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Quella nave che nessuno vuole

Un nuovo durissimo scontro tra Malta e Italia, legato all'emergenza immigrazione

18 aprile 2009

Un barcone con circa 300 migranti è stato intercettato stamane a 30 miglia dalle coste Ragusane. L'imbarcazione è stata scortata verso il porto di Pozzallo da quattro motovedette, due dalla Guardia Costiera e due dalla Guardia di Finanza. A segnalare la presenza della carretta è stata la centrale operativa della marina maltese.
È invece ancora fermo a 25 miglia a sud di Lampedusa, al limite delle acque territoriali italiane, il mercantile Pinar, che due giorni fa ha soccorso 154 migranti nel canale di Sicilia.

La nave porta container è al centro di un braccio di ferro diplomatico tra Malta e l'Italia sulla destinazione finale dei profughi. La Pinar, che batte bandiera panamense ed è di proprietà di un armatore turco, era diretta nel porto tunisino di Sfax.
Quando ha soccorso i due barconi il cargo era in acque di competenza maltese, ma le autorità della Valletta, che coordinano le operazioni, hanno indicato al comandante di fare rotta verso il porto più vicino, cioè Lampedusa, e non su Malta. Il mercantile è rimasto così al limite delle acque territoriali, in attesa di un'autorizzazione.
La disposizione è stata però contestata dal Viminale: secondo il ministro dell'Interno Roberto Maroni, infatti, "in molti casi Malta scarica sull'Italia l'intervento di soccorso alle carrette del mare".
Critiche definite "inaccettabili" dal ministro dell'Interno maltese Carmelo Mifsud Bonnici, che ha replicato: "Non possiamo accettare immigrati che vengono soccorsi in prossimità delle coste italiane"

Di fronte alla grave emergenza umanitaria verificatasi a bordo del mercantil, il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha impartito già ieri istruzioni all'Ambasciatore italiano a Malta, Andrea Trabalza, di "compiere passi al massimo livello per sollecitare un adeguato intervento da parte delle Autorità della Valletta". Frattini ha allo stesso tempo rivolto all'Unione Europea un pressante appello affinchè l'Agenzia Europea per la gestione ed il controllo delle frontiere esterne (Frontex) assolva con la necessaria rapidità ed efficacia agli impegni che le sono propri, e - fa sapere ancora la Farnesina - "assicuri una soluzione urgente ad una dolorosa questione che non può che travalicare l'ambito bilaterale italo-maltese, e piuttosto investe in pieno le competenze e le responsabilità dell'intera Unione".

"La situazione è tragica. Ci servono coperte e acqua non potabile: le cisterne sono ormai vuote" ha fatto sapere Baris Erdogdu, l'armatore del mercantile turco. Tra i migranti vi sono 37 donne, due incinte, e una quarantina di minori. A bordo si trova anche il corpo senza vita che era sul barcone - si tratta di una donna incinta - e che è stato sistemato su una scialuppa.
Gli extracomunitari si trovano sul ponte del mercantile, perchè le stive sono piene di grano, e quindi non sono al riparo dal vento e dalle intemperie.
Parlando via radio col comandante della nave l'armatore ha saputo che vi sono una quarantina di persone che stanno molto male. Già ieri un elicottero della Guardia costiera, con a bordo un medico, è stato inviato sul Pinar, e oggi sulla nave è giunta l'equipe medica, partita da Catania con un elicottero, che visiterà nuovamente i migranti.

La vicenda della Pinar presenta numerose analogie con quella della Cap Anamur, la nave dell'omonima associazione umanitaria tedesca, impegnata nell'assistenza sanitaria in zone di guerra.
Il 20 giugno 2004 la Cap Anamur avvistò 37 migranti su un gommone alla deriva tra la Libia e l'isola di Lampedusa, in acque internazionali. La nave chiese il permesso di attraccare a Porto Empedocle, che fu però accordato soltanto 21 giorni dopo. Il governo italiano contestava infatti alla Cap Anamur di essere entrata in acque maltesi e sollecitava il trasferimento degli immigrati a Malta. Inoltre delegava alla Germania la responsabilità dei profughi, essendo la nave di nazionalità tedesca.
Dopo estenuanti trattative, finalmente venne concesso di attraccare a Porto Empedocle. Ma, al momento dell'arrivo, il comandante della Cap Anamur, il primo ufficiale e il presidente dell'associazione vennero arrestati con l'accusa di "favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina". La nave fu posta immediatamente sotto sequestro e venne restituita all'associazione, sotto pagamento di una cauzione, solo il 28 febbraio del 2005. In seguito è stata venduta. I 37 migranti, subito dopo lo sbarco, vennero trasferiti verso alcuni Cpt: 30 di loro furono rimpatriati in Ghana e 5 in Nigeria. [Informazioni tratte da La Siciliaweb.it]

Alcuni articoli di Guidasicilia.it riguardanti il caso della Cap Anamur:
- Umanità vs Diplomazia? (Guidasicilia.it, 08/07/04)
- No Man's Lands (Guidasicilia.it, 10/07/04)
- La Cap Anamur è attraccata! (Guidasicilia.it, 12/07/04)
- Uno schiaffo all'umanità (Guidasicilia.it, 13/07/04)
- I fatti della Cap Anamur diventano un caso diplomatico (Guidasicilia.it, 15/07/04)
- Odissee tragiche (Guidasicilia.it, 05/07/06)

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18 aprile 2009
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