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RIFORME

Dalla bozza consegnata dal ministro per la Semplificazione al presidente dello Repubblica...

08 aprile 2010

Ricercare in Parlamento la più larga condivisione sulle riforme istituzionali. E' questa la posizione che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ribadito ieri al ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, ricevuto al Quirinale.
Il capo dello Stato, come ha informato una nota del Quirinale, "ha ricordato e ribadito i punti di vista da lui ripetutamente espressi circa la necessità e le possibilità di ricerca della più larga condivisione in Parlamento delle scelte da compiere in questo campo di speciale complessità e delicatezza".
In relazione all'incontro tra Napolitano e Calderoli, il Quirinale ha poi precisato che "esso è stato dedicato all'esposizione da parte del ministro degli orientamenti generali in discussione nel Governo e nella maggioranza in materia di riforme istituzionali".
A conclusione dell'incontro "il ministro ha consegnato al Presidente una prima bozza di lavoro; non poteva esservi e non vi è stato alcun esame dei suoi specifici contenuti".

Il premier Berlusconi, da parte sua, si è detto pronto "ad aprire a chiunque voglia dare dei contributi di idee e per l'interesse dei cittadini. Il mio auspicio è coinvolgere tutti". Ieri, in una conferenza stampa a Palazzo Grazioli, dopo una riunione fiume dell'ufficio di presidenza del Pdl, Silvio Berlusconi si è soffermato sul nodo delle riforme istituzionali annunciando un'apertura alle opposizioni su tutti i fronti, a cominciare dal semipresidenzialismo e dalla giustizia. "Allo stato il semipresidenzialismo è il modello più opportuno. Non c'è nessun radicamento su questa posizione, siamo assolutamente aperti a qualsiasi discussione, ma questo è l'orientamento adesso..." ha sottolineato il premier, auspicando una riforma "condivisa da tutti, a cominciare dalle opposizioni", ricalcando l'auspicio del Capo dello Stato.
"Ieri sera ad Arcore ho incontrato la Lega e abbiamo parlato anche di riforme. Siamo assolutamente d'accordo anche sul percorso da seguire: si tratta - ha ribadito - di un semipresidenzialismo. Calderoli ha presentato al Colle un testo, è una prima bozza che però non è stata ancora discussa all'interno del Pdl. Dovrà essere discussa infatti nel nostro partito, nei gruppi parlamentari, nel Cdm. Poi dovrà essere coinvolto anche il Quirinale. E' una bozza che esiste da tempo in mio possesso".
"Vogliamo che aumentino i poteri dell'esecutivo che oggi è nella situazione di suggerire alle Camere ma poi - ha lamentato il presidente del Consiglio - escono provvedimenti che sono lontani parenti di quelli che noi vorremmo... è venuto il momento di riequilibrare. Abbiamo tre anni di tempo e abbiamo deciso oggi all'ufficio di presidenza di fissare anche un'agenda delle riforme per individuare i tempi di ciascuna di esse, impegnandoci a rispettarle. Rassicuriamo i cittadini del fatto che dopo questa tornata elettorale siamo pronti a iniziare un lavoro di riforme".
Quindi la riforma della giustizia. "E' un progetto - ha detto Berlusconi - che non avrà nessun carattere punitivo nei confronti di nessuno e anche in questo caso auspichiamo il coinvolgimento dell'opposizione". Il Cavaliere ha assicurato: "E' stata esclusa e negata all'unanimità l'ipotesi di mettere la magistratura sotto il controllo dell'esecutivo".
E, ancora, "faremo la riforma fiscale, abbiamo visto che è quella che interessa di più alla gente". Ma nello stesso tempo "dobbiamo continuare nella linea del rigore" impostata da Giulio Tremonti a cui "dobbiamo dire grazie per il lavoro che ha svolto perché ha mantenuto i conti pubblici in regola". Quella del fisco, ha affermato il Cavaliere, "è una riforma cospicua, deve sposarsi con il federalismo fiscale". E ha ribadito: "Nel nostro Dna c'è la riduzione della pressione fiscale, dobbiamo cancellare i privilegi. I controlli contro i falsi invalidi dovrebbero portare a risparmi non di poco conto".

Il premier ha manifestato una particolare apertura nei confronti dei centristi. "Ci sono tutte le condizioni perché l'Udc possa fare una scelta - ha detto -. Noi siamo aperti al confronto con loro nella prospettiva di un ritorno dell'Udc nei moderati al nostro fianco". "Queste ultime elezioni hanno dimostrato - ha spiegato - che quando l'Udc va con forze politiche diverse da quelle appartenenti alla famiglia popolare europea" perde, mentre "quando si è unita a noi ha aumentato i voti, come successo in Calabria e in Campania".
Dunque, Berlusconi ha snocciolato le cifre sui consensi. "Secondo un sondaggio di Euromedia di ieri il Pdl dopo le regionali raggiunge il 38,2% . Ma la cosa più strabiliante è l'apprezzamento nei confronti del presidente del Consiglio che ha raggiunto il 62,3%, fatto unico rispetto agli altri paesi europei, perché in tutti i paesi Ue i capi di governo sono stati penalizzati" da elezioni di questo tipo.
Quanto a Fini, "con lui non ho parlato - ha detto -, lo ha chiamato al telefono La Russa oggi. Questo venerdì sono in Francia, ci vedremo la prossima settimana quando sarò libero dagli impegni internazionali".

Ma, ritornando all'incontro tra Napolitano e Calderoli, cosa contiene la bozza consegnata dal ministro? E' stato lo stesso Calderoli ad illustrarne stamane alcuni dei punti durante la rubrica televisiva la 'Telefonata' di Maurizio Belpietro su Canale 5.
"Il capo dello Stato avrà un mandato di cinque anni rinnovabile per due volte, come in Francia, ma con la differenza che non sarebbe eletto dal Parlamento in seduta comune integrato con i rappresentanti delle Regioni ma ci sarebbe proprio un voto in cui il popolo decide di scegliere il proprio presidente della Repubblica''

ha detto il ministro leghista per cominciare, poi sulle reazioni delle forze politiche e, in particolare degli alleati del Pdl, il ministro leghista ha chiarito: "Abbiamo messo qualcosa nero su bianco per avere uno schema di lavoro, ma siamo aperti a qualunque soluzione. Noi abbiamo suggerito l'ipotesi francese perché ci sembra quella meglio calabile nel contesto italiano".
Spiegando poi l'ipotesi del semipresidenzialismo, Calderoli ha sottolineato: "Nella nostra proposta il presidente della Repubblica non ha un ruolo di governo. Indica il primo ministro ma poi è il primo ministro a tenere e coordinare l'esecutivo. E' un bilanciamento molto più forte a vantaggio del Parlamento, rispetto al modello francese". Ma, ha aggiunto il coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio, "lo scioglimento e l'indizione sono tutte ancora in capo alla presidenza della Repubblica, non al capo del governo".
Per quanto riguarda i rapporti tra i leader del Pdl, Calderoli ha sottolineato che "sono Berlusconi, Bossi e Fini: quindi la prima intesa rispetto alla riforma va trovata tra loro tre. Ma vedo che siamo su un terreno molto favorevole". E "non abbiamo nessuna intenzione di fare asse con Tizio piuttosto che con Caio" ha spiegato ancora escludendo così che il terreno delle riforme possa essere un motivo per consolidare un asse Bossi-Berlusconi volto a mettere all'angolo il cofondatore del Pdl, Gianfranco Fini. Perciò, ha rimarcato Calderoli, "dopo la realizzazione di un testo che sia espressione della volontà della maggioranza, che non è certo lo schema che ho messo io oggi sul terreno, si farà il giro della altre chiese e si farà un confronto con loro e con gli altri livelli di governo perché è evidente - ha concluso il ministro - che si va a toccare materie che riguardano anche le regioni, i comuni, le province, il presidente della Repubblica e quindi un confronto non solo politico ma anche tra livelli di governo".
Infine, a chi chiede a Calderoli se Berlusconi si è irritato per il contatto con il Capo dello Stato, il ministro ha replicato: "Dopo aver visto il presidente Napolitano che mi ha chiamato ieri mattina - ha rimarcato - ho subito avvisato Berlusconi di questo incontro. E' stato Napolitano a chiamarmi, voleva avere ragguagli sul dibattito che era in corso in relazione all'elezione diretta del presidente della Repubblica". E aggiunge: "Sono salito al Quirinale in primis come esponente della Lega per esprimere le nostre proposte, poi ho anche una delega per le riforme, incrociata con Bossi, con il quale abbiamo sempre lavorato in tandem".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

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08 aprile 2010
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