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Report Sicilia 2006: dopo cinque anni di recessione per l'economia siciliana un ''cauto ottimismo''

19 luglio 2006

Sono stati anni difficili, ma dopo cinque anni di recessione, la Sicilia sembra stia pian piano alzando la testa, ed è in lenta ripresa. E' un ''cauto ottimismo'' quello che caratterizza il Report Sicilia per il primo semestre del 2006, presentato ieri alla facoltà di Economia di Palermo e realizzato dagli economisti del Diste (Dipartimento studi territoriali) assieme alla Fondazione Curella e al Cirmet (Centro interdipartimentale per il monitoraggio dell'economia del territorio dell'Università di Palermo).
Secondo gli ultimi rilevamenti in tutti i settori, l'attività produttiva si sta gradatamente rafforzando e questo porterebbe a una crescita stimata del Pil per il 2006 dell'1%, dopo che nell'anno precedente la Sicilia si era attestata sullo 0,2%. Secondo Alessandro La Monica, del Diste, in questa maniera si può prevedere una ripresa dei consumi, rimasti invariati negli ultimi 5 anni.
Trend positivo anche per l'occupazione, come il turismo, dove si registra una diminuzione di arrivi ma un aumentano delle presenze, segno che viene preferito sempre di più un soggiorno di lungo periodo.

I dati positivi di maggior rilievo registrati nel Report, e che fanno ben sperare in un ulteriore sviluppo dell'Isola per l'anno corrente, riguardano il mondo del lavoro. Nel 2005 gli occupati sono cresciuti di 32.000 unità facendo registrare un incremento del 2,2% rispetto al 2004. La crescita del numero di lavoratori è aumentata maggiormente per la componente femminile (+4,3%) rispetto a quella maschile (+1,2%). Anche il tasso di disoccupazione ha fatto registrare un calo rispetto al 2004 (17,3%) raggiungendo nel 2005 quota 16,2%, sebbene la Sicilia rimane fanalino di coda mantenendosi distaccata rispetto alla media nazionale di 8,5 punti percentuali.
Anche il mercato delle autovetture ha fatto registrare un incremento del 1,3%. In salita anche il credito al consumo con una crescita delle società finanziarie pari al 113,5% e delle banche pari al 54,5%. In materia di esportazioni il 2005 è stato per la Sicilia un anno molto positivo, le esportazioni sono aumentate del 31,2%, ben al di là delle performance nazionali (+4%) e dal mezzogiorno (11,3%).
Sono addirittura risultati migliori le performance dell'export siciliano al netto delle componenti oil (prodotti petroliferi) con un aumento rispetto al 2004 del 6,5% ed una diminuzione dell'import del 15,4%. Di conseguenza la bilancia commerciale siciliana al netto delle componenti petrolifere fa segnare nel 2005 un avanzo di ben 547 milioni di euro.

Ma si parlava, comunque, di ''cauto ottimismo'' proprio perché non mancano le note dolenti. Queste arrivano dall'industria, che a causa della diminuzione dei consumi ha dovuto fare i conti con un eccesso di capacità produttiva. Gli investimenti in macchinari e attrezzature è sceso del 5% e rispetto al 2005 sono meno anche le imprese attive. ''Il report del Diste - ha detto il segretario della Cgil, Italo Tripi - non si distacca molto dalle nostre previsioni anche se noi siamo un po' più pessimisti. Le risorse della Regione non sono usate con il giusto criterio e molte si perdono. Si punta a gestire l'esistente piuttosto che investire sul futuro. Bisogna cambiare rotta''.

La ripresa del sistema turistico italiano
''I primi dati a consuntivo cominciano a confermare che il sistema turistico dell'Italia è tra i primi al mondo ed il comparto alberghiero si attesta come la struttura portante''. È questo il commento del Presidente della Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, alla lettura dei primi risultati dell'Osservatorio Turistico Alberghiero elaborato dalla Federalberghi.
L'analisi è stata svolta nell'ambito del programma "Check Turismo 2006", varato dalla Federazione per tenere sotto stretto controllo l'andamento del mercato turistico e si è basato su un'indagine compiuta in questi giorni su un campione di circa 1.100 alberghi disseminati sull'intero territorio nazionale, equamente ripartiti per tipologie e classificazione.
''Questo lusinghiero risultato - aggiunge Bocca - dimostra che il comparto ricettivo del Bel Paese, pur ancora in affanno dopo anni di crisi, è capace di esprimere un rapporto qualità-prezzo eccellente, al punto da invogliare gli italiani ad andare meno all’estero e gli stranieri a scegliere di più l'Italia. Di fronte perciò a tali numeri - prosegue il Presidente degli Albergatori italiani - riteniamo che siano due le linee strategiche da seguire per consolidare i risultati e rafforzare la crescita, indispensabile per il mantenimento dei livelli occupazionali e per le casse dello Stato''. ''Da un lato - ha affermato Bocca - condividiamo la proposta di alcuni economisti, espressa nei giorni scorsi, secondo la quale va tenuto sotto controllo il costo del lavoro, in quanto pur di fronte ad una crescita dei pernottamenti i bilanci degli alberghi sono in calo, dall'altro auspichiamo che il Governo riesca a reperire quelle risorse indispensabili per finanziare il rilancio dell'immagine turistica dell'Italia nel Mondo. Una ricetta che riteniamo vada nella direzione imboccata anche dalle recenti scelte dell'Esecutivo''.
Tornando ai dati nel particolare, quanto ai pernottamenti nel periodo compreso tra gennaio e giugno, è una cifra record quella che emerge dalle prime proiezioni dell'Osservatorio Turistico Alberghiero
della Federalberghi. Sono stati, infatti, quasi 104 i milioni i pernottamenti fatti registrare dal sistema ricettivo del Bel Paese, pari quasi al +2% rispetto allo stesso periodo del 2005, che ne assommò circa 102 milioni. Di essi 56,5 milioni sono stati fatti registrare dagli italiani e 47,5 milioni sono stati segnati dagli stranieri.
Tra i mesi più gettonati, per gli italiani, a parte il mese di gennaio che ha fatto segnare un -1% di pernottamenti, tutti gli altri mesi hanno visto un segno in positivo. Maggiormente altalenanti, invece, gli stranieri. (Fonte: Aise)

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19 luglio 2006
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