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Rigassificatore, ad Agrigento fiato sospeso per la sentenza Tar Lazio

26 ottobre 2010

La vicenda rigassificatore è andata in decisione al Tar del Lazio il 13 ottobre scorso e bisognerà attendere circa un mesetto per conoscere l’esito della sentenza. Ma certamente è ormai giunto alla fine un percorso avviato sei anni addietro e che ha scatenato un’infinità di dibattiti, diviso la comunità agrigentina e messo uno contro l’altro due sindaci, Lillo Firetto e Marzo Zambuto. Si è celebrata infatti a Roma l’ultima udienza sull’ammissibilità dei ricorsi presentati da enti e associazioni contro la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, un progetto da 650 milioni di euro. Ha resistito in giudizio il Comune empedoclino, che d’altra parte, ottimisticamente, ha già inserito nel bilancio 2010 le somme previste come misure compensative da Enel.
Inutile anche il dibattito interno al Consiglio provinciale, che dopo interruzioni e rinvii durati qualche mese, ha deciso appena un giorno prima dell’udienza, di esprimere la volontà della costituzione in giudizio, malgrado la decisione adottata con delibera di Giunta dal presidente D’Orsi di esprimere il parere favorevole all’impianto e quindi di non costituirsi.

Consiglio provinciale a parte, la volontà popolare si è espressa con due fronti opposti, il Comitato del sì e il Comitato del no, favorevoli e contrari al rigassificatore.
Il referendum popolare indetto dal Comune di Agrigento ha dato esito significativo ma non determinante: il 96% dei votanti si è espresso per il no, anche se relativamente bassa è stata l’affluenza degli elettori. A favore del rigassificatore si è espresso pubblicamente anche lo scrittore Andrea Camilleri, che su questo nuovo insediamento vede un’occasione di rinascita per la sua città natia.

Il Comune di Porto Empedocle è entrato nel capitale sociale con una quota dello 0,5%. I responsabili di Enel Produzione, Enel Trade e la società di scopo Nuove Energie, già da qualche tempo hanno sottoscritto l’accordo sulle misure compensative, elaborate da Nomisma, legate alla costruzione dell’impianto di rigassificazione nell’area del porto: ricadute sia dal punto di vista economico che infrastrutturale. Nuove Energie (al 90% Enel) si è impegnata a versare una tantum 12 milioni di euro a favore del Comune di Porto Empedocle oltre alla quota annua in corso d’opera di 1.800.000 euro. Inoltre una percentuale dello 0,025 per cento per ogni mille metri cubi rigassificati. Solo una parte di queste risorse consentirà ai cittadini empedoclini l’abbattimento dei costi delle bollette del gas. Nuove Energie ha anche siglato come altre imprese insistenti sul territorio agrigentino il Protocollo di Legalità, davanti al prefetto pro tempore. Anche la Regione Siciliana prevede un beneficio dalla realizzazione di un impianto di rigassificazione a Porto Empedocle: con il trasferimento da Roma in Sicilia della sede legale di Nuove Energie, si stima che potranno essere incassati ogni anno circa 50 milioni di euro di tasse.

Ed ora Agrigento e il suo hinterland attendono di conoscere il loro destino. Siamo alla fine di un cammino iniziato nel 2004 con la presentazione del progetto di Nuove energie. Poi la serie di interventi e di dibattiti pubblici, che hanno visto scendere in campo perfino l’arcivescovo Monsignor Francesco Montenegro, che ha organizzato un confronto tra le parti in vescovado, in cui si sono scontrati" i vertici della società Nuove Energie e le associazioni contrarie all’impianto, oltre a rappresentanti di enti e istituzioni favorevoli al rigassificatore. Tra gli ultimi interventi quello di Gian Joseph Morici, presidente di un’associazione ambientalista di Agrigento "Free", il quale ha presentato un esposto alla Dda di Palermo e alla Procura di Agrigento. Ha chiesto di fare luce sulle motivazioni che hanno spinto D’Orsi, appena qualche giorno prima dell’udienza dinanzi al Tar, a non costituirsi in giudizio ed anche di accertare se fosse già stata versata al comune di Porto Empedocle la prima trance delle compensazioni – oltre un milione di euro – nonostante il giudizio ancora pendente. Negativa dall’inizio la posizione anche di Legambiente non pregiudizialmente contraria ai rigassificatori, ma come dichiarato dal presidente regionale Mimmo Fontana, "il nostro paese si deve dotare al massimo di tre, quattro impianti che, per ragioni economiche prima ancora che ambientali, dovrebbero essere localizzati in prossimità dei territori in cui il gas viene consumato, in prevalenza nel Centro-Nord, visto che in Sicilia si consuma meno del 10% del gas che già attraversa la regione per andare su per l’Italia". Ma non solo. Per Fontana un rigassificatore a Porto Empedocle rischia di "ipotecare la riqualificazione di un’area industriale dismessa che si trova al centro di uno dei più importanti comprensori turistico-ambientali del Mediterraneo". La politica siciliana avrebbe "svenduto - come dice ancora Fontana - il proprio territorio ai grandi soggetti industriali chiedendo in cambio le solite elemosine". Per le associazioni e gli enti, tra cui la Camera di commercio, che hanno deciso di opporsi al Tar Lazio, Enel realizzerebbe un danno irreversibile per tutto il comprensorio della Valle dei Templi e ogni decisione sarebbe stata adottata senza coinvolgere la comunità agrigentina, interamente dedita al turismo e alla valorizzazione del suo patrimonio ambientale e culturale.

Ma questa ormai è acqua passata. La decisione è ormai vicina. Nel caso in cui il giudizio fosse favorevole a Nuove Energie, ci vorranno quattro anni per la costruzione dell’impianto e in questo periodo potrebbero essere occupate circa 900 persone. Dopo la costruzione, gli occupati tra rigassificatore e indotto saranno circa due centinaia. 50 milioni di euro delle cosiddette compensazioni saranno impiegati nella valorizzazione del territorio: il completamento della nuova banchina per le navi da crociera a Porto Empedocle, il ripascimento delle coste con la sabbia dragata dal porto, la riqualificazione dell’illuminazione della Valle dei Templi e la disponibilità gratuita di acqua potabile ed industriale per tutto il territorio agrigentino. Incluso nel decreto di autorizzazione il versamento di 20 milioni alla Regione, oltre alle royalties rispettivamente di 2 milioni euro per il comune empedoclino e di due milioni e mezzo per la Regione. L'accordo prevede anche l'impegno di Enel ad incrementare di almeno 400 MW nei prossimi quattro anni la produzione di energia da fonti rinnovabili. [articolo di Anna Maria Scicolone, €conomiasicilia.com 26 ottobre 2010]

 

 

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26 ottobre 2010
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