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Raid in Libia: la mozione della Lega in 6 imprescindibili punti

Il Carroccio presenta una mozione che, come ha sottolineato Umberto Bossi, "porrà fine alle ostilità"

30 aprile 2011

Non si abbassa la tensione nel governo sulla Libia. E' di ieri sera l'annuncio del leader della Lega Umberto Bossi di una mozione per la fine delle ostilità.
"Da una parte c'è una Lega contrariata e contraria al crescere di una partecipazione ad azioni militari. Dall'altra esiste la precisa volontà di evitare la crisi di governo". Questi i 'principi ispiratori' della mozione leghista sulla Libia, pubblicata oggi, su 'La Padania'. Un documento a cui hanno lavorato lo stesso Senatur, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti e che "ha portato alla presentazione di una mozione - si legge sul quotidiano leghista - in 6 punti. Mozione che 'porrà fine alle ostilità' come ha sottolineato Umberto Bossi".
Insomma, per ora il governo tiene, ma l'alleanza Pdl-Lega continua a vacillare. Ancora ieri il Carroccio, per bocca di Umberto Bossi ha lanciato un chiaro avvertimento a Berlusconi: "Se Silvio non cambia linea, può capitare di tutto". Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, si è irritato invece nel leggere l'interpretazione data dai berlusconiani alla vicenda: "E' abbastanza irritante sentir parlare di fibrillazioni interne alla Lega: se c'è un partito in cui quando parla uno, Bossi, parlano tutti è proprio il nostro".

Le opposizioni cavalcano le divisioni. Pierluigi Bersani, leader del Pd, non ha dubbi: "Il governo, ha perso la faccia, è una barca senza la rotta". E se la maggioranza ragiona sulla possibilità di presentare una mozione in Parlamento da sottoporre al voto dell'Aula, i democratici hanno depositato la propria mozione favorevole alla linea scelta dall'esecutivo con l'obiettivo di rendere palesi le divisioni Pdl-Lega.
L'Idv chiede invece, per bocca di Antonio di Pietro, che il Pd "non faccia la stampella alla maggioranza". "Non vorremmo mai che il voto del 3 maggio si trasformasse da una Caporetto del centrodestra nella pietra tombale del centrosinistra", dice il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi. "Tutte le opposizioni, unite, votino contro la risoluzione del governo - aggiunge Antonio Borghesi - la maggioranza è in frantumi e dobbiamo cogliere questa straordinaria opportunità". "Appoggiando l'intervento in Libia - dice il capogruppo al Senato, Felice Belisario - i partiti dell'opposizione farebbero un grande favore al governo, proprio quando è chiaramente imploso per la mancanza di una politica condivisa. I bombardamenti faranno perdere del tutto credibilità al nostro Paese, agganciandolo al traino di altre nazioni e costringendolo ad una guerra che la nostra Costituzione ripudia. All'Italia serve una svolta e serve subito. L'unica mozione che promuove un cambio di rotta è quella dell'Idv, chiaramente contraria all'inasprimento dell'impegno in Libia".
La mozione sulla Libia che il Pd presenterà alla Camera il prossimo 3 maggio, garantisce Bersani, non sarà la sponda al governo: "E' l'esatto contrario del salvagente. La nostra è una mozione in grado di fare emergere le storture della maggioranza. Di questo si tratta. Il governo è una barca senza rotta e senza timone ormai da mesi, sia nella politica interna, sociale, economica, del lavoro e sia in quella internazionale. Abbiamo perso credibilità abbiamo perso la faccia con mezzo mondo, abbiamo avuto delle catastrofi diplomatiche, anche recenti, vedi l'incontro con la Francia e adesso ci segnaliamo per uno sbandamento micidiale su un tema delicatissimo come quello della Libia".

Ma ritornando alla Lega, questa, dunque, non fa marcia indietro e alla fine pone 6 'paletti' per trovare una quadra sulla Libia e in particolare chiede che venga indicata una data entro la quale ci sia lo stop di ogni azione militare.
Questi i dettagli del documento. "Il primo punto chiave della mozione - si spiega su 'La Padania' - riguarda la guerra a Gheddafi: non ci sia un escalation che porti ad azioni di guerra". Il secondo punto: "Occorre intraprendere una intensa azione diplomatica" perché "purtroppo le bombe non sono mai intelligenti". Per questo, "e siamo al punto focale della mozione, vien proposto di fissare un termine entro il quale far cessare qualsiavoglia azione militare. Termine rigorisissimo, da comunicare immediatamente al Parlamento". Il Carroccio chiede inoltre che "non avvenga un inasprimento della pressione tributaria per finanziare le nostre missioni". Ultima, "ma di assoluta importanza, la richiesta di promuovere un concorso reale tra tutti i paesi alleati sui temi scottanti delle ondate migratorie". Tema ancora più caldo dopo la bocciatura della Corte di Giustizia europea del reato di immigrazione clandestina (LEGGI). "E' più che mai necessario intraprendere iniziative finalizzate al superamento delle criticità conseguenza della sentenza".

LA MOZIONE DELLA LEGA NORD
La Camera:
- Considerati i contenuti della Risoluzione Onu 1973/2011 e della Risoluzione 600071 approvata il 24 marzo 2011 dalla Camera dei Deputati nonché delle comunicazioni rese dal governo alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato in data 27 aprile 2011;
- tenuto conto dei rilevanti fenomeni migratori dalle coste del Nordafrica e della sentenza della Corte di Giustizia europea del 28 aprile 2011 nella causa C-61/11 ppu in relazione al reato di immigrazione clandestina; - considerato che una maggiore flessibilità operativa dei nostri velivoli che consenta azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico potrebbe determinare il rischio concreto: di nocumento anche alle popolazioni civili, di un incremento dei flussi migratori, di maggiori oneri per lo stato italiano e conseguenze incremento della pressione fiscale per i cittadini.

Impegna il governo a:
1) intraprendere immediatamente una decisa e forte azione politica sul piano internazionale finalizzata ad una soluzione per via diplomatica della crisi libica che ristabilisca condizioni di stabilità, pace e rispetto dei diritti umani ponendo fine alla fase militare e ai bombardamenti;
2) escludere per il futuro qualunque nostra partecipazione ad azioni di terra sul suolo libico;
3) a fissare un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, di cui in premessa, che comunque debbono attuarsi nel totale rispetto dell'art. 11 della Costituzione ed esclusivamente come strumento di difesa ad azioni ostili, reali, concrete ed attuali rivolte contro i nostri velivoli ovvero contro la popolazione civile ed in condizioni di assoluta sicurezza per la popolazione civile stessa e per i nostri operatori;
4) non determinare aumenti della pressione tributaria finalizzati al finanziamento della missione in oggetto, operando nell'ambito degli stanziamenti ordinari per la difesa;
5) intraprendere ogni iniziativa finalizzata al superamento delle criticità conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue di cui in premessa;
6) dare piena attuazione alla Risoluzione n. 600071 di cui in premessa promuovendo il reale concorso di tutti i Paesi alleati rispetto alle ondate migratorie in essere, all'asilo dei profughi e al contrasto dell'immigrazione irregolare.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

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30 aprile 2011
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