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Rifondazione... Cosa Nostra

Maxi blitz antimafia: 99 arresti. I boss del Capoluogo volevano ricostituire la ''cupola''

16 dicembre 2008

Ben 99 persone sono state fermate stamane all'alba dai Carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Tra questa "piccola popolo criminale" i nuovi capi delle famiglie mafiose del Capoluogo siciliano che, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, stavano tentando di ricostruire la "Commissione provinciale" con il progetto più abizioso, sostenuto dal boss latitante Matteo Messina Denaro, di riportare in vita l'intera Cupola mafiosa, proprio quella che, ai tempi di Totò Riina, ha deliberato i fatti di sangue più tragici nella storia di Cosa nostra ed è l'organismo deputato a prendere le decisioni più importanti.

La maxi operazione denominata "Perseo", ordinata dai pm della Dda, sembra aver dunque stroncato sul nascere un grande progetto criminale, tanto che gli investigatori definiscono "storica" l'azione di stamane portata a compimento grazie al lavoro di oltre 1200 carabinieri, elicotteri ed unità cinofile, che si sono mosse anche in alcune province della Toscana.
Nella provinvcia Palermitana diversi i centri che si sono svegliati "assediati" dalle Forze dell'ordine, in particolare Bagheria e Belmonte Mezzagno, così pure alcune zone del capoluogo. Le scene del maxiblitz viste stamani all'alba ricordano quelle di vent'anni fa, quando l'allora pool antimafia ordinava retate in seguito alle dichiarazioni dei primi pentiti di mafia. Adesso ad accusare i boss ci sono le intercettazioni.

L'indagine dei carabinieri del Reparto operativo di Palermo è durata 9 mesi, insieme ai colleghi del Gruppo di Monreale. Gli investigatori hanno ricostruito i nuovi assetti mafiosi grazie a intercettazioni effettuate nei luoghi in cui i boss si riunivano per discutere affari e nuove strategie. L'inchiesta sui nuovi boss a capo delle famiglie e dei mandamenti mafiosi di Palermo ha portato ad acquisire elementi che mettono in risalto l'interesse di Cosa nostra nella politica. In particolare, dalle intercettazioni si apprende la strategia messa in atto per appoggiare alle elezioni elettorali candidati che i boss ritengono affidabili. E' uno dei punti su cui si basa l'inchiesta Perseo che ha portato ad identificare decine di nuovi "uomini d'onore", ed in particolare coloro che, di fatto, hanno svolto o svolgono un ruolo direttivo dell'attività delle "famiglie" mafiose palermitane di: Corso Calatafimi, Rocca Mezzo Monreale, Resuttana, Acquasanta, Porta Nuova, Altarello, Pagliarelli, Palermo Centro, Borgo Vecchio, Uditore, Borgo Molara Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, San Mauro Castelverde e Termini Imerese.
I carabinieri hanno pure identificato i presunti responsabili di numerose estorsioni ad attività imprenditoriali e commerciali, confermando ancora l'importanza vitale che il pizzo ha per l'organizzazione. C'è pure l'ennesima conferma sugli interessi della mafia nell'esecuzione di appalti pubblici e privati e sono stati acquisiti elementi che provano l'attuale interesse di Cosa nostra nel traffico internazionale di droga. 
L'inchiesta ha permesso anche di registrare "un'aspra e pericolosa contrapposizione" all'interno di Cosa nostra sulla nomina del futuro capo dell'organismo deputato ad assumere le più gravi decisioni. "Sono stati ricostruiti - spiegano dal Comando provinciale dei carabinieri di Palermo - gli attuali organigrammi dell'organizzazione mafiosa nel palermitano ed è stata così annientata la direzione strategica".

"Se con l'operazione Gotha del giugno 2006 Cosa nostra era in ginocchio, con questa operazione Perseo le si è impedito di rialzarsi, recidendo tutte le teste strategicamente pensanti di una nuova struttura di comando che avrebbe dovuto deliberare, come una volta, su 'cose gravi'".
Così il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha commentato a caldo l'operazione della Dda di Palermo, con la quale il magistrato si è congratulato. "La mente - ha aggiunto Grasso - allarmisticamente corre alle ultime stragi del 1992 e all'attacco alle istituzioni".
Il capo della procura nazionale rivolge anche un plauso ai carabinieri del Reparto operativo di Palermo e del Gruppo di Monreale, che in nove mesi sono riusciti a controllare centinaia di boss, portando a conclusione questa importante inchiesta.
Quindi, Grasso, ha fatto chiarezza sul ruolo di Messina Denaro in questa specifica circostanza: "Non è il regista di questa nuova Cosa nostra, né sarebbe stato il capo della Commissione provinciale. Certamente ha avuto contatti con esponenti di Cosa nostra palermitana e da lui può essere partito l'impulso di riorganizzare Cosa nostra. Dal contenuto delle intercettazioni ambientali non risulta una sua costante e attuale regia, essendo una questione, quella della ricostituzione della commissione provinciale di Palermo, che spetta alle cosche palermitane". "Tuttavia non c'è dubbio - ha aggiunto il procuratore nazionale antimafia - che questa 'specie' di commissione che si doveva ricostituire non poteva non avere l'assenso di colui che aveva partecipato attivamente e direttamente alla strategia stragista del 1992 e 1993 dall'omicidio di Falcone e Borsellino agli attentati di Firenze, Roma e Milano".

"La mafia rimane uguale a se stessa. Le strutture, i metodi, i progetti alla fine sono sempre uguali. Questa è una delle considerazioni a cui ci ha portato la complessa indagine condotta dai carabinieri", ha commentato infine il procuratore di Palermo Francesco Messineo. "Grazie alle intercettazioni - ha aggiunto - siamo riusciti ad ascoltare dal di dentro le voci della mafia e a monitorare in diretta il piano di ricostituire gli organismi verticistici in città e in provincia".

Tra i reati contestati ai 99 indagati finiti nella rete, oltre all'associazione per delinquere di stampo mafioso, anche quelli di estorsione, traffico di armi e traffico internazionale di stupefacenti. L'inchiesta, coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, e dai sostituti della Dda Maurizio De Lucia, Marzia Sabella, Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene, ha subìto nelle ultime settimane un'accelerazione a causa del pericolo di fuga di alcuni degli indagati e per evitare un omicidio, già progettato.

[Informazioni tratte da AGI, Repubblica.it, Corriere.it]

- L'elenco completo degli arrestati
(La Siciliaweb.it)

- I nuovi capi dei mandamenti e delle famiglie (La Siciliaweb.it)

- "Tutti gli affari dei nuovi boss" di E. Bellavia (Repubblica/Palermo, 16 dicembre 2008)

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16 dicembre 2008
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