Ricordate la storia del "pomodorino mafioso"?
Archiviato il procedimento contro il conduttore Alessandro Di Pietro: consigliò di boicottare il pomodorino di Pachino per mettere in difficoltà la mafia
Vi ricordate quando il conduttore di RaiUno Alessandro Di Pietro, il 3 febbraio del 2011, nella puntata della trasmissione "Bontà Loro", diretta da Maurizio Costanzo, invitò i consumatori a non acquistare per un solo giorno il tipico pomodorino siciliano definendo la sua produzione "in odore di mafia"?.
Ecco, se ve lo ricordate, ricorderete anche l’immediato ricorso ai tribunali che fece il Consorzio di tutela della IGP Pomodoro di Pachino, che presentò querela per calunnia e diffamazione contro la tv di Stato e in particolare contro Alessandro Di Pietro e Maurizio Costanzo. La puntata finì così sotto la lente della magistratura.
Giovedì è giunta la sentenza che archivia il procedimento penale. Il giudice Valerio Savi ha infatti ritenuto infondate le accuse di calunnia e diffamazione rivolte a Di Pietro. Il conduttore si riferiva ai pomodorini rossi della provincia di Siracusa, sui quali il procuratore antimafia Pietro Grasso così si era espresso in passato: "Quel tipo di prodotto viene trasportato dal sud della Sicilia al mercato di Fondi, a Latina, per essere confezionato e poi trasferito nuovamente in Sicilia per la distribuzione nei grandi magazzini". Il mercato di Fondi è al centro di diverse investigazioni antimafia e i passaggi forzati farebbero lievitare i costi al consumo fino a undici volte il prezzo alla produzione. [Informazioni tratte dal Corriere del Mezzogiorno]
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