Regionali 2006: Forza Italia punta ancora su Cuffaro, che non dice di no ma con qualche riserva
Cuffaro: ''Sarò il candidato della Cdl se il mio partito non deciderà di rompere con gli alleati''
Una sessantina tra parlamentari nazionali e regionali di Forza Italia, con i ministri Gianfranco Miccichè, Stefania Prestigiacomo e Enrico La Loggia, riuniti per due giorni al Jolly hotel di Agrigento, ha di fatto dato il via alla campagna elettorale per il doppio appuntamento della prossima primavera con le urne in Sicilia, quando si voterà oltre che per le politiche anche per le regionali.
Nella terra che nel 2001 ha consentito alla Casa delle libertà di realizzare uno storico cappotto sul centrosinistra, i 61 seggi a zero ''fanno parte della storia - dice il presidente dei senatori azzurri, Renato Schifani - soprattutto se sarà varata la riforma in senso proporzionale della legge elettorale. Ma dall'Isola deve partire una operazione di comunicazione, affinché la gente sappia quello che abbiamo realizzato in Sicilia e nel Mezzogiorno''.
La prima ''macchina'' elettorale la mette in pista il coordinatore regionale del partito, Angelino Alfano, che punta su quattromila giovani volontari, cento per ognuno dei 41 collegi territoriali, ''che si muovano con passione ed entusiasmo''. La due giorni agrigentina è stata condizionata dalle notizie che arrivavano da Roma sugli alleati dell'Udc. Mentre in Sicilia il ministro Gianfranco Miccichè si dice certo che il candidato della Cdl alla presidenza della Regione sarà Salvatore Cuffaro, da Ladispoli l'attuale governatore dell'Isola, che è anche vicesegretario dell'Udc, si lascia una porta aperta: ''Sarò il candidato della Cdl - dice - se il mio partito non deciderà di rompere con gli alleati''.
Dichiarazioni che non bastano a frenare l'ottimismo di Miccichè: ''Sotto qualunque sigla, ma ritengo che quella dell'Udc di Cuffaro correrà per la Casa delle libertà''. Poi Miccichè boccia ancora una volta l'ipotesi di elezioni anticipate in Sicilia, tanto care al governatore e a Raffaele Lombardo, fuoruscito dal partito di Follini per costituire il Movimento per l'Autonomia. E proprio Lombardo ancora ieri ha spiegato di essere trasversale agli schieramenti. ''Dichiarazione che non ci fa gioire - sottolinea Schifani - ma Lombardo è stato nostro alleato a Catania ed è il presidente della Provincia di Catania eletto nella Cdl. Coerenza vorrebbe...''.
E che di Lombardo si sia parlato al vertice agrigentino lo conferma anche il senatore Carlo Vizzini: ''Certo che ne abbiamo discusso, è come chiedere a qualcuno che esce dal cinema se ha visto il film''. Intanto, Alfano ha messo a punto un calendario di appuntamenti che non lascia tregua da qui a primavera: il 16 e 17 settembre si vedranno a Bronte, paese dell'eurodeputato di Fi Giuseppe Castiglione, il meno tenero con Cuffaro, che ieri chiedeva ai suoi compagni di partito se non fosse il caso di chiedere qualche preciso impegno elettorale al governatore.
Ma quello di Agrigento non è stato il vertice del dissenso, anche se il vicepresidente dell'Assemblea siciliana Salvo Fleres rimarca la scarsità di analisi. Piuttosto si è verificato il passaggio sostanziale di poteri tra Miccichè e il neo coordinatore siciliano Alfano. ''Dopo la gestione di un 'Cesare' come Gianfranco - sintetizza Schifani - era chiaro che ci sarebbe stato un periodo di assestamento. Oggi c'è stata la svolta, perché siamo entrati nella fase del confronto, dell'unità e della responsabilità''.
Fonte: La Sicilia, 6 Settembre 2005