Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Rafforzata la scorta a Vittorio Sgarbi

Il sindaco dimissionario di Salemi ha incontrato il ministro dell'Interno e querelato Oliviero Toscani e Sonia Alfano

08 febbraio 2012

Il Ministero dell'Interno ha comunicato a Vittorio Sgarbi una rimodulazione del servizio di tutela: sostanzialmente un rafforzamento delle misure di sicurezza. Il Ministero ha sottolineato la necessità che la scorta viaggi sulla stessa vettura del sindaco e non, com'è avvenuto fino ad oggi, su un'altra auto. A renderlo noto è l'Ufficio stampa del sindaco dimissionario di Salemi.

E Vittorio Sgarbi ha replicato a Oliviero Toscani: «Oliviero Toscani è la versione maschile di Marina Ripa di Meana, un pubblicitario invecchiato male che, non avendo ottenuto quello che voleva a Salemi, con le sue richieste di finanziamento, ha chiamato mafia quello che a Lucca avrebbe chiamato "patto di stabilità". Il suo è un problema linguistico, che rivela un sostanziale razzismo. Ma non ne conoscevo le pur lecite inclinazioni omosessuali. Vedevo che mi guardava interessato, ma non pensavo innamorato. Lo capisco ora leggendo la menzogna che io avrei messo le mani sulle cosce delle donne, alle quali lui non era interessato. Sarò per questo costretto a querelarlo, dandogli ampia facoltà di prova, e portando in Tribunale tutte le ragazze che hanno, con diletto, toccato me e non lui. Il quale, peraltro, pur dichiarandomi inaffidabile, mi ha chiamato a collaborare in molte sue iniziative chiedendomi, per esempio, di presentare un suo ossessivo calendario sulle "fighe"; per quello ho difeso il suo diritto a rappresentare anche quello che, evidentemente, non gli piace».

Oliviero Toscani, intervistato da La Stampa, ha parlato della sua esperienza come assessore alla Creatività nella giunta di Salemi e delle sue dichiarazioni ai pm sul peso di Pino Giammarinaro nella macchina amministrativa del Comune. «Sgarbi? Non è un mafioso, come si dice a Milano è un pirla, e lo dico quasi con amicizia, con affetto», ha detto Toscani spiegando che a Salemi «... non si poteva fare nulla senza parlare con questo e con quell’altro, senza chiedere permesso, senza passare da un’infernale macchina burocratica che è mafia. Alla fine non potevo fidarmi di nessuno. Eravamo un cavallo di Troia, lì, una foglia di fico. E lui un ingenuo a denunciare le pale eoliche e a restare in quel sistema». «Avremmo avuto la possibilità di sconfiggere veramente la mentalità mafiosa - ha detto ancora Toscani, ricordando quanto era riuscito a mettere in piedi nel comune siciliano -. Con Sgarbi è impossibile fare qualsiasi cosa. Sempre in ritardo, totalmente inaffidabile, interessato alla tv, sempre con le mani sulle cosce delle donne. Con lui è tutto un po' un flop».

Sgarbi ha dato poi incarico all’avvocato Paolo Cicconi, di denunciare Sonia Alfano per avere dichiarato, sul suo blog, contro la verità, che «era già ben delineata l’importanza che le pressioni mafiose avevano sulla giunta di Vittorio Sgarbi». (Leggi il blog di Sonia Alfano su Il Fatto Quotidiano)
L’ex sindaco di Salemi ha infine confermato le dimissioni, e a chi gli ha chiesto se abbia qualche ripensamento ha risposto: «Non ci ho ripensato, perchè oggi mi hanno candidato a sindaco di Parma e ho accettato». Con quale schieramento? «Ho chiesto di avere uno schieramento come quello di Monti, cioè Pdl, Pd e Udc».

Intanto, il critico d'arte ha incontrato stamane a Roma, nella sede del Viminale, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. Nel corso del colloquio, durato poco più di un’ora, Sgarbi ha esposto la situazione di Salemi e illustrato «l’azione di rinnovamento e di pieno contrasto ad ogni abuso, anche nella tutela del centro storico e nello sforzo di impedire abbattimenti e distruzioni». Il ministro ha molto lodato, tra le altre cose, l’iniziativa delle «Case a 1 euro», «dispiacendosi dell’interruzione del procedimento di assegnazione delle case che riterrebbe opportuno anche in altre città di Sicilia».
«Ho detto al ministro – ha spiegato Sgarbi – di ritenere la richiesta di scioglimento ingiusta e discriminatoria. Ho difeso la dignità, l’onore di Salemi e dei consiglieri regolarmente eletti nelle liste promosse dall’ex deputato Pino Giammarinaro che aveva dunque legittimo titolo a discutere progetti e proposte politiche».
Sgarbi ha manifestato al ministro «la decisione di inoltrare un esposto, oltre che al ministro stesso, alla magistratura e al Prefetto di Trapani, per chiedere perché la valutazione delle presunte "infiltrazioni mafiose" sia stata ritenuta "necessaria" soltanto per il Comune di Salemi, dove l’azione dell’ex deputato Giammarinaro è stata legittimata da libere elezioni con presentazione di liste approvate dalla Prefettura e con un programma esposto in liberi comizi alla presenza delle forze dell’ordine, senza che nessuno mettesse sull’avviso il sindaco della, se non illegittimità, della inopportunità di fare attività politica con l’esplicito sostegno e accordo del suddetto Giammarinaro». «Né il Prefetto né il Questore e neppure il Comandante dei Carabinieri della locale stazione, che pure ben conosceva e conosce Giammarinaro - ha sottolineato Sgarbi al ministro - hanno mai manifestato perplessità o critiche al suo pubblico ruolo di leader politico che aveva titolo e obbligo di rappresentare la maggioranza, con lui, legittimamente eletta. Su queste ovvie considerazioni il ministro ha convenuto».

«Ho inoltre annunciato al Ministro - ha rivelato ancora Sgarbi - la mia decisione di chiedere "l’accesso agli atti" in tutti i comuni in cui sia provata l’influenza politica di Pino Giammarinaro e la presenza di rappresentanti della sua corrente politica, tanto più senza la presentazione di liste elettorali, ma solo sul piano della persuasione e delle conoscenze personali (ciò che può essere conseguentemente considerato "infiltrazione" o "regia occulta". A Salemi la "regia" fu manifesta e il sindaco fu il primo attore). Chiedo così che venga verificata l’influenza politica di Pino Giammarinaro a Mazara del Vallo, dove ha appoggiato la lista del candidato sindaco sostenuto dall’ex Pm Massimo Russo, in una singolare coincidenza tra quello che fu il magistrato inquirente e il suo indagato; a Castelvetrano, dove Giammarinaro ha indicato rappresentanti della sua corrente politica in giunta, oltre ad avere consiglieri di suo riferimento; a Marsala, dove vi sono consiglieri e assessori espressione sempre di Giammarinaro; ed ancora ad Alcamo, Calatafimi, Gibellina e Partanna. E alla Provincia regionale di Trapani dove la corrente di Giammarinaro ha espresso consiglieri e assessori che a lui rispondono. Ovvero in quelle città – osserva Sgarbi - in cui sono stati eletti consiglieri o nominati assessori amici, conoscenti, sodali, esponenti politici della stessa area del noto "ex sorvegliato speciale"».

«Solo a Salemi - ricorda Sgarbi - di cui si propone, senza alcuna indicazione di fatti ma solo sulla base di supposizioni, lo scioglimento dell’amministrazione, l’ex deputato Pino Giammarinaro ha agito alla luce del sole, con ciò negando il principio stesso di "regia occulta" o "infiltrazioni mafiose". Su questo piano Giammarinaro può aver condizionato qualunque amministratore e, anche in passato, non si è mai, da parte delle Forze dell’Ordine, omissivamente, indicato la sua influenza occulta. L’unica amministrazione che non era in grado di influenzare, per la presenza di un sindaco, senza liste politiche, che lo ha culturalmente e democraticamente contraddetto e contrastato su ogni proposta, è quella di Salemi.
Il paradosso vuole che – aggiunge Sgarbi – che quando Giammarinaro "influenzava" realmente, le amministrazioni sono state risparmiate. Quando invece non era in grado di farlo, e i suoi stessi consiglieri non rappresentavano le sue istanze, com’è accaduto a Salemi, si è proposto un immotivato scioglimento. Gli ispettori e gli inquirenti sembrano avere agito sulla suggestione di un noto mistificatore di professione, abituato a creare illusioni: Oliviero Toscani. Il quale ha chiamato mafia, come egli stesso ammette, la burocrazia».
«In compenso, contro la volontà di Giammarinaro – conclude Sgarbi – ho realizzato infinite iniziative per restituire onore al nome di Salemi, tra le quali, paradossalmente, lo stesso "Museo della Mafia"».

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, La Stampa, Ufficio per la Comunicazione della Città di Salemi]

- Sgarbi non è più sindaco di Salemi (Guidasicilia.it, 07/02/12)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

08 febbraio 2012
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia