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Questo Pacs non s'ha da fare! Ancora scontro nella maggioranza sulla regolamentazione delle coppie di fatto

03 febbraio 2007

Pacs, è scontro sul testo della legge
di Giovanna Casadio (Repubblica.it, 3 febbraio 2007)

Dopo Mastella, anche Rutelli non apprezza ''i Pacs all'italiana'', benché la legge messa a punto dalle ministre Barbara Pollastrini e Rosy Bindi sia molto attenta a non urtare la sensibilità cattolica e il Vaticano. Non erano in Consiglio dei ministri (causa influenza) ieri, né il Guardasigilli e leader dell'Udeur, Clemente Mastella, né il vicepremier e presidente della Margherita, Francesco Rutelli. Ma il loro dissenso trapela attraverso dichiarazioni e portavoce.
Duro Mastella che boccia integralmente il testo Pollastrini-Bindi: ''Di certificazioni anagrafiche come prevede il disegno di legge non voglio sentir parlare, e nemmeno si possono equiparare coppie etero e omosessuali''. Più cauto Rutelli, che frena e fa trapelare: ''Questa legge scontenta tutti''.
A margine della riunione di governo, Pollastrini e Bindi discutono del testo ormai in dirittura d'arrivo (hanno previsto di portarlo al prossimo Consiglio, il 9 febbraio) con i ministri dell'Interno, Giuliano Amato e dell'Istruzione, Beppe Fioroni. Il cattolico Fioroni esprime le perplessità dei Popolari della Margherita: ''Attenti con la 'certificazione anagrafica congiunta' a non far rientrare i Pacs dalla finestra dopo averli fatti uscire dalla porta. Lavoriamoci ancora per un progetto condiviso''. Amato si dice ''molto preoccupato'' del clima generale.

Lo scontro nell'Unione si riaccende. Il traguardo delle unioni civili che appariva ormai vicino, dopo incontri e mediazioni, si allontana. Il ministro delle Pari opportunità Barbara Pollastrini ha confidato ai suoi collaboratori che se così vanno le cose, allora il problema è politico, perché contestare ''l'articolo uno'' della legge è metterne in discussione l'intero impianto.
Spetterà quindi al premier Prodi sciogliere il nodo. In agenda Pollastrini e Bindi hanno una serie di incontri tecnico-politici a tappe forzate. Inoltre, le polemiche crescono sul ruolo che sta svolgendo il Vaticano. È giallo sulla visita di Rutelli al Papa (annunciata per giovedì scorso, ma smentita dal suo staff) e che comunque potrebbe svolgersi nei prossimi giorni. Il tam tam sulle pressioni del cardinale Ruini sui leader cattolici, e su Rutelli in particolare, si allarga. Roberto Villetti della Rosa nel pugno chiede ''una smentita'' sui rapporti Rutelli-Ruini.
Dal canto loro, i teodem della Margherita - Paola Binetti, Emanuela Baio, Enzo Carra, Dante Mosella, Luigi Lusi, Luigi Bobba - fanno sapere che se il testo Pollastrini-Bindi non cambia, in Parlamento non lo voteranno. ''La certificazione anagrafica non ci dovrà essere'', precisa Baio. ''La chiave è quella di partire dai diritti individuali, altrimenti si incorre in un riconoscimento delle coppie di fatto'', chiosa Binetti.
Un incontro tra i teodem e Alberto Gambino, consigliere politico di Rutelli, l'altra sera ha messo sul tavolo i dubbi degli ultrà cattolici e stabilito alcune linee guida, a cominciare dal criterio che ''non devono esserci oneri per lo Stato'' nel riconoscimento dei diritti dei conviventi.

I toni si accendono. Il ministro della Famiglia Rosy Bindi smentisce di avere mai consegnato al segretario della Cei Betori il disegno di legge in anteprima: ''La mia storia di credente parla da sola'' e se ''ascolto con rispetto e faccio tesoro delle parole della Chiesa'', so ''assumermi le mie responsabilità per il bene del paese'' da laica. Il teodem Enzo Carra afferma che ''non c'è stata nessuna condanna della Cei alla bozza''.
La Margherita con una nota liquida le ipotesi di pressioni del Vaticano su Rutelli come ''fantascienza''. Nel centrodestra si affilano le armi anti Pacs. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini rivendica: ''Mi onoro di rappresenta chi è contro''.

Ecco i 16 articoli della discordia
Sedici articoli ''light''. Niente assegni familiari. Sulla reversibilità della pensione un'indicazione di massima. Carcere e pene pecuniarie per chi dichiarasse la falsa convivenza. Eppure questa è la bozza sui ''Diritti e doveri delle persone unite in stabile convivenza'' che potrebbe non vedere mai la luce, non ricevere cioè il nullaosta del governo da cui dovrebbe essere esaminata il 9 febbraio, nel prossimo consiglio dei ministri.
A metterla a rischio è proprio l'articolo 1, l'impianto cioè di tutta la legge, il pilastro senza il quale - per come le norme sono state pensate - imporrebbe una riscrittura complessiva. Ai cattolici Mastella, Rutelli e Fioroni quella formulazione non piace.

Parla l'articolo 1 della dichiarazione anagrafica. Cassati i registri presso i Comuni (che fanno troppo Pacs alla francese), la soluzione che sembrava non turbare la sensibilità cattolica ed evitare la creazione di ''parafamiglie'' (per dirla con il ministro dell'Interno Amato) era appunto il ricorso alla annotazione sul certificato anagrafico.
Strumento già esistenze, da aggiornare. ''Qualora due persone maggiorenni anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi e che convivono stabilmente intendono avvalersi di diritti e, conseguentemente, adempiere ai doveri individuati dalla presente legge, ne fanno dichiarazione congiunta (secondo l'idea del ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini) all'ufficiale dell'anagrafe del Comune dove hanno stabilito la comune residenza, il quale annota la data della dichiarazione e la integra nella scheda anagrafica...''.
Semplice, ma non idoneo per i cattolici, trattandosi del riconoscimento della coppia sia pure solo davanti all'anagrafe e non dei diritti e doveri dei singoli conviventi. [Repubblica.it]

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03 febbraio 2007
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