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Ridotta la pena a Massimo Ciancimino

La Cassazione ha ridotto le condanne in relazione alla vicenda legata al "tesoro" di Don Vito

06 ottobre 2011

La Cassazione ha ridotto le condanne in relazione alla vicenda legata al tesoro dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. In particolare la seconda sezione penale nei confronti del figlio dell'ex sindaco Massimo Ciancimino ha ricalcolato la pena al ribasso portandola da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 8 mesi. Stessa riduzione della pena per il tributarista Gianni Lapis, condannato in appello a 5 anni ora a 2 anni e 8 mesi. Lapis rispondeva di intestazione fittizia di beni (accusa prescritta) e tentata estorsione ai danni degli eredi di uno dei soci di don Vito.
In particolare, piazza Cavour ha considerato prescritti 3 dei 6 reati contestati agli imputati. E ha annullato senza rinvio la sentenza d'appello relativamente al capo di imputazione per l'intestazione fittizia dei beni.

Un risultato che l'avvocato di Lapis definisce un buon successo. "Con questo annullamento - ha affermato l'avvocato Franco Messina - la Cassazione ha inteso dire che il tesoro di Ciancimino non può essere in alcun modo riferito a Lapis".
Ciancimino, che è ai domiciliari con l'accusa di detenzione di esplosivo, non tornerà in carcere perchè parte della pena è coperta da indulto e parte è stata espiata in custodia cautelare. A suo carico restano comunque un'indagine per concorso in associazione mafiosa e una per calunnia ai danni dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro. La Corte ha confermato anche la confisca all'imputato di beni per 60 milioni di euro riconducibili, secondo l'accusa, al tesoro illecito accumulato dal padre.
La Cassazione ha inoltre annullato senza rinvio la condanna di un anno inflitta, in appello, a Epifania Scardino, madre di Ciancimino e vedova dell'ex sindaco. La donna, che esce dunque assolta, era imputata di fittizia intestazione di beni, reato dichiarato prescritto.

ECCO IL PATRIMONIO SEGRETO DI DON VITO - Immenso il tesoro di Vito Ciancimino, in riferimento al quale il figlio Massimo è stato condannato per riciclaggio in via definitiva dalla Cassazione. Cuore dell'impero economico era la Gas Gasdotti azienda siciliana spa, operante nel settore della metanizzazione. Dal 9 novembre 2002 ne era presidente e ad Gianni Lapis, socio dal 1981, avvocato tributarista amico e collaboratore di Ciancimino. Questa società è inquadrata nel più ampio "Gruppo Gas", della cui appartenenza a Vito Ciancimino hanno parlato anche numerosi pentiti. La vendita il 13 gennaio 2004 del Gruppo Gas alla spagnola Natural Gas Sdg aveva fruttato a Ciancimino e Lapis circa 60 milioni.
La complessa analisi bancaria ha permesso di ricostruire l'esatta destinazione delle somme incassate: per investimenti nella società Sirco Spa, sempre riconducibile a Ciancimino; per depositi in un conto cifrato presso il Credito Lyonnais di Ginevra; per l'acquisto di una Ferrari Scaglietti, di una imbarcazione "Itama 48" denominata "Nonno Attilio", poi sostituita con una più grande, "Vito Andrea", di altre auto di grossa cilindrata; per l'acquisto di un elicottero per conto dell'Air Panarea Srl e di residence a Salina.
L'analisi di conti correnti aperti in vari paesi esteri (Spagna, Svizzera e Romania), ha consentito ai magistrati, anche grazie all'Ufficio Italiano Cambi, di giungere all'individuazione di numerose disponibilità su banche olandesi e svizzere, gestite dall'avvocato romano Giorgio Ghiron, ma ritenute appartenenti al patrimonio personale di Vito Ciancimino e utilizzate tra l'altro per l'acquisto di numerosi beni mobili ed immobili tra cui appartamenti nel centro storico di Palermo, auto di lusso, ed investimenti in società tra cui la Pentamax e la Cater meat.
Con lo stesso provvedimento il Gip aveva disposto il sequestro della "Itama 55" denominata "Vito Andrea", ormeggiata presso il molo turistico di Palermo Marina di Villa Igiea; del capitale sociale e complesso dei beni aziendali della Cater Meat, società operante nel settore del commercio all'ingrosso di prodotti alimentari e delle carni in particolare, e l'immobile di via Celona II 23; dell'immobile sito in Palermo via dello Spasimo, 46, intestato ai fratelli Massimo e Roberto Ciancimino; del capitale sociale e complesso dei beni aziendali della Pentamax, rappresentante per la Sicilia Occidentale della Chateau d'Ax, un immobile a Marsala; azioni della società Kaitech con sede in Milano, per un valore di 1,9 mln, intestate alla Camtech Sa di Lussemburgo.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Repubblica/Palermo.it]

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06 ottobre 2011
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