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Quelli che conquistano e sanno mantenere il consenso. Chi sale e chi è crollato dal ''Governance Poll 2007''

08 gennaio 2008

E' il consenso l'elemento più importante per un sindaco come per qualsiasi amministratore, a qualsiasi livello. E' il consenso che detta l'ultima parola un secondo prima che si aprano le urne, ed è sempre il consenso che può mantenere ''vivo'' un amministratore anche quando il suo percorso non è stato segnato solo ed esclusivamente da successi. Perché il consenso, pur essendo tutto per un politico, non è sinonimo automatico di buona amministrazione. 
Ecco, è il consenso quello che ha sempre avuto, per esempio, Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, che quest'anno guida la graduatoria del ''Governance Poll'', la rilevazione di Ipr Marketing per il Sole 24 ORE che fotografa il consenso degli amministratori pubblici italiani.
Ed è consenso quello che continua ad avere Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, che alle elezioni del 2006 fu il sindaco più votato d'Italia, situazione che lo ha abbonato alle posizioni di testa del Governance Poll (l'anno scorso era primo, quest'anno secondo a due lunghezze dalla vetta).

Ma bisogna essere bravi a trattenere per se il consenso, questo si può conquistare con una campagna elettorale ben congegnata, ma per tenerselo ci vuole ben altro. E attenzione, questo ben altro, lo ripetiamo, non deve essere per forza buona amministrazione, ma una condotta personale contraddistinta da una lunga esperienza, una personalità forte, e la totale assenza di esitazioni nell'accendere la polemica anche contro la propria maggioranza e il proprio partito. Insomma, per mantenere il consenso ci vuole spessore.
Ad esempio, fra i sindaci che non sarebbero rieletti se si votasse oggi, incontriamo Rosa Russo Iervolino, a cui il nuovo capitolo dell'infinito dramma rifiuti del napoletano non ha certo giovato, e Umberto Scapagnini, che per un bel po' di tempo di consenso ne ha avuto, ma che oggi guida una città di Catania in lotta per la sopravvivenza contro i deficit di bilancio.
Ma, come dicevamo all'inizio, quello del consenso non è un fatto esclusivo dei sindaci. Infatti, continuando a parlare di amministratori di Siaicilia, vediamo che secondo il "Governance Poll 2007", a perdere consensi c'è pure  il governatore siciliano Salvatore Cuffaro e il presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto. Cresce, seppur di un solo punto percentuale, il gradimento del primo cittadino palermitano Diego Cammarata; mentre è in flessione il presidente della Provincia etnea Raffaele Lombardo che, però, strappa il secondo posto nella classifica nazionale.

Ma andiamo a guardare l'analisi con un po' più d'attenzione... Il presidente della Regione siciliana ha perso, nel 2007, 4 punti percentuali rispetto all'anno precedente, passando dal 53 al 49% e strappando l'undicesimo posto tra i governatori regionali a pari merito con il presidente della Regione Molise Michele Iorio. Al primo posto c'è Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia. In coda il governatore della Liguria, Claudio Burlando.
Si aggiudica il secondo posto tra i presidenti delle province, invece, l'autonomista Raffaele Lombardo, sceso, comunque dal 68,5% del 2006 al 64,5% del 2007. Tonfo per il presidente della Provincia di Messina, Salvatore Leonardi (Cdl), passato dal 67 al 57%; va meglio a quello della Provincia di Trapani, Antonino D'Alì (Fi), che in un anno guadagna circa tre punti percentuali. In crollo il forzista Musotto, alla guida della Provincia di Palermo, che in un anno perde 6 punti percentuali, passando dal 57 al 51% e collocandosi al 66° posto.
In fondo alla classifica (99°) anche il presidente della Provincia di Agrigento, Vincenzo Fontana (Cdl), sceso dal 50,7 al 44%.
Tra i sindaci, l'80° posto va al primo cittadino di Palermo, Diego Cammarata (Cdl), passato dal 50% del 2006 al 51% del 2007. Resta fermo al 14° posto invece il primo cittadino di Agrigento, Marco Zambuto, ex Udc sostenuto dal centrosinistra, che si attesta al 60%.
E' sceso al 103° posto il sindaco Scapagnini (Cdl), che dal 48,3% del 2006 si ritrova al 45% del 2007.

E al sindaco etneo non è piaciuta per niente la caduta che il Sole 24 ORE gli ha attribuito. Scapagnini, ritenendo opportuno non commentare i dati del "Governance Poll 2007", ha però detto che ancora una volta sono affetti da errori non trascurabili. Innanzitutto, secondo Scapagnini, il campione prescelto di 600 intervistati per comune è troppo esiguo; in secondo luogo è stato utilizzato lo stesso campione per tutte le città con la conseguenza di avere un risultato più o meno preciso per i piccoli comuni e molto approssimato per i grandi comuni come Catania; inoltre non è chiaro se il numero di interviste per quartiere è stato fissato in modo proporzionale al numero di  coloro che sono iscritti alle liste elettorali. Se così non fosse il dato di Sole 24 ORE sarebbe del tutto inattendibile. Infine, sempre secondo il ''no comment'' del sindaco Scapagnini, vale la pena osservare che nel caso di Catania c'è poi una situazione particolare caratterizzata da una ampia parte dell'elettorato “indeciso” (intorno al 10-20%) e che non tenere conto di questo dato rende abbastanza velleitaria una qualsiasi interpretazione della classifica di Sole 24 Ore.

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08 gennaio 2008
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