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Quelle colpevoli strutture sanitarie

Tre le strutture operatorie siciliane da chiudere, secondo l'assessorato regionale alla Sanità

25 gennaio 2006

Sono tre le sale operatorie finite nella 'black list' delle strutture sanitarie siciliane ''a rischio''. Per queste l'assessore regionale alla Sanità, Giovanni Pistorio, sulla base della relazione degli ispettori e dei risultati della Commissione per la sicurezza del paziente - istituita dopo una serie di ''presunti casi di malasanità'' in Sicilia -, ha ordinato l'immediata sospensione dell'attività .

Sono la casa di cura San Francesco di Catania e la Sant'Anna di Erice (Trapani), entrambe private, e il presidio ospedaliero Abele Aiello di Mazara del Vallo, sempre nel Trapanese. Nei confronti di quest'ultimo ospedale c'era già stato un provvedimento di sospensione dell'attività disposto il 5 ottobre scorso dal direttore generale della ASL di Trapani.
L'assessore Pistorio ha invece diffidato ad adempiere a una serie di prescrizioni le sale operatorie dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, l'ospedale Civile di Partinico (Pa), il Presidio ospedaliero di Salemi (Tp), la sala operatoria ortopedica dell'ospedale Piemonte di Messina e la Casa di Cura Lucina di Catania. Le strutture dovranno eseguire le indicazioni imposte, dall'assessorato regionale alla Sanità. Per l'adeguamento sono stati dati da 15 a 30 giorni. La diffida non implica la sospensione dell'attività delle sale operatorie.

Entrando nel particolare, l'assessore Pistorio ha spiegato che la casa di cura Sant'Anna di Erice è stata chiusa per le ''carenti condizioni strutturali''. ''E' capitato anche - ha spiegato - che i medici operavano in sala operatoria con le pareti scrostate e pezzi di calce che cadevano proprio in sala operatoria''. La casa di cura San Francesco di Catania è invece una struttura molto vecchia che presenta numerose carenze nel complesso. Per quanto riguarda la sala operatoria del primo piano dell'ospedale di Mazara del Vallo (Trapani) ''sono stati riscontrati - ha detto Pistorio - limiti strutturali che non consentivano il prosieguo dell'attività''. ''In realtà - ha sottolineato ancora l'assessore - abbiamo soltanto confermato il provvedimento di chiusura che era già stato disposto lo scorso 5 ottobre dal direttore generale della Ausl provinciale di Trapani''. Quello che adesso l'assessore tenterà di accertare è come mai dallo scorso 5 ottobre ad oggi, malgrado il provvedimento di sospensione, si è continuata l'attività operatoria all'Abele Aiello.
Per quanto riguarda le 5 strutture deferite dall'assessorato, ''si tratta di ordinanze prescrittive - ha detto lo stesso assessore - che però non mettono in discussione l'attività sanitaria''. A Villa Sofia devono essere prodotti, entro 15 giorni, i 'protocolli operativi', cioè della documentazione scritta che riguarda la prassi che va seguita come previsto dalle norme. Stesso discorso per la sala operatoria del reparto di ortopedia dell'ospedale Piemonte di Messina. Presso la casa di cura Lucina di Catania sono stati riscontrati ''inconvenienti '' che, però, non comportano la sospensione dell'attività. Al presidio ospedaliero di Partinico ''abbiamo riscontrato - ha detto ancora l'assessore Pistorio - sale operatorie con carenze, ma l'azienda ci ha annunciato che ha già presentato un progetto. Nelle more dovrà rivestire il pavimento''. Il tempo massimo è di 30 giorni. Presso il presidio ospedaliero di Salemi (Trapani) sono stati riscontrati problemi nei ''rivestimenti posteriori delle due sterilizzatrici''. Il tempo concesso è di 15 giorni.
''Il tempo della tolleranza e della disattenzione è concluso da tempo - ha spiegato l'assessore Giovanni Pistorio - adesso c'è tolleranza zero''.

Intanto l'ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Messina in una nota afferma che ''questo attacco continuo dei media porta inevitabilmente verso un progressivo e inappropriato scadimento del rapporto medico-paziente con un contestuale arroccarsi verso una ''medicina di difesa'' da parte dei medici e verso una sempre maggiore diffidenza da parte dei pazienti''.

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25 gennaio 2006
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