Questioni di percolato...
Secondo i pm palermitani la discarica di Bellolampo ha inquinato quattro pozzi, ma l'Amia smentisce fermamente
A inquinare quattro pozzi privati alle falde di Bellolampo è stato il percolato. Le analisi dei laboratori di Torino hanno confermato le ipotesi dei magistrati di Palermo Gerardo Ferrara e Maria Teresa Maligno che indagano sulla formazione nella discarica di Bellolampo dell'enorme lago di percolato, il liquido rilasciato dai rifiuti, altamente inquinante.
Nelle scorse settimane dagli accertamenti disposti dai pm era emersa la presenza di solfiti, nitrati e metalli nelle acque di alcuni pozzi della zona. Da qui l'ipotesi che il percolato si sia infiltrato nel sottosuolo e nella falda acquifera. Il liquame, inoltre, sarebbe tracimato a valle, finendo per inquinare il torrente Celona che alimenta il canale Passo di Rigano, le cui acque finiscono nel mare dell'Acquasanta.
Il consulente, nominato dai pm, dovrà adesso stilare una relazione dettagliata, ma i dati parlano chiaro. Le tracce di bario, boro, fluorene, fluorantene non lasciano dubbi sul fatto che sia stato il percolato a inquinare l'acqua dei pozzi Celona, Bordonaro, Sicomed e Benfratelli, da cui i tecnici hanno prelevato dei campioni.
Ma l'Amia smentisce i risultati delle analisi del consulente nominato dai pm e con una lunga nota l'azienda di igiene ambientale del Comune di Palermo sostiene che: "Nei quattro pozzi privati che si trovano sotto la discarica di Bellolampo di Palermo non ci sono tracce di inquinamento di percolato".
Le attività di analisi si sono concluse ieri e sono state condotte sia su campioni di acqua prelevati da quattro pozzi sia su due campioni di percolato. Il contenuto del verbale delle operazioni peritali sottoscritto dai consulenti tecnici del pubblico ministero e di parte, oltre che dal laboratorio di Torino presso il quale si sono svolte, "evidenzia che - spiega l'Amia - tutti i valori risultano inferiori ai limiti di potabilità delle acque dei pozzi, fatta eccezione in due casi per la consistenza dei Nitrati, da sempre associati a fenomeni di contaminazione locale di origine fecale, da cui l'uso irriguo degli stessi. Tutti i metalli, compresi boro e bario, sono riscontrati in concentrazioni compatibili con l'uso potabile e non sono, per qualità e quantità utilizzabili come indicatori di una provenienza da percolato di discarica". "I risultati ottenuti dalle analisi effettuate presso il laboratorio di Torino non evidenziano pertanto elementi di inquinamento dei pozzi analizzati riconducibili al percolato della discarica", dice ancora l'azienda, attualmente commissariata.
Nei giorni scorsi l'Amia aveva annunciato che era stato completato il prelievo del percolato, fuoriuscito dalla quarta vasca della discarica di Bellolampo e che aveva formato un piccolo 'lago', poi prosciugato. Attualmente, sempre secondo l'azienda palermitana, resta solo del liquido contenuto in sicurezza all'interno di una delle due vasche di raccolta, che si sta comunque provvedendo a rimuovere. L'operazione dovrebbe essere completata in pochi giorni
Nel frattempo, continua l'indagine anche sullo smaltimento delle ecoballe provenienti dalla raccolta differenziata che, invece di essere dirottate nei centri speciali, sarebbero finite in discarica insieme ai rifiuti ingombranti e ai tronchi delle palme uccise dal punteruolo rosso.
Nell'inchiesta sulla gestione della discarica di Bellolampo sono indagati il sindaco di Palermo, Diego Cammarata (che dovrebbe essere interrogato dai Pm la settimana prossima), i presidenti dell'Amia dal 2008 al 2010 Vincenzo Galioto, Marcello Caruso, Gaetano Lo Cicero, Aldo Serraino, i direttori generali Orazio Colimberti, Nicolò Gervasi, Pasquale Fradella, l'ex direttore del dipartimento Impianti Antonino Putrone e altri quattro responsabili e tecnici dell'Amia. Le accuse vanno dal disastro doloso all'inquinamento delle acque e del sottosuolo, dalla truffa alla gestione abusiva della discarica, fino all'abbandono dei rifiuti speciali e all'abuso d'ufficio.
Il sindaco Cammarata, in un'intervista a Repubblica si è difeso spiegando: "Io non ho colpe per l'emergenza", parlando di "rimpalli burocratici inaccettabili" sulla vicenda.
Intanto ieri dalla Prefettura di Palermo è arrivata la notizia che i lavori per la quinta vasca di Bellolampo sono stati conclusi e che questa dovrebbe essere consegnata oggi. "I lavori di allestimento della quinta vasca presso la discarica di Bellolampo sono terminati e nel pomeriggio odierno si sono concluse anche le operazioni di collaudo del sito, all'esito delle quali il direttore dei lavori e il collaudatore hanno accertato e verbalizzato la sussitenza delle condizioni per la consegna anticipata dell'opera. Il tutto nel rispetto dei tempi comunicati". Questo quanto scritto ieri in una nota dal prefetto di Palermo e commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella provincia di Palermo Giancarlo Trevisone. "La quinta vasca - si legge - è pronta per essere consegnata ad Amia perché la società che gestisce la discarica di Bellolampo possa utilizzarla per abbancare 306.000 metri cubi di rifiuti. A tale scopo è stata inviata ai commissari Amia una nota alla quale viene indicato il 22 giugno come data di consegna della vasca. L'indicazione della quantità di rifiuti che possono essere conferiti in quel sito spetta esclusivamente ai progettisti della struttura commissariale e il prefetto nella sua qualità di commissario delegato per l'emergenza rifiuti sta attendendo di potere firmare l'ordinanza con la quale autorizzerà l'Amia ad abbancare rifiuti presso la quinta vasca con una pendenza di 30 gradi".
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Italpress, La Siciliaweb.it]