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Raffaele IV va avanti, accada quel che accada

Chi crede veramente allo "strano laboratorio" politico messo in piedi dal governatore Lombardo?

27 settembre 2010

Come ovvio è stato Raffaele Lombardo, presidente della Regione e leader del Movimento per l'autonomia, ha chiudere ieri la Festa dell'autonomia al centro fieristico "Le ciminiere" di Catania.
Un discorso conclusivo nel quale il governatore ha sottolineato la grande volontà di andare avanti per il bene della Sicilia qualsiasi cosa accada al governo centrale, e lanciando un richiamo alla responsabilità a tutti i partiti che hanno voluto appoggiare la sua quarta Giunta.

"Sarà difficile evitare lo scontro finale: le elezioni alla fine, vedrete, ci saranno anche se noi vogliamo scongiurare il voto anticipato perché avremo un campagna elettorale da guerra civile [...] Il nostro appoggio a Berlusconi? Dipende dai programmi ma soprattutto dalla credibilità degli stessi", ha detto Lombardo. Secondo il governatore le prossime elezioni "rischiano di restare indimenticabili per la storia del nostro Paese" a causa di quello che, prevede, sarà "il livello di inciviltà e aggressioni reciproche, tentativi di demolizione di chi non la pensa nella maniera di chi governa o pensa di governare per sempre".
"C'è il rischio - ha sottolineto il leader dell'Mpa - di assistere giorno dopo giorno a barbarie, alla caccia all'uomo, alla demonizzazione dell'avversario con il metodo Boffo. Tutto questo va avversato e punito".
Sul nuovo esecutivo regionale il governatore ha detto: "I quattro movimenti e partiti che appoggiano il mio governo sono gli stessi che hanno votato uniti in Parlamento la mozione Caliendo: sono due episodi importanti da non sottovalutare politicamente. Udc, Fli, Api e Mpa devono impegnarsi per trovare una strada comune e contribuire a dare stabilità alla legislatura nazionale".
Poi un attacco alla Lega: "Quando due anni fa gli interessava parlare con i 'terroni' Roberto Calderoli è venuto, adesso non gliene frega niente. Speriamo di non farci fregare con l'attuazione di un Federalismo a due velocità: vantaggi al Nord e centralismo per il Sud".
Sul Partito del Sud, caldeggiato da Gianfranco Micciché, Lombardo ha manifestato il suo scetticismo: "Il Partito del Sud ci sarà ma non dovrà essere una truffa per i meridionali e i siciliani in particolare. Un Partito del Sud non può che essere autonomo e guarda al territorio, non può nascere per compiacere qualcuno, la sinistra o la destra. Quello è una truffa per gli elettori, un inganno che sarà smascherato. Noi lavoriamo per l'Autonomia, senza dipendenze da Roma o da partiti padronali che sfrutterebbero per le proprie esigenze i voti presi al Sud, con il rischio che poi si fa un favore a Bossi che del Mezzogiorno sappiamo l'idea che ha".

Di seguito, dal blog di Raffaele Lombardo uno stralcio dell’intervento a conclusione della festa dell’Autonomia.
"Il nostro sarà un percorso complicato e difficile e ci danno addosso solo pèr una ragione: perché la Sicilia degli sprechi, la regione dei privilegi di cui si avvalevano non c’è più. Se tagliamo un miliardo di euro nella spesa della sanità, o se non si fanno i termovalorizzatori o se abbiamo assicurato un giro di vite sull’eolico qualcuno che piange ci sarà pure. Chi piange perché si risparmia non sono solo gli affari o certa politica, c’è la criminalità organizzata e non mi meraviglia che ci sia anche un dispiegamento di mezzi e di comunicazione.
Dobbiamo smetterla con gli stereotipi del pessimismo e del fatalismo. Non possiamo pensare di risolvere tutto in due anni, ce ne vorranno trenta o quaranta. Noi cerchiamo di non deflettere e abbiamo una ricetta giusta: il partito del territorio, l’autonomia. Perché in Baviera, in Trentino e in Catalogna funziona e non in Sicilia o in Sardegna? Perché non c’è un partito del territorio. Lì secessioni non ce ne sono state perché hanno il partito che difende il territorio e non si sono affidati ai partiti nazionali.
Ora abbiamo l’impegno di questo nostro governo, fatto da tecnici e non è una bestemmia. Mi chiedevano: “e la mafia”? Io devo garantire corretta azione amministrativa e questa è la mia vera testimonianza antimafia. Dobbiamo delegificare e sfrondare le mille leggi che sono solo lacci e lacciuoli. Si deve stringere un patto tra gli assessori, i deputati, le forze sociali, il sindacato, i rappresentanti della produzione che si mettono insieme con le istituzioni per fare un’unica grande squadra.
Non so in quanti rivoli si perda la spesa della Regione. Dobbiamo tagliare gli sprechi e, finalmente, eliminare gli enti e società che ci costano milioni di euro. E questo governo deve evidenziare gli sprechi, denunciarli ed eliminarli, ma non in silenzio, denunciando i guasti che hanno caratterizzato il nostro passato. Fare volare la spesa soprattutto di fonte europea, rimodulando il Por perché i fondi devono essere spesi tutti e velocemente ma ben organizzati e ben orientati per produrre benefici alla nostra economia.
Non c’è bisogno solo degli assessori ma anche dei cittadini. Denuncino, i cittadini, gli sprechi e le disfunzioni. E lo facciano anche i dirigenti. Dobbiamo trattare la Regione come se fosse casa nostra. Per fare il Presidente si perde la testa ogni paio d’anni e si perde la bussola e tutti vogliono diventare Presidenti. Facciamo in modo che questa carica non faccia impazzire più nessuno e non valga niente sul piano del potere, dei privilegi e del controllo massiccio, capillare e soffocante.
Dimagriamo questa Regione dei 100mila dipendenti e della parte corrente del bilancio ingessata e bloccata. Decentriamo ai Comuni tutte le funzioni possibili e creiamo i liberi consorzi dei Comuni. A proposito dei prodotti dell’ agricoltura questi si vendono alla metà di quanto costa produrli. Sapete cosa ci abbiamo messo sopra per arrivare a questo risultato? Enti che costano svariati milioni di euro e di cui dobbiamo far piazza pulita di queste sciocchezze e prese in giro per la gente. Bisogna puntare sulla qualità sulla ricerca e sulla tracciabilità.
Il nostro Movimento deve svolgere una funzione fondamentale anche per fronteggiare gli attacchi che avremo e per farci vivere questa scommessa straordinaria che stiamo portando avanti. I nostri avversari scommettono, investono e disinformano giorno per giorno. E noi? Noi questo vento dell’Autonomia dobbiamo renderlo più forte perché pulisca la Sicilia dalla polvere e perché porti l’aria del cambiamento e dello sviluppo.
Se fallissimo, con il federalismo prossimo venturo, senza nessuna difesa forte della Scilia e del Sud, l’emarginazione sarebbe sicura. Non abbiamo la pretesa di aver raggiunto nessun traguardo ma di aver iniziato e di poter passare il testimone alle nuove generazioni. Qualcuno ha detto che “questa terra un giorno sarà bellissima”. Non era per niente un’illusione. Sarebbe offensivo ritenere che chi l’ha pronunziata abbia dato la vita, consapevolmente, invano. Era una certezza, che è anche la nostra: abbiamo inziato, l’abbiamo fatto con coscienza, con impegno e anche tra mille sofferenze, ma per noi è motivo di grande orgoglio, di grande onore e di grande merito. Andiamo avanti insieme lungo questa strada".


I dubbi e le spaccature del Partito Democratico - Botta e risposta tra Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi sul "caso Sicilia" nel corso di un dibattito conclusivo di una tre giorni dei 'bindiani' a Milano Marittima. "Credo che noi - ha spiegato Bersani - di fronte a questa radicale novità politica se ci ritraessimo e dicessimo che non ci interessa, faremmo una operazione che sarebbe ancora più difficile da sostenere. A un certo punto il partito, se è sicuro di sè, può dominare qualche passaggio problematico e rischioso, e vedere se da lì possono nascere condizioni per un giro di passo in una regione come quella siciliana che è sempre stata un granaio del centrodestra".
Alle parole del segretario ha replicato la presidente del Pd: "Prendiamo atto del fatto che la Sicilia non è un laboratorio politico - ha detto Rosy Bindi - ma Lombardo è un personaggio su cui pendono interrogativi politico-giudiziari molto seri. Uno che esprime una concezione del potere rispetto al quale noi siamo nettamente alternativi. Lui appartiene a quella prima Repubblica che ha preparato il disastro di questi anni. E Dio non voglia che arrivino elezioni politiche perché allora cosa fa? In Sicilia con noi e a Roma con il centrodestra? Ti consegno queste preoccupazioni", ha concluso la Bindi rivolta a Bersani, sottolineando la necessità di una "grande vigilanza". Una linea sui cui il segretario si è subito dichiarato d'accordo: "Sono favorevole a una operazione di largo coinvolgimento nella vigilanza del partito, bisogna attivare il partito per questo".
In Sicilia, il senatore del Pd Enzo Bianco, in una lettera aperta al segretario regionale del suo partito, Giuseppe Lupo, ha ribadito il suo "convinto no al governo siciliano guidato da Raffaele Lombardo" e la sua "netta contrarietà a un sostegno alla sua maggioranza".
"Il nostro elettorato - osserva Bianco - non capisce: in larga parte è contrario a un'operazione discutibile che certo non accresce quel profilo di coerenza senza cui non si recupera affidabilità e consenso". Secondo il senatore del Pd "gli scontri nel centrodestra" sono "la prova incontestabile di una verticale caduta della leadership di Berlusconi" ma "di questo sistema di potere Lombardo è colonna portante" e i "suoi metodi di governo sono gli stessi, forse solo più arroganti e monolitici, dei suoi alleati di sempre".
"Noi ci siamo impegnati con i siciliani che ti hanno eletto - ha scritto Bianco a Lupo - solennemente e in assoluta maggioranza a opporci a questo aggrovigliato sistema di potere che strangola la Sicilia. Se alcuni tra voi hanno cambiato idea e ritenete che siano maturate nuove ragioni, abbiamo il dovere di convocare a referendum quei 200.000 siciliani che hanno con fiducia partecipato alle primarie". "La giunta che Lombardo ha varato, anche per tuo merito - ha osservato ancora  il senatore del Pd - vede l'ingresso di uomini apprezzati e l'uscita di personaggi lontani dalla nostra cultura. Ma questo purtroppo non muta il giudizio negativo sul trasformismo, la spregiudicatezza, il carattere clientelare ed ambiguo dell'ennesimo governo Lombardo. Così come prudenza e cautela - ha concluso Enzo Bianco - avrebbero consigliato di tenere nel dovuto conto la pesante implicazione di Lombardo e del suo sistema di potere in una delle più delicate inchieste di mafia in Sicilia. Coinvolgimento che, allo stato degli atti, è tutt'altro che concluso e per il quale le indagini continuano".

[Informazioni tratte da Ansa, Repubblica/Palermo.it, La Siciliaweb.it]

- Il governo Lombardo, laboratorio del nulla di Sebastiano Messina

 

 

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27 settembre 2010
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