Quella in Cina è una fine del mondo
Quasi 70mila i morti e decine di migliaia i dispersi. Sospesa la ''politica del figlio unico''
Sono più di 69.000 i morti contati fino ad ora, vittime della terribile serie di terremoti, che dal 12 maggio scorso devastano la regione cinese dello Sichuan. Un bilancio apocalittico eppure ancora provvisorio. Ad annunciarlo in questi giorni è stato un portavoce del governo centrale, Guo Weimin. Il numero dei dispersi si agira intorno ai 21.000. Sommando le due cifre, si supera largamente la previsione di circa ottantamila vittime complessive, ipotizzata la scorsa settimana dal premier Wen Jiabao. Le cifre dei morti e dei dispersi, comunque, seppur ufficiali restano assolutamente approssimativi.
Nella contea di Beichuan almeno un altro milione e 300 mila abitanti saranno costretti a lasciare le proprie case, per via della probabile esondazione del lago creato lungo il corso del fiume Jianhe, nella provincia sud-occidentale cinese del Sichuan, da frane e continui smottamenti provocati dai terremoti.
Alla luce di questo immane dramma il regime cinese ha deciso di sospendere parzialmente l'applicazione della normativa che impone alle famiglie di avere un solo figlio, introducendo eccezioni a favore dei terremotati che, in conseguenza del disastroso sisma del 12 maggio scorso nel sud-ovest del Paese, il loro unico bambino, maschio o femmina, lo hanno perso: potranno averne dunque un altro, a condizione che presentino formale domanda.
La notizia è stata riferita dal quotidiano in lingua inglese 'Chengdu Evening', pubblicato appunto a Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, la più colpita dalla catastrofe; il giornale ha precisato che il provvedimento non modifica la controversa politica governativa detta del 'figlio unico', varata per fare fronte al rischio dell'eccessivo incremento demogafico nella Repubblica Popolare: introduce semplicemente una serie di chiarimenti sull'attuazione della legislazione già in vigore.
La regola-base consente in genere una sola nascita nelle famiglie che risiedano in aree urbane, mentre per quelle insediate nelle zone rurali ne è ammessa una seconda, se il primogenito è femmina.
- "Cina, rabbia dopo il terremoto i boss del regime in ginocchio" di Federico Rampini