Quella casa a Montecarlo...
I documenti forniti al ministro Frattini dal governo di Santa Lucia sono autentici, ma per la Procura di Roma...
Ieri, il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al Senato, ha dichiarato che i documenti fornitigli dallo stato caraibico di Santa Lucia sulla casa di Montecarlo sono autentici e ha invitato la Procura di Roma a valutare i fatti.
"Alcune settimane fa - ha detto Frattini in aula - ho ottenuto risposta dalle autorità di Saint Lucia che me ne hanno certificato l'autenticità per la veridicità dei dati contenuti in questi documenti. Il documento è stato messo a disposizione della Procura di Roma, io non posso dire nulla sul suo contenuto". Il riferimento diretto è alle informazioni ricevute dal primo ministro di Santa Lucia in relazione alla compravendita dell'appartemento di Montecarlo la cui proprietà è stata attribuita a Giancarlo Tulliani, il cognato del presidente della Camera Gianfranco Fini.
L'intervento del capo della Farnesina a palazzo Madama è arrivato dopo una discussione aspra tra maggioranza e opposizione sull'opportunità dell'iniziativa del ministro. Dubbi, espressi da Terzo Polo e Pd, ai quali Frattini ha risposto così: "Essenziale prima del merito una precisazione sul metodo". "Il ministro degli Esteri - ha precisato Frattini - non si 'scomoda' mai quando viene in Parlamento ma fa, semplicemente, il proprio dovere. E viene in Parlamento quando al Parlamento viene chiamato, non quando lo decide il governo, che non può né deve decidere se, e dove, essere ascoltato, se in commissione o in Aula".
A chiedere formalmente la presenza di Frattini in Aula per fare il punto sulla vicenda delle carte di Santa Lucia era stata un'interrogazione urgente del senatore Luigi Compagna del Pdl.
Le parole del ministro erano rivolte in particolare alla presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro, ma quest'ultima non le ha ascoltate in quanto tutto il gruppo del Pd, così come avevano già fatto i rappresentati dell'Api, ha abbandonato insieme a quello dell'Idv l'Aula del Senato in segno di protesta mentre Frattini prendeva la parola. "Non è possibile - aveva denunciato la Finocchiaro - piegare la presenza del governo in Aula a una necessità politica del tutto insignificante. Non è possibile che il ministro venga convocato e l'interrogazione venga messa subito all'ordine del giorno mentre decine di centinaia, non so se migliaia di atti di sindacato ispettivo giacciono dimenticati".
Italo Bocchino, tra i gli animatori più fervidi di Futuro e Libertà, ha detto: "Silvio Berlusconi è il mandante di questa azione di dossieraggio, il manovale è Valter Lavitola". Dossieraggio ad orologeria, messo in atto "al solo scopo di distrarre l'opinione pubblica da quanto sta emergendo dalle inchieste di Milano" sul caso Ruby, ha aggiunto il capogruppo di Fli alla Camera. Una vicenda "inquietante di sesso, di soldi e di appartamenti e i commenti delle interessati, a cominciare dalla Minetti, lasciano sgomenti. Parliamo anche di chili di cocaina, non di grammi, ma di chili, quantità da narcotrafficanti trovato in appartamenti" riconducibili al premier. E ancora: Frattini è inadeguato a ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri, "ha infangato il ruolo e il prestigio della diplomazia italiana per la sua debolezza che non gli ha consentito di dire no a Silvio Berlusconi". E dovrà risponderne davanti ai giudici. Infine, se c'è qualcuno che deve dimettersi, è Schifani, dice ancora Bocchino: il presidente del Senato "ha dimostrato di non essere imparziale e che si è prestato ad un'operazione di dossieraggio in sede istituzionale". Dai finiani sono arrivate anche dure polemiche nei confronti del ministro degli Esteri. E Andrea Ronchi ha definito quella di Frattini "la più brutta pagina della storia della Repubblica".
Infine Giuseppe Consolo, deputato di Fli e legale Fini, ospite a 'Porta a Porta', tira fuori le carte: "Vi do una notizia per chi ha a cuore la verità: la casa di Montecarlo non è del signor Giancarlo Tulliani. Abbiamo qui le carte, le ho portate". "Tulliani - ha rimarcato il legale di Fini - è beneficiario dell'immobile di Montecarlo in quanto è inquilino che paga un regolare affitto. Se fosse stato il proprietario - ha concluso Consolo - non avrebbe pagato l'affitto e sarebbe stata un'altra cosa".
La linea del Pdl è rimasta improntata alla massima durezza: "Troviamo veramente incredibile che Fli, anzichè apprezzare la misura e l'approccio istituzionale con cui il ministro Frattini, a cui esprimiamo la nostra piena vicinanza e solidarietà, ha risposto doverosamente a un'interrogazione parlamentare, cerchi come nelle peggiori tradizioni dei nemici giurati di Berlusconi, di adire improvvidamente la scorciatoia giudiziaria, che è peraltro proprio preclusa dalla evidenza dei fatti". Nella nota del Popolo della libertà si parla di "inutile e disperato tentativo di depistaggio da parte del Fli che assume anzi un tono pateticamente minaccioso con uno stile che sarebbe facile aggettivare nel peggiore dei modi".
Poi l'affondo: "L'opinione pubblica, sulla questione Montecarlo, attende non schermaglie giudiziarie ma risposte politiche. Dica Fini se intende tenere fede alla sua promessa di dimissioni, la casa è del cognato, la prova ora c'è".
A stretto giro la contropreplica dei finiani. "Non meritano risposta, se non quella degli italiani. Anzichè preparare dossier nel tentativo di intimidire, Berlusconi abbia la dignità di dimettersi per consentire agli italiani di pronunciarsi sulle tonnellate di fango che lo riguardano". Di più. Per i luogotenenti di Fli agli attacchi provenienti dal Pdl costituiscono un vero e proprio "pericolo per la democrazia, daremo risposte in ogni sede in nome della legalità repubblicana".
Intanto, si è appreso poco fa che la Procura della Repubblica di Roma ha ribadito la richiesta di archiviazione per quanto riguarda la casa di Montecarlo abitata da Giancarlo Tulliani anche alla luce dei documenti che nei giorni scorsi sono stati trasmessi al ministero degli Affari esteri e da questi alla Procura della Repubblica di Roma dal governo di Santa Lucia. Il contenuto degli atti circa la titolarità delle società off-shore che si sono succedute nella proprietà dell'immobile di Montercarlo ereditato da An nel 1999 "appare del tutto irrilevante circa il 'thema decidendum'".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Repubblica.it]