Questione di punti di vista
Un lievissimo ma estremo atto d'amore nello spettacolo di uno degli ultimi maestri della Nouvelle Vague
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QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA
di Jacques Rivette
Proprio alla vigilia dell'inizio della tournée estiva, il proprietario di un circo viene a mancare. Nonostante tutto gli artisti decidono di proseguire lo stesso con il programma fissato e chiedono alla figlia del defunto direttore, Kate, di prendere lei in mano la direzione del circo. Kate è lontana dal mondo circense da oltre quindici anni ed ha una sua attività ben avviata, però accetta di unirsi a loro. Tuttavia, non sarà solo Kate il nuovo elemento della troupe. Infatti, a loro si unirà anche Vittorio, un italiano appassionato del circo che non solo riuscirà ad entrare nel palinsesto dello spettacolo ma anche a fare breccia nel mondo segreto di Kate...
Anno 2009
Tit. Orig. 36 vues du Pic Saint-Loup
Nazione Francia, Italia
Produzione Roberto Cicutto, Martine Marignac, Luigi Musini e Ermanno Olmi per CINEMAUNDICI, Alien Produzioni, Pierre Grise Productions, France 2 Cinéma, RaiCinema, Canal+, CNC
Distribuzione Bolero Film
Durata 84'
Regia Jacques Rivette
Soggetto e Sceneggiatura Jacques Rivette, Pascal Bonitzer (anche dialoghi), Christine Laurent, Shirel Amitay, Sergio Castellitto
Con Sergio Castellitto, Jane Birkin, André Marcon, Jacques Bonnaffé, Julie-Marie Parmentier, Hélène de Vallombreuse, Tintin Orsoni
Genere Commedia
La critica
"Con '36 vues du Pic St. Loup', in Italia più banalmente 'Questione di punti di vista', il regista più appartato e misterioso della Nouvelle vague, Jacques Rivette, allestisce un lievissimo ma estremo atto d'amore e perfino di fede nello spettacolo, nel lavoro comune, in quelle dinamiche "di famiglia" che sono il sale e la croce di ogni creazione artistica. Difficile infatti non pensare al cinema, a un certo cinema, lungamente amato e analizzato ancor prima che praticato, davanti ai numeri orgogliosamente, quasi provocatoriamente desueti di questo piccolo circo. Dal forzuto che vola appeso a cavi visibilissimi, ma non per questo meno magici, ai clown che eseguono con variazioni minime e serietà commovente il loro numero, ogni numero mette in gioco un sapere, un'appartenenza, una vera e propria etica. Dello spettacolo come della vita, perché non c'è distinzione. Il tutto messo in scena anzi evocato, suggerito, con mezzi tenuissimi, come certi vecchi grandi cantanti che usano ormai un filo di voce. Trovando sempre qualcuno disposto ad ascoltarli."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'
"Si pensa, osservando il suo 'Questione di punti di vista', ai primi fondamentali racconti di Ingmar Bergman (ce n'era uno sul circo). E non è elogio da poco." Francesco Bolzoni, 'Avvenire'
"Francamente, sia pure restando devoti a uno dei maestri della Nouvelle Vague, a noi è sembrato che la freschezza del metodo rivettiano risulti alquanto appannata e la pretestuosità del racconto stavolta non regga la soave punteggiatura di dialoghetti e scenette. Sarà perché scontiamo un'invincibile idiosincrasia nei confronti della poetica circense e proprio nel microcosmo di un microcirco in tournée estiva il venerabile di Rouen ha ambientato il suo minuetto... (...) Ottantaquattro minuti che, diciamolo, veleggiano sulle nuvole di un gusto ammiccante e minoritario, tessono una filigrana di citazioni (da Fellini a Ophuls) appropriate ma alquanto fini a se stesse e solo nelle eleganti soluzioni di fotografia e scenografia trovano il modo di ammansire l'animo dello spettatore sul punto di perdere le staffe."
Valerio Caprara, 'Il Mattino'
"Una grande Kate, Jane Birkin, traumatizzata da un lutto d'amore durante uno spettacolo circense di destrezza 15 anni prima, e Sergio Castellitto, un eccentrico Vittorio, italiano gentile e di passaggio, che in Porsche va a Barcellona, non costruiscono la loro storia d'amore annunciata, e che sarebbe anche plausibile, in '36 vues du Pic Saint Loup'. È una antifiaba di sapore provenzale moderno e leggiadra ideata da un Jacques Rivette particolarmente in forma, e geologicamente curioso (le 36 viste del picco Sain Loup presso Assas, Montpellier, le potremo ammirare anche noi, e sono una diversa dall'altra a secondo del punto di vista, come ci mostrano tutte queste «angolazioni di un non amore»), ambientata nello strano mondo di un piccolo circo di provincia, che fa spettacoli misteriosi e per pubblico d'essai, tra clown beckettiani, frustatori tristi e trapezisti che soffrono di vertigini, senza mai esagerare nella performance surreale e enigmatica, come piacerebbe a David Lynch, e che però fanno divertire un mondo Vittorio, che resta incantato sia dalla strana impaginazione dello spettacolo, dalla comicità delle esibizioni, che solo lui coglie, sia da Kate, ora stilista parigina, riprestata al circo per un inizio tournée estivo, personalità magnetica e scostante. Vittorio l'impiccione fertile, riuscirà a diventare anche lui un mezzo clown, ma non fino al punto da sedurre il suo oggetto d'attrazione né di catturare l'etereo segreto legame che unisce, in un mondo a parte, i lavoratori nomadi dello spettacolo."
Roberto Silvestri, 'Il Manifesto'
"Sergio Castellitto, protagonista e cosceneggiatore, è magnifico nell’incantevole film in concorso di Jacques Rivette "Questione di punti di vista" ("36 vues du Pic Saint Loup"). Fa l’italiano intelligentissimo e un po’ cialtrone attratto da Jane Birkin e da un piccolo circo itinerante, ma soprattutto affascinato dal dolore misterioso di lei e dal desiderio di salvarla da quella pena. (...) Il film di coproduzione franco-italiana (tra i produttori Ermanno Olmi, Roberto Cicutto, Luigi Musini) è riuscitissimo, divertente e bello."
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'
"Anche in Rivette si ritrovano i temi forti di tutta una carriera, dalla riflessione sull'arte (il film racconta le peripezie di un piccolissimo circo di provincia) a quella sulla casualità (che fa incrociare la strada del circo con quella di un misterioso Castellitto), dalla gratuità dell'arte agli azzardi della vita, ma il valore simbolico dei personaggi e delle situazioni finisce per soverchiare la forza narrativa e si resta con l'amara impressione di un film che le brutte condizioni di salute non hanno permesso a Rivette di sviluppare come avrebbe voluto e potuto. (...)"
Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera'
"Affidando ad uno straordinario Sergio Castellitto il ruolo del Vagabondo al séguito di un teatrino, il sempreverde ottantunenne già maestro della Nouvelle Vague, mostra la gioia della recitazione. In fondo, i clown di un circo e i grandi calciatori della scena non sono dissimili. La cultura, l'intelligenza, ci riconducono "ad unitatem" e, quindi, lo spettacolo è pensiero, è il capitolo di un'enciclopedia, è classificazione illuministica dei fenomeni che accadono nel mondo: incluso l'oscuro retroquinta che coinvolge la Primattrice (Jane Birkin, bravissima) e l'intera équipe. "Punti di vista" è per noi, fino ad ora, il più serio candidato al Leone d'oro, con "Lourdes" di Jessica Hausner. (...)"
Gregorio Napoli, 'Giornale di Sicilia'
Note - In concorso alla 66ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2009) - Film d'interesse culturale realizzato con il sostegno del MIBAC-DGC.