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Qui va tutto in malora!

Sos dei sindaci della Sicilia occidentale: "A rischio il servizio idrico e la raccolta rifiuti"

27 settembre 2014

La definizione della gestione della raccolta dei rifiuti dopo la fine del regime commissariale il prossimo 7 ottobre; un tavolo tecnico e di confronto tra la Regione Siciliana, l'AnciSicilia e le Società regolamentazione rifiuti per investire sull'impiantistica e sui bacini di raccolta dei rifiuti; l'affidamento del servizio idrico integrato nel palermitano a una nuova società pubblica, costituita dai 52 comuni ex Acque potabili siciliane con una partecipazione minoritaria dell'Amap e con un contributo di start up da parte della Regione; la revisione, infine, della tariffa per la fornitura di acqua all'ingrosso applicata ad oggi dalla Società Sicilia Acque per evitare che si mantengano le rendite di posizione di chi acquista l'acqua all'ingrosso e la rivende al dettaglio.
Sono queste le proposte in materia di emergenza rifiuti ed emergenza idrica che una rappresentanza dei 54 sindaci della Sicilia occidentale ha presentato ieri mattina, a Palazzo Galletti, a Palermo, in due documenti indirizzati alla Regione siciliana.

Nella provincia di Palermo i due servizi vivono una stagione di crisi, con il fallimento di Acque Potabili Siciliane, da una parte, e le difficoltà nella raccolta dei rifiuti in diversi comuni dall'altra, con 500 lavoratori delle Srr a rischio mobilità nell'area metropolitana di Palermo, oltre ai 170 ex Temporary.
"I comuni siciliani, a causa della crisi di liquidità della Regione, non hanno ancora ricevuto i trasferimenti del primo trimestre 2014 - ha spiegato il presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -. Non ci riuniamo per lamentarci ma per discutere ordini del giorno e presentare iniziative. Abbiamo già scritto al governo, alla Regione e alla Presidenza della Repubblica, che si è già interessata al nostro caso".
Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, "il 7 ottobre scade il mandato dei commissari liquidatori dell'emergenza rifiuti - aggiunge Orlando - e non si capisce chi debba gestire il sistema. Diciamo no alla proroga del regime commissariale. Non è accettabile dover trasportare i rifiuti a 140 euro a tonnellata a causa della speculazione dei privati. La Regione non ha messo i comuni in condizioni di aggiudicare le gare e affidare gli appalti per la gestione dei rifiuti. Le norme sui rifiuti sono ormai inapplicabili".

Più complessa la situazione del servizio idrico nel Palermitano, che era stato affidato alla ditta siracusana Onda Energia, che poi ha rinunciato all'appalto. "Non mi era mai successo, nella mia esperienza, che una ditta vincesse una gara e poi si tirasse indietro - commenta Orlando - e scappasse a gambe levate dopo aver capito le storture del sistema. L'acqua non è un bene, è un diritto e questo diritto non si può affidare ai privati. Per questo al Consiglio comunale di Palermo c'è un ordine del giorno pronto a trasformare l'Amap da Spa ad azienda speciale".
"Il 31 ottobre - aggiunge Orlando - scade la proroga concessa dal prefetto su indicazione dell'Ato per l'assegnazione del servizio. Da un punto di vista giuridico, dunque, dal primo novembre i comuni non saranno più responsabili ed eventuali reati ambientali saranno in capo all'assessore regionale ai rifiuti, lo dico con chiarezza. Non ci stiamo occupando di un problema dei comuni ma della futura responsabilità penale dell'assessore regionale".

"I problemi principali - dice il sindaco di Ventimiglia, Antonio Rini - sono il precariato, la confusione normativa e la mancanza di un'impiantistica adeguata. Basti pensare che la discarica di Bellolampo, se non vado errato, è l'unica pubblica della Sicilia e i comuni sono costretti a pagare prezzi elevati per trasportare i rifiuti lontano". "Il governo regionale e il presidente della Regione sono deludenti - aggiunge il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque - e sono parte del problema dell'acqua e dei rifiuti. Ho anche un problema di ordine pubblico, tanto che ho dovuto costituire una task force per la sicurezza insieme al prefetto. Gli impianti sono vetusti e in alcune zone della città l'acqua arriva solo grazie alle autobotti, alcune famiglie non la ricevono da quattro o cinque giorni. Per non parlare del riassetto delle province, che ancora non arriva e che non sappiamo dove porterà". [Repubblica/Palermo.it]

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27 settembre 2014
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