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Reza Khan, l'assassino della giornalista del Corriere della Sera, Maria Grazia Cutuli, è stato giustiziato

09 ottobre 2007

E' stato giustiziato ieri a Kabul Reza Khan, condannato a morte nel novembre del 2004 per l'uccisione della giornalista italiana Maria Grazia Cutuli, del collega spagnolo di El Mundo, Julio Fuentes e dell'australiano Harry Burton, assassinati il 19 novembre del 2001 in Afghanistan insieme al fotografo afgano Azizula Haidari. A darne notizia è stata la televisione di Kabul, secondo cui insieme a Reza Khan sono stati giustiziati altri 14 detenuti, tra i quali il rapitore della cooperante italiana Clementina Cantoni, dipendente dell'Organizzazione non governativa Care International. L'uomo è stato identificato con il solo nome di Farhad ed è definito complice della banda che rapì la volontaria a Kabul il 16 maggio del 2005 e rilasciata tre settimane dopo.

L'inviata catanese del Corriere della Sera, Maria Grazia Cutuli, venne uccisa mentre viaggiava in macchina insieme ai colleghi stranieri sulla strada tra Jalalabad e Kabul poco dopo la caduta del regime dei Taliban.
Durante il processo celebrato a Kabul tre anni fa, Reza Khan aveva ammesso solo la responsabilità della morte del fotografo afgano, versione alla quale il Tribunale per la sicurezza nazionale non aveva creduto, condannandolo a morte per i quattro omicidi, oltre che a 15 anni di prigione con l'accusa di aver violentato la giornalista del Corriere della Sera.

Per la giustizia italiana invece, molto probabilmente, non ci sarà nessun colpevole per quell'omicidio. Infatti, nonostante l'azione della giustizia afghana nei confronti dei colpevoli, va considerata nulla la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal procuratore aggiunto di Roma Italo Ormanni nei confronti di sei afghani (Raeza Khan, Mar Jan, Miwa Jan, Mohmmad Taher Fedai, Mamur Gol Feiz e Zar Jan) indagati per rapina aggravata ed omicidio volontario in relazione alla morte, avvenuta sulla strada tra Kabul e Jalalabad, della giornalista.
A stabilirlo alla fine di agosto è stata la settima sezione penale della Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso di Ormanni contro l'ordinanza con cui, il 14 marzo scorso, il gup di Roma Carla Santese, aveva sancito la nullità della suddetta richiesta di rinvio a giudizio e disposto la restituzione degli atti al pm. Il giudice dell'udienza preliminare, infatti, aveva rilevato la mancata notifica agli indagati dell'avviso di fine inchiesta e, dunque, richiesto al procuratore aggiunto di svolgere tutte le verifiche possibili per rintracciare i sei afghani e comunicare loro la conclusione dell'indagine. Ormanni, dunque, si era rivolto alla Suprema Corte definendo ''abnorme'' il provvedimento del gup, ''risultando ineseguibili le attività di ricerca processuale richieste'' dal giudice Santese: l'Afghanistan, aveva osservato il procuratore aggiunto della Capitale, è un paese segnato dalla guerra, non vi sono uffici anagrafici e non esiste una condizione di reciprocità giudiziaria tra quel Paese e l'Italia, per cui le possibilità di rintracciare gli indagati per le notifiche degli atti sono davvero poche.
 
Afghanistan : giustiziato l'assassino di Maria Grazia Cutuli
di Mauro W. Giannini* (Fonte: www.osservatoriosullalegalita.org)

Reza KhanL'Afghanistan ha giustiziato 15 prigionieri, compreso l'assassinio di Maria Grazia Cutuli ed un rapitore di Clementina Cantoni. I 15 sono stati uccisi domenica sera a colpi di arma di fuoco, come ha spiegato alla stampa il capo della prigione dove i condannati erano detenuti.
E' la prima volta in tre anni che in Afghanistan viene applicata la pena di morte. I Talebani effettuavano le esecuzioni in pubblico, spesso allo stadio di Kabul, ma la pratica è cessata verso la fine del 2001. Le ultime esecuzioni erano quelle dell'aprile 2004, quando Amnesty International aveva protestato dicendo che il presidente Hamid Karzai aveva assicurato il gruppo dell'intenzione di istituire una moratoria sulla pena di morte. Sull'esecuzione di domenica non ci sono stati commenti del governo afghano, anche se la settimana scorsa un portavoce presidenziale aveva detto che Karzai non gradisce personalmente le esecuzioni, ma obbedirà alla legge afgana che la prevede. Infatti il presidente ha approvato le esecuzioni dei 15 condannati dopo la decisione finale della Corte Suprema.

Fra i giustiziati, un rapitore dell'operatrice umanitaria italiana Clementina Cantoni e Reza Khan, condannato per adulterio e per l'uccisione di tre giornalisti stranieri e di un fotografo afghano nel 2001. I quattro, fra cui Maria Grazia Cutuli, sono stati tirati fuori dalle loro automobili, derubati e sparati nei pressi di Jalalabad mentre stavano dirigendosi a Kabul dopo che la città era stata abbandonata dai Talebani a seguito del bombardamento USA.
Le esecuzioni potrebbero complicare i rapporti fra l'Afghanistan ed alcuni paesi della NATO in cui la pena di morte è proibita e che hanno dislocato forze nel Paese. Fra questi l'Italia. Tom Koenigs, capo della missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan, ha detto che l'ONU ha espresso la sua preoccupazione per l'uso della pena di morte molte volte, in passato, e che hanno sostenuto la moratoria di fatto osservata dall'Afghanistan in questo periodo.

* si ringrazia Claudio Giusti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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09 ottobre 2007
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