Ricordate la lite tra medici al Policlinico di Messina?
La procura di Messina ha chiesto l'archiviazione per tre dei sei indagati
La procura di Messina ha chiesto l'archiviazione per tre dei sei indagati, nell'inchiesta che riguarda la lite, avvenuta nell'agosto 2010 durante le fasi precedenti a un parto, tra due medici del reparto Ostetricia del Policlinico di Messina.
Secondo la denuncia del padre del piccolo, Matteo Molonia, la lite avrebbe procurato ritardi, causando l'asportazione dell'utero alla donna e danni neurologici al bambino. "Mi sembra assurdo - spiega Molonia - che tra la nascita di mio figlio alle 8,55 e l’inizio del parto avvenuto alle 8,30 siano passati venticinque minuti, quando per un normale cesareo in anestesia totale ci vogliono massimo 9 minuti. Il resto del tempo che cosa è accaduto? Dovranno spiegarmelo. Ritengo che durante il dibattimento la verità verrà fuori".
La procura ha chiesto l'archiviazione per l'ex primario del reparto Domenico Granese e per i medici Alfredo Mancuso e Vittorio Palmara, intervenuti in un secondo tempo per operare la donna; mentre rimangono indagati i due medici che avrebbero litigato, Vincenzo Benedetto e Antonio De Vivo, e l'ostetrica Franca Crisafi. Tutti erano accusati di omissioni di atti d’ufficio e lesioni gravi.
La decisione della magistratura arriva dopo la consegna delle perizie degli esperti della procura. Secondo quest'ultimi l'emorragia delle puerpera non poteva essere tamponata se non con l'asportazione dell'utero e il ricorso al parto cesareo era necessario perchè c'era una sofferenza fetale. La rissa tra i due medici sarebbe nata dopo che Bendetto aveva detto a De Vivo di andarsene perché lui era di turno e poi De Vivo essendo borsista non poteva restare lì. A questo punto ci sarebbero stati degli spintoni e poi De Vivo avrebbe dato pugno contro la finestra e si sarebbe ferito ad una mano. Intanto le condizioni del bambino erano diventano critiche e si è dovuto procedere con un cesareo d'emergenza. Il piccolo è andato due volte in arresto cardiaco, la mamma un'ora dopo il parto ha avuto un'emorragia ed è stata operata una seconda volta, per l'asportazione dell'utero.
Il procuratore aggiunto Ada Merrino e il sostituto Federica Rende hanno aperto però un'altro fascicolo con l'accusa di abuso d'ufficio nei confronti del prof. Granese e di Antonio De Vivo, proprio per la presenza di quest'ultimo in reparto, nonostante fosse un borsista e non potesse assistere i pazienti. Si indaga anche su altri casi dove De Vivo avrebbe assistito altre pazienti in reparto pur non potendolo fare. [Articolo di Gianluca Rossellini, Corriere del Mezzogiorno]
- Incommensurabile vergogna (Guidasicilia.it, 20/09/10)