Quello che so sull'amore
Terza prova USA per Muccino, che dal pubblico italiano cerca la rivalsa non avuta in America
Noi vi segnaliamo
QUELLO CHE SO SULL’AMORE
di Grabriele Muccino
George Dryer, ex campione di calcio scozzese, negli anni del successo, ancora profondamente immaturo, ha tradito la moglie Stacie seppur amandola, finendo per perdere sia lei che il figlio Lewis di 6 anni. Dopo il divorzio, George ha cercato fortuna lontano dalla famiglia: si è trasferito in Canada, dove ha aperto un bar sportivo e investito in proprietà immobiliari, ma purtroppo è finito in bancarotta. Decide quindi di tornare a vivere vicino a suo figlio in una piccola comunità della provincia americana e, in cerca di riscatto agli occhi del bambino, accetta l'incarico di allenatore della squadra di calcio in cui gioca Lewis. Ben presto, però, si trova suo malgrado al centro delle chiacchiere e soprattutto dell'interesse di alcune mamme che tentano di sedurlo. Questa volta, però, George è davvero cambiato e farà di tutto per dimostrarlo a Stacie e Lewis...
Anno 2011
Tit. Orig. Playing for Keeps
Nazione Usa
Produzione Jonathan Mostow, Kewin Misher, Gerard Butler, Alan Siegel, Heidi Jo Markel, John Thompson, Andrea Leone, Raffaella Leone per Misher Films, York Square Productions, Eclectic Pictures, Gerard Butler Alan Siegel Entertainment, Nu Image Films in associazione con Andrea Leone Films
Distribuzione Medusa (2013)
Durata 100’
Regia Gabriele Muccino
Sceneggiatura Robbie Fox
Con Gerard Butler, Dennis Quaid, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Jessica Biel
Genere Commedia, Romantico
In collaborazione con Filmtrailer.com
Gabriele Muccino: "Il mio film non è un flop"
di Arianna Finos (TrovaCinema, 09-01-2013)
«Il mio film non è un flop». Quella di Gabriele Muccino è quasi una confessione, in cui il regista affronta il suo rapporto difficile ma tutt’altro che esaurito con Hollywood e soprattutto difende il suo "Quello che so sull’amore". Stroncata dai critici statunitensi, la pellicola - su un ex giocatore che arriva in Virginia per recuperare il rapporto con moglie e figlio - malgrado il cast di divi (Gerard Butler, Jessica Biel, Dannis Quaid, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones) ha incassato 13 milioni di dollari: «Ma si parla di flop quando un blockbuster costato 120 milioni ne porta a casa 20, il mio film è costato solo 20 milioni».
Per il 46enne regista, che da anni si divide tra Roma e Los Angeles, il risultato americano è dovuto a una serie di errori di lancio: «Come tutti i miei film, "Quello che so sull’amore" è un ibrido, non è una commedia romantica come quelle troppo leggere di oggi e come volevano venderla i distributori. È piuttosto una commedia drammatica, sulle relazioni umane, piena di valori e momenti commoventi. Purtroppo si ragiona solo in termini di genere: commedie, horror, dramma». Muccino rivela che «le proiezioni test con il pubblico erano positive: non tanto la prima, con la versione suggerita dai distributori, quanto la seconda, che era la mia. Anche se ho dovuto tagliare due scene drammatiche con Uma Thurman, perché il pubblico non le apprezzava».
Il regista di "La ricerca della felicità" e "Sette anime", alla sua prima prova americana senza l’amico divo Will Smith, ha imparato a proprie spese le logiche ferree dell’industria. «Hanno fatto male perfino il trailer, hanno scelto di andare in sala nel peggiore dei fine settimana». Ma sostiene anche che «è sbagliato definire questo come il mio fallimento hollywoodiano: hollywoodiani erano i precedenti due film con Will Smith, prodotti dalla Sony. Stavolta ho fatto i conti con tanti produttori indipendenti». A Hollywood bisogna avere un produttore partner o essere produttori di se stessi «ma non è vero che tutte le major sono uguali. La competizione è alta: devi vedertela con Spielberg, Zemeckis, Ron Howard».
Sul futuro non ci sono progetti precisi, ma il regista non vuole «lasciare l’arena americana da perdente, è una sfida con me stesso. Se sarò costretto a uscire sarà con onore». E se sta scrivendo un film inglese da realizzare con capitali europei «come fecero Bertolucci e Leone», Muccino ha nel cassetto anche un progetto italiano, «perché la porta aperta con il mio paese, un pubblico che mi ama, un cinema che mi cerca mi dà forza. Altrimenti sarei angosciato, perché gli Usa danno angoscia. "Sette anime" fu stroncato in Usa, in Italia ha incassato 11 milioni».