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Redditi sul Web: indagato il direttore dell'Agenzia delle Entrate

Massimo Romano iscritto nel registro per violazione della legge sulla privacy

09 maggio 2008

Violazione della legge sulla privacy: è questa l'ipotesi di reato per la quale la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati Massimo Romano, direttore dell'Agenzia delle Entrate. Il provvedimento è relativo alla diffusione in Rete dei dati dei contribuenti del 2005, diffusi dalla stessa Agenzia delle Entrate il 30 aprile scorso.
A Massimo Romano il procuratore aggiunto Franco Ionta e il pm Francesco Polino hanno inviato un invito a comparire. L'inchiesta dovrà accertare tra le altre cose come mai gli elenchi, disponibili già all'inizio del mese di marzo, sono stati pubblicati online il 30 aprile. In sostanza si dovrà accertare anche se questo lasso di tempo sia stato in qualche modo viziato da dolo.

Indagando Romano, la procura ha formalizzato la decisione dell'Agenzia delle Entrate assunta due giorni fa secondo cui la pubblicazione degli elenchi dei contribuenti contrasta con la normativa in materia. L'Agenzia delle Entrate aveva difeso la scelta, per ora di responsabilità amministrativa (ma la procura dovrà accertare se c'è stato un input politico) riferendosi alle norme sulla pubblicità delle dichiarazioni, sottolineando la validità delle comunicazioni via Internet e spiegando che l'informazione online, senza mediazioni di terzi e curata dalla stessa amministrazione pubblica è "garanzia", "trasparenza", "affidabilità". Romano sostenne tra l'altro anche che la pubblicazione online era uno stimolo a non evadere le tasse.
Ionta e Polino hanno chiesto e ottenuto il parere del Garante per la privacy con cui lo stesso Garante ha censurato la pubblicazione on line dei dati fiscali. L'indagine prosegue ora anche sul fronte della "clonazione" degli stessi dai tramite il file sharing, dall'originario elenco dell'Agenzia delle Entrate. Le dichiarazioni dei redditi del 2005 infatti, sono rimaste disponibili in Rete anche dopo lo stop imposto dal Garante della privacy.
In procura a Roma è intanto giunta la denuncia del Codacons con la quale l'associazione dei contribuenti chiede un risarcimento di 20 miliardi di euro dopo la pubblicazione dei dati online.

Fonte: Corriere.it

- Redditi, Web e Trasparenza (Guidasicilia.it, 06/05/08)

- La diffusione online dei redditi è illegittima (Guidasicilia.it, 07/05/08)

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09 maggio 2008
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