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Rimanere senza lavoro, vuotati dalla vita...

Dramma e disperazione quotidiana per ancora molte, troppe persone

26 novembre 2008

Cosa c'è di più tragico che rimanere senza lavoro? Forse solo una calamità naturale, un terremoto o un uragano che si porta via tutto e al quale si assiste impotenti. Eppure alle volte perdere il lavoro è ancora peggio di un terremoto, perché con esso può andare via la dignità, l'amor proprio e tutta l'anima che, forse, anima la vita di ognuno di noi...

Si lancia nel vuoto, era senza lavoro -
Dramma della disperazione due giorni fa a Canicattì, nell'Agrigentino. Un uomo di 38 anni si è suicidato lanciandosi dal quinto piano dell'ospedale "Barone Lombardo" ed è morto sul colpo. E' salito fino all'ultimo piano del nosocomio e senza alcuna esitazione si è lanciato nel vuoto. Alla base della sua decisione alcuni problemi economici e la mancanza di lavoro.
L'uomo aveva precedenti penali per rapina. Nel 2004 aveva rapinato una tabaccheria a Canicattì e davanti al giudice si era giustificato dicendo di averlo fatto per la mancanza di soldi per acquistare il latte per la propria bambina. Il magistrato che si occupa del caso, il pm Anna Francorsi, ha disposto la restituzione della salma alla famiglia per i funerali. 

Lavoro in crisi, offre un rene - "Sono disposto a vendere un rene a chi ne avesse bisogno, così salvo la vita a qualcuno, ma nel frattempo spero di salvare la mia famiglia". E' il drammatico appello, lanciato con una lettera aperta inviata al quotidiano La Sicilia, di un rappresentante di commercio  che "è fallito" per "la concorrenza sleale di cinesi e indiani" ma che "non riesce a rubare".
Nella missiva si legge: "Sono un padre di famiglia di 55 anni che da 40 lavora per contro proprio e cinque anni fa sono riuscito a realizzare il sogno mio e di mia moglie: comprare una casa. Poi è cominciata la crisi e per andare avanti combattendo la sleale concorrenza di extracomunitari mi sono ritrovato a non potere più andare avanti, anche perchè la mia clientela cominciava a non pagare per lo stesso motivo".
Lo scorso anno l'uomo ha smesso di lavorare in proprio e ha cercato un impiego da dipendente ma ha ricevuto "le solite risposte: 'lei è grande' o 'c'è crisi'". "La Costituzione - conclude - dice che il lavoro è un diritto, ma pare che oggi in Italia l'unico diritto al lavoro è per gli extracomunitari, e io, credetemi, sono disposto a qualsiasi tipo di lavoro". 

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it]

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26 novembre 2008
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