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Questo lungo inverno freddo...

Ma gli esperti Usa dicono: ''Preparatevi (in particolare i siciliani) ad un estate da caldo record''

21 marzo 2009

E' stato proprio un luongo e freddo inverno quello che sarebbe dovuto finire oggi, primo giorno di primavera che, ci è, francamente, sfuggito il motivo, sembra sia stato anticipato di un giorno.
Nella "calda e solare" Sicilia il maltempo continua ad imperversare. Palermo si è svegliata sotto una grandinata e con una temperatura intorno ai 7 gradi. L'Etna, i Nebrodi e le Madonie si presentano ancora incapucciate di bianco. E dall'armadio i pesanti pastrani e i berretti di lana non sono stati ancora rimossi.

Pioggia e nevischio stanno creando qualche problema alla circolazione stradale nell'Isola. Maggiori disagi si registrano nel Nisseno e in provincia di Enna. La polizia stradale consiglia di procedere con prudenza lungo le arterie stradali. Stessa cosa nel Palermitano sull'autostrada A19 Palermo-Catania all'altezza di Tremonzelli e sulla statale 624 Palermo-Sciacca. Incidenti si sono verificati sempre sull'A19 nei pressi di Altavilla Milicia, in direzione Palermo, e sull'autostrada A29 nei pressi dello svincolo di Carini. Altro incidente, più grave sulla statale 113, tra Partinico e Alcamo: sul posto stanno anche operando i vigili del fuoco per estrarre dall'abitacolo di un'auto due persone rimaste incastrate tra le lamiere.
E il maltempo sta causando disagi nei collegamenti con le isole minori. A Trapani è rimasto in porto, ieri sera, il traghetto per Pantelleria, ferma a Porto Empedocle anche la nave per Lampedusa. Non è partito da Ustica l'aliscafo delle 7 per Palermo. Nessun problema invece nei collegamenti tra Milazzo (Me) e le isole Eolie.
Insomma, notizie d'inverno... Ma si sa, Marzo è pazzo.

Comunque sia, al di la dei fessacchiotti detti popolari, l'inverno e la rigidezza atmosferica, ovviamente, non continueranno a congelarci i polpastelli in eterno (a meno che non ci sia sfuggito anche la notizia dell'arrivo di un'altra glaciazione), e a detta di Tony Barnstone, direttore dell'International Research Institute for Climate della Columbia University, l'estate che verrà sarà di quelle col caldo record, in particolare nel Sud Europa. "Secondo noi il caldo crescerà soprattutto tra giugno e agosto, quando aumenteranno ancora le possibilità che si registrino temperature più elevate, soprattutto al Sud dell'Europa, in Sicilia, così come in Nord Africa e nei Paesi del Medio Oriente: da Israele alla Siria. Ci saranno ondate di calore in tutti i maggiori centri urbani e sulla Sicilia". Come dire, il signor Barnstone ci proprio delle torride notizie.

In un'intervista a 'Focus', il mensile Gruner+Jahr/Mondadori, nel numero in edicola questo mese, il climatologo spiega: "Le giornate di brutto tempo e le piogge rimarranno più o meno sui livelli dello scorso anno". Ma se l'estate si prevede molto calda, anche la primavera dovrebbe registrare temperature più alte della media di stagione: "Tenendo conto di alcuni fattori come effetto serra, temperature delle acque del Mediterraneo e dati inviati dai satelliti - aggiunge Barnstone - abbiamo calcolato che ci sono 45 possibilità su 100 che già fino a maggio le temperature siano più calde della media".

Intanto però sulle previsioni climatiche di lungo periodo si abbatte una nuova incognita. Sempre secondo "Focus" infatti due vulcani dell'Alaska (Redoubt e Cleveland) e cinque della penisola di Kamchatka in Russia, rischiano di esplodere contemporaneamente con la loro massima energia, alterando in questo modo il clima dell'emisfero nord per qualche anno. I vulcani in questione si trovano da alcuni mesi in uno stato di allerta tra il giallo e l'arancio: ciò significa che potrebbero eruttare presto. Poiché si tratta di vulcani che nascono dallo scontro della placca oceanica con quella americana e asiatica, sono di tipo esplosivo: l'energia dell'eruzione può proiettare le ceneri e i gas emessi fin nella stratosfera, dove rimarrebbe a lungo. Queste sostanze schermerebbero i raggi solari facendo raffreddare la superficie terrestre. Una situazione analoga si verificò nel 1991, quando eruttò il Pinatubo, nelle Filippine. Allora, la temperatura dell'emisfero settentrionale scese di circa 1 grado per circa due anni.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing]

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21 marzo 2009
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