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Quello che le famiglie non possono risparmiare...

Tra l'ottobre 2008 e il settembre 2009 il potere d'acquisto delle famiglie italiane è diminuito dell'1,6% rispetto all'anno precedente

12 gennaio 2010

Nel periodo ottobre 2008-settembre 2009, il potere di acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) è diminuito dell'1,6%, rispetto a ottobre 2007-settembre 2008. E' quanto afferma l'Istat nelle rilevazioni sul reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.
La propensione al risparmio delle famiglie (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile) nel terzo trimestre del 2009 è stata pari al 15,4 per cento, 0,2 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente e 0,4 punti percentuali in più rispetto al corrispondente trimestre del 2008.
Nel terzo trimestre 2009, il reddito disponibile delle famiglie è diminuito dello 0,4 per cento in valori correnti rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa delle famiglie per consumi finali si è ridotta dello 0,6 per cento.

Secondo le rilevazioni dell'Istat prosegue la flessione del tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi delle famiglie, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, ed il loro reddito disponibile lordo), che nel terzo trimestre 2009 si è attestato al 9 per cento, 0,3 punti percentuali in meno rispetto al trimestre precedente, risentendo di una riduzione degli investimenti (meno 2,9 per cento) molto superiore a quella del reddito disponibile (meno 0,4 per cento). Rispetto allo stesso periodo del 2008 il tasso di investimento delle famiglie si è ridotto di 0,8 punti percentuali.

La quota di profitto delle società non finanziarie (dato dal rapporto tra il risultato lordo di gestione ed il valore aggiunto lordo ai prezzi base) si è attestata, nel terzo trimestre 2009, al 40,9 per cento, con una riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Infatti, la riduzione del risultato lordo di gestione in valori correnti delle società non finanziarie, pari a meno 1,6 per cento, è stata più marcata della contrazione registrata dal valore aggiunto (meno 1 per cento). Rispetto al terzo trimestre dell'anno precedente, la quota di profitto delle società non finanziarie si è ridotta di 2 punti percentuali.
Infine, il tasso di investimento delle società non finanziarie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi ed il valore aggiunto lordo ai prezzi base) è stato, nel terzo trimestre 2009, pari al 22,3 per cento, oltre tre punti percentuali in meno rispetto al corrispondente trimestre del 2008. Rispetto al secondo trimestre del 2009, il tasso d'investimento si è ridotto di 0,9 punti percentuali, risentendo di una caduta del 4,9 per cento degli investimenti fissi lordi in valori correnti ben più marcata della contrazione registrata dal valore aggiunto. [Adnkronos/Ing]

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12 gennaio 2010
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