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Rimpasti, pizzini e polemiche

Mentre Crocetta tornerà ad inviare "pizzini" ai siciliani, nella maggioranza continuano le strategie alla vecchia maniera

15 settembre 2013

"Voglio ricominciare a comunicare direttamente ai cittadini la rottura col vecchio sistema e la rivoluzione. E' forte il bisogno di riprendere immediatamente il discorso di rottura avviato e portato avanti nei nove mesi di governo attraverso il linguaggio chiaro dei pizzini, utilizzati durante la campagna elettorale, per parlare direttamente coi giovani, con le donne, con i disoccupati, con gli anziani, senza mediazioni.
Non solo azioni di governo, ma anche linguaggio, per stabilire le linee nette di demarcazione con coloro che non vogliono rompere con il passato e vogliono la riproposizione gattopardesca di quel passato. E' come una nuova ridiscesa in campo, con la quale si riconduce il progetto ai suoi valori e forme originari.
Con una pio di scarpe da tennis, uno zainetto sulle spalle e un megafono per urlare la verità contro le menzogne dei sepolcri imbiancati. Domani a mezzogiorno il primo dei  nuovi pizzini della rivoluzione"
.
E’ il messaggio lanciato ieri su facebook dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che, come annuncia, riprenderà a dialogare direttamente con il popolo siciliano attraverso dei “pizzini” di ultima generazione. L’ennesima azione (inusuale) per presentare la sua tanto decantata rivoluzione che in molti, a dire la verità, continuano a stento a vederne i risultati.

E se da una parte il governatore continua ad apparire politico sui generis e innovativo, dall’altra si trova impelagato all’interno di un discorso tipico da “vecchia politica” con poltrone e posti da assegnare, nomi da cambiare e altri da mantenere.
"Chi vuole diventare assessore si dimetta da deputato". Così Crocetta, parlando dell'ipotesi di rimpasto in giunta. "Non ho posto alcun veto al Pd - ha aggiunto - e aspetto che siano loro a fornirmi i nomi di chi debba far parte del governo".
"Alla politica piace rimpastare, c'è sempre qualcuno a cui le cose non vanno bene. I partiti più piccoli hanno più diritto degli altri ad entrare nella Giunta perché non sono rappresentati. Questi partiti, però, sono più responsabili e creano meno problemi. Ho dato la mia disponibilità al Partito Democratico - ha continuato Crocetta - ma specificando che devono essere loro a decidere quali dei loro uomini buttare giù dalla torre e per quali ragioni. Anche perché la prossima settimana voglio che la giunta presenti il bilancio".

Attenzione però, avverte il governatore, si può parlare di nomi nuovi ma senza che ci sia un cambiamento eccessivo. "Il governo non sente il bisogno di fare un rimpasto. In carica ci sono tutti assessori bravi che hanno fatto cose eccezionali. Ho intenzione - ha detto Crocetta - di consultare tutto il parlamento. Sono favorevole alla separazione di carriera tra deputato e assessore. Sono inoltre contrario a un rimpasto generalizzato che sarebbe deleterio per la Sicilia in una fase in cui c'è la necessità di programmare la spesa europea e varare la riforma amministrativa. Un cambiamento eccessivo della giunta che finora ha lavorato bene sarebbe dannoso".

Crocetta ha poi precisato: "Non ho mai posto veti alla presenza di deputati in giunta, purché si dimettano da deputati perché l'attività parlamentare richiede tempo e impegno che sarebbero stati tolti ai lavori dell'esecutivo. La verità è che quando si parla di esigenze dei partiti siamo tutti d'accordo, quando si tratta di fare un passo indietro sorgono i problemi". Crocetta ha poi chiarito che, comunque: "Ci sono assessori che non ho intenzione di cambiare come ad esempio Michela Stancheris".

"Se il Pd mi chiedesse la sostituzione dell'assessore Scilabra significherebbe che vuole decelerare sul processo di riforma della Formazione e non sarebbe un bel messaggio. Se mi chiedessero di cambiare Bianchi vuol dire che le questioni di congresso sono più importanti di quelle economiche". Oltre a Scilabra e Bianchi, Crocetta indica anche quello di Michela Stancheris, titolare del Turismo come inamovibile. "I partiti - ha aggiunto - devono fare un atto di responsabilità nei confronti della Sicilia piuttosto che azzerare la giunta mi butto da solo nel rogo che hanno eretto per me".

E proprio sul tema del rimpasto, c’è stata polemica tra il presidente Crocetta e l’onorevole Angelo Capodicasa (PD). "Apprendo dalla stampa - ha detto Crocetta - che l'onorevole Angelo Capodicasa (Pd) proporrebbe come modello il governo da lui presieduto che aveva in giunta assessori di grandissimo spessore. Nulla da dire, per carità, su alcuni tra quegli assessori, ma voglio ricordare a Capodicasa che quel metodo lottizzatorio della politica ha contribuito alla presenza in giunta di Cuffaro. Che Capodicasa dopo tanto non si sia accorto neppure della conseguenze dell'applicazione acritica di quel metodo, mi pare singolare e testimonianza di un sistema politico che non intende prender atto del cambiamento del mondo". "Il partito democratico - ha aggiunto il presidente - ha tutto il diritto di proporre gli assessori che vuole, che vanno discussi però col presidente della Regione poiché la responsabilità degli atti non è individuale ma collegiale. A condizione, come avevo già detto precedentemente, che non ci sia un rimpasto generalizzato, in una fase delicata della vita economica, sociale della regione e che in nome del metodo che loro invocano non si incrementi il numero di assessori concordati un anno fa con il Pd".

"Al mio partito - ha concluso - chiedo un atto di responsabilità complessiva, che guardi agli interessi del Pd ma soprattutto della Sicilia, in un confronto positivo e permanente, senza atti di forza. Nessuno si oppone all'ingresso di politici nel governo, ma si chiede loro, per esercitare al massimo le proprie indubbie capacità, di scegliere l'impegno totale nell'attività di governo, senza se e senza ma e senza creare pretestuosi scontri, facendo apparire il presidente come un antipolitico in scontro col Pd. Non ho scontri né con politica né con il Partito democratico, ma soltanto punti di vista diversi rispetto a un metodo di governo che non può richiedere un impegno part-time, tenendo conto, ovviamente, che qualsiasi coalizione può decidere anche di cambiare la propria rappresentanza dentro il governo, concordando col presidente nomi, tempi e metodi. Altrimenti ci troviamo di fronte soltanto alla logica dell'occupazione del potere e alla delegittimazione del presidente".

Una polemica questa che, insieme all’avvertimento "se un deputato vuole entrare in giunta deve dimettersi da parlamentare" (letto da molti come una sorta di avviso a Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici, indicati come new entry nel governo), ha riportato il gelo tra il governatore e il Partito democratico.
Da quanto si apprende, comunque, alla fine è arrivata una telefonata chiarificatrice, o meglio, una telefonata con la quale si è fissato un appuntamento chiarificatore tra le parti. Infatti, oggi Crocetta incontrerà il segretario siciliano del Pd Giuseppe Lupo e il capogruppo dei  democratici all'Ars Baldo Gucciardi. Il vertice di terrà a Tusa. Si tenterà di trovare un punto d'incontro rispetto alle  aspettative del Pd che chiede un governo più autorevole, con nuovi innesti in giunta.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

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15 settembre 2013
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