compresi tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado.

Ecco, quell'insostenibile tentazione di farsi un po' i cazzi propri e sistemare i propri problemucci, sembra abbia acchiappato nuovamente il Cavaliere. Un idea venuta anche all'opposizione che contro la 'Salva-Premier' si è sollevata senza cercare amabilmente alcun dialogo.
Di "ennesima norma ad personam che prevede una sospensione generalizzata di tutti i processi, cominciando da quelli che vedono imputato il premier" ha parlato il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia, che non ha usato mezzi termini: "E' la prova che il perenne conflitto di interessi giudiziario del presidente del Consiglio connota ancora la politica della giustizia della maggioranza, che a parole declama interventi decisi in materia di sicurezza, e nei fatti persegue la necessità di garantire soluzione a problemi che riguardano singoli processi, anche a scapito dell'efficienza della macchina della giustizia e dell'effettività della pena". Le parole di Tenaglia vanno all'unisono con quelle del senatore Felice Belisario, presidente del gruppo 'Italia dei Valori' al Senato: "Il lupo perde il pelo ma non il vizio e se ne frega dello stato di diritto - accusa il senatore - Sembra che la parola d'ordine sia sempre la stessa: soddisfare gli interessi personali del presidente del Consiglio". "L'altra settimana - ha aggiunto - ci sono volute ben due ore per correggere un banale 'refuso' sulle intercettazioni, oggi l'obiettivo è bloccare la sentenza del processo Mills. L'emendamento 'salva-premier' farà poi da apripista per far rientrare dalla finestra quello che già nel 2004 era uscito dalla porta: il cosiddetto 'Lodo Schifani', già dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale perché "viola gli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 24 (diritto di difesa) della Costituzione".

Appunto, il 'Lodo Schifani' che è tra quegli "strappi", citati da Walter Veltroni , che "strappano anche il dialogo" con il governo, ormai appeso a un filo. "Se si vogliono introdurre certe 'normette' così di nascosto, è bene sapere che, con me, cose del genere non passano - ha detto chiaramente il segretario del Pd - Io preferisco le cose fatte alla luce del sole e sono davvero stupito dalla protervia con cui si introducono cose del genere in modo del tutto surrettizio".

Se per l'opposizione con la 'Salva-premier' è finito il tempo del dialogo, per Berlusconi l'impennata della parte opposta è la solita smania persecutoria contro la sua persona, come dire la solita "persecutio ad personam". "L'emendamento al dl sicurezza presentato dai relatori Berselli e Vizzini - ha quindi scritto il premier al presidente del Senato, Renato Schifani - è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività, che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti".
"Proporrò al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull'emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato", ha affermato il presidente del Consiglio. "Come le è noto i relatori senatori Berselli e Vizzini hanno presentato al cosiddetto 'decreto sicurezza' un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale - ha scritto ancora Berlusconi - In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell'Autorità giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato". "Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali".

Il premier ha poi sottolineando: "Ancora una volta, secondo l'opposizione l'emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche a un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale".
Con riferimento poi al procedimento Mills, quello indicato dall'opposizione come 'beneficiario' dell'emendamento al decreto sicurezza, "i miei legali - ha aggiunto Berlusconi - mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile a uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica". "Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell'ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch'esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria". Infine il presidente del Consiglio ha concluso dicendo: "Mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l'onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l'altro oggi si troverebbe a poter disapplicare".

Detto. Fatto.
Ieri mattina i legali di Silvio Berlusconi hanno presentato in Corte d'Appello l'istanza di ricusazione del giudice Nicoletta Gandus, presidente del collegio della X sezione penale del Tribunale di Milano, giudice che è chiamato a decidere sul processo in cui Berlusconi e il legale inglese David Mills, accusati di concorso in corruzione in atti giudiziari.
A detta dei legali del premier, la richiesta è stata avanzata dopo alcune dichiarazioni e scritti del giudice Gandus che, secondo la difesa di Berlusconi, non è "disinteressata all'esito dell'odierno processo". Nell'istanza di ricusazione, gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, chiedono che venga riconosciuto "che le reiterate manifestazioni di pensiero della dottoressa Gandus appalesano una 'inimicizia grave' nei confronti dell'imputato Berlusconi", visto come "conclamato avversario politico, nella giustizia, negli assetti costituzionali del Paese, nelle questioni morali, nella politica estera". Un concetto che secondo i legali legittima "sia la richiesta di astensione, sia la dichiarazione di ricusazione". Per i legali "se un giudice nutre personalmente profondo astio nei confronti di una parte del processo, ha l'obbligo di astenersi". Certo, dicono gli avvocati, "non vi è dubbio che ciascuno possa esprimere liberamente le proprie opinioni politiche sulle leggi, ma poi non dovrebbe poter giudicare colui che tali leggi ha formalmente voluto, perché la sua terzietà appare irrimediabilmente compromessa". Inoltre, nell'istanza di ricusazione si sottolinea come il giudice Gandus "appaia tra i soggetti potenzialmente danneggiati nel processo collegato, da cui nasce il presente processo, avendo posseduto azioni Mediaset ed essendo quindi fra quei soggetti che potenzialmente avrebbero potuto costituirsi parte civile anche nei confronti dell'onorevole Berlusconi".

Ecco allora, rispuntare tutti gli elementi per rimettere in piedi le vecchie farse e i vecchi teatrini: "leggi ad personam"; accuse dall'opposizione; la maggioranza che parla di "solita mania persecutoria" nei confronti di Berlusconi; Berlusconi che punta il dito contro i "magistrati sovietici"; i magistrati che...
In difesa dei giudici di Milano si è schierata l'Associazione nazionale magistrati: "Chi governa il Paese non può denigrare e delegittimare i giudici e l'istituzione giudiziaria quando è in discussione la sua posizione personale", hanno affermato i magistrati.
L'Anm sottolinea che "in uno Stato democratico ogni imputato può difendersi con tutti gli strumenti del diritto e con la critica pubblica; ma chi governa il Paese non può denigrare i giudici".
Il presidente del sindacato delle toghe Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini hanno espresso "piena solidarietà e sostegno ai magistrati oggetto di invettive tanto veementi quanto ingiustificate. Questi comportamenti - prosegue l'Anm - rischiano di minare alla radice la credibilità delle istituzioni e di compromettere il delicato equilibrio tra funzioni e poteri dello Stato democratico di diritto''. ''Chiediamo alla politica e al governo - concludono i vertici dell'Anm - di non imboccare questa strada, di rispettare l'indipendente esercizio della giurisdizione nello spirito di un confronto sui temi della giustizia franco ed aperto e per ciò capace di individuare proposte e soluzioni efficaci per il funzionamento della giustizia italiana".
A "scendere in campo" anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Manlio Minale, che ha respinto con forza "le illazioni" contenute nella lettera inviata dal presidente del Consiglio al presidente del Senato nella quale, illustrando le ragioni dell'emendamento al decreto legge sulla sicurezza proposto dai senatori Bertelli e Vizzini, si parla di "stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici" facendo riferimento al processo Berlusconi-Mills. Minale ha sottolineato come il procedimento per corruzione in atti giudiziari nei confronti di Silvio Berlusconi e del legale inglese David Mills è stato iscritto a seguito di precise dichiarazioni rese dallo stesso avvocato. "Le indagini - ha concluso Minale - sono state condotte nel più assoluto rispetto delle garanzie della difesa e nell'esclusiva ottica dell'accertamento della verità".

[Articolo di F.M. - Informazioni tratte da Adnkronos.com]

- Salva-premier, stop ai processi G8 (Repubblica.it)

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18 giugno 2008
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