Rimpasto e Rivoluzione
Il presidente Rosario Crocetta ai partiti: "Pronto ad un accordo, ma alla fine decido io"
"Voglio un governo che confermi la rivoluzione del cambiamento": così il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha commenta il ventilato rimpasto della sua giunta.
Crocetta ha sottolineato più volte di non essere disposto a raggiungere un accordo che non sia caratterizzato "da una linea di netta discontinuità con persone e metodi del passato". "Per questo - ha aggiunto - sono stato eletto dal popolo siciliano ed è questo il mandato che intendo rispettare".
Pronto ad un accordo, dunque, ma, aggiunge ancora Crocetta, quella sul rimpasto di governo "non può essere una discussione infinita". "In una visione moderna della politica, così come avviene a livello nazionale, è il presidente che decide, sente i partiti e poi prende le decisioni. I partiti hanno il potere di proporsi senza dubbio però poi è il presidente della Regione che compone il governo, anche perché bisogna valutare più aspetti".
"Discuto da mesi con le forze politiche, chiedono un 'governo nuovo' e mi aspetto dunque uomini e donne che non rappresentino alcuna continuità con le esperienze di governo precedenti - afferma Crocetta - La palude sta proprio nel tentativo continuo di fare riaffiorare il passato che ha vissuto la Sicilia, un passato di due legislature che hanno determinato la crisi finanziaria, economica e sociale della Regione".
Il governatore chiede agli alleati "netta discontinuità" e bolla come "paradossale" la richiesta di "cambiare la giunta Crocetta proponendo uomini che hanno contribuito al disastro della Sicilia". "Non posso accettare - avverte - e non ci si inventi veti del presidente su questioni contabili che non esistono. Con i partiti e i cittadini ho fatto un patto in campagna elettorale, la rivoluzione del cambiamento. E questa rivoluzione non si può fare riproponendo uomini dei governi Cuffaro e Lombardo che hanno avuto una fine dolorosa e frustrante per il popolo siciliano. Erano responsabili? Lo diranno la magistratura e la storia, non sono un giudice, non l'ho mai fatto. Ma il cambiamento e il rinnovamento passano dal concetto di discontinuità".
Intanto, tra maldipancia, scontenti, risposte stizzite e "minacce", si alzano alcune voci in difesa di due assessori che, rumors di palazzo, hanno dato per uscenti. Parliamo dell’ancora assessore all’Energia, Nicolò Marino, e quello ai Beni culturali Maria Rita Sgarlata.
Affinché rimanga al suo posto l’ex magistrato Marino anche un appello del Codacons che si chiede: "Cosa c'è dietro l'annuncio del Presidente Crocetta di sostituire il dott. Nicolò Marino all'assessorato Regionale all'energia?" e, in una nota, invita il Presidente Crocetta a tornare sui suoi passi.
La nota del Codacons continua: "Dove è finita la tanto annunciata, da parte di Crocetta, rivoluzione quando invece si pensa a mandare via un uomo delle istituzioni, uno che realmente ha lottato la mafia solo e si ha la necessità di rispondere a logiche di partito e di coalizioni miranti a una nuova spartizione di poltrone? Il Presidente Crocetta deve rispondere ai siciliani e non ai partiti e non può quindi sostituire un uomo dalle comprovate capacità professionali e con una storia che dà solo garanzie. Ci ripensi quindi il Presidente Crocetta e confermi il dott. Marino a capo dell' Assessorato all'Energia, un posto chiave e scottante per i numerosi interessi in grado di muovere e per il quale lo stesso dott. Marino è in grado di garantire la legalità".
A favore dell'assessore Marino si sono schiarati anche il deputato Pd Giovanni Panepinto, secondo il quale l'assessore "ha garantito trasparenza e legalità in ambiti delicatissimi, senza mai piegarsi a interessi costituti". Ancora più incisivo l'appello della Fp Cgil regionale. Il sindacato dà atto a Marino di aver intrapreso delle azioni incisive sul piano della gestione rifiuti e dell'acqua pubblica e afferma che "il rischio che una interruzione di questa condotta possa essere mal interpretata e colta come opportunità dalla criminalità organizzata per reinserirsi nella gestione di parti importanti del ciclo dei rifiuti è davvero realistica e va in ogni modo scongiurata".
Anche le deputate del gruppo parlamentare all'Ars del Movimento 5 Stelle, Angela Foti e Valentina Palmeri chiedono a Crocetta di ripensare al licenziamento di Marino. "E' da irresponsabili - affermano le due deputate - in un momento come questo, in cui si decide il futuro del servizio rifiuti e di quello idrico, pensare di rimuovere Marino. Non vorremmo che dietro questa decisione ci fosse il tentativo di mettere un amico dei poteri forti nella gestione di servizi fondamentali per la collettività. Crocetta ci ripensi".
Le deputate sollecitano una retromarcia anche sull’assessore ai Beni culturali, Maria Rita Sgarlata, "che nei pochi mesi alla guida dell'assessorato ha dimostrato di essere tra gli assessori meno scandalosi della giunta". "Troviamo che questo rimpasto - affermano le parlamentari - sia dettato dall'esigenza di distribuire mance piuttosto che da quella di dare risposte ai reali bisogni della Sicilia".
Chiedono a Crocetta di "salvare" l’assessore Sgarlata dal rimpasto anche gli archeologi delle Università di Catania, Messina e Palermo e del Cnr.
"E’ appena il caso di ricordare quanto la gestione dei Beni Culturali sia importante per l’economia siciliana - scrivono in un appello rivolta al presidente - ma anche quanto sia importante costruire un rapporto fecondo tra i cittadini e il proprio patrimonio, attraverso un adeguato sviluppo dei momenti della formazione dei futuri funzionari, della ricerca sul patrimonio e della comunicazione della conoscenza". "Di questi processi, le Università costituiscono attori importanti, ben consapevoli della responsabilità che il loro ruolo implica. Da questo punto di vista, gli archeologi delle Università di Catania, Messina e Palermo e del Cnr-Ibam di Catania sottolineano come negli ultimi mesi si sia avviato un fecondo e articolato confronto tra atenei e assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, grazie alla presenza per la prima volta di un Assessore tecnico, e segnatamente di un archeologo militante e docente universitario di Archeologia, in grado di accogliere le istanze di chi opera nella ricerca, nella tutela e gestione e nell’alta formazione con la competenza che nasce dalla conoscenza diretta delle problematiche dei Beni Culturali e dell’Archeologia in particolare".
"Tale confronto sta cercando di affrontare temi cruciali (triennio, biennio, specializzazione, dottorato, master) e le possibilità di impiego, il ruolo della competenza specifica nella gestione dei beni archeologici, le possibilità di implementare la qualità della formazione attraverso un adeguato coordinamento e la collaborazione tra gli atenei e le Soprintendenze, Musei e Parchi per il tramite di convenzioni e accordi. I primi effetti di questo nuovo clima di dialogo costruttivo cominciano a essere avvertiti e a fare sperare che, proseguendo sulla linea tracciata nell’ultimo periodo, venga raggiunta una totale sinergia nell’affrontare i temi sopra indicati". "Per tale motivo ci si auspica che nella ridefinizione in corso delle deleghe all’interno della Giunta regionale si tenga conto, per la specifica situazione dell’Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, di tale esperienza positiva e dell’importante svolta che essa sta rappresentando, e che pertanto si metta al riparo da inopinate discontinuità il rinnovato percorso di collaborazione tra le istituzioni politiche e quelle accademiche".
Da parte sua, Crocetta ha ribadito più volte che il rimpasto si farà "solo a condizione che venga confermata la rivoluzione del cambiamento".
Rivoluzione che un suo vecchio amico, e suo ex assessore non ha visto in nessuna maniera. "Secondo me Crocetta doveva approfittare della mia uscita per mandare tutta la Giunta a casa. Sarebbe stata la soluzione migliore e tutti l'avrebbero apprezzato. Il momento era molto favorevole, ma ci voleva molto coraggio. Per adesso non ho visto riforme importanti". A parlare è il cantautore Franco Battiato, proprio a proposito dell'operato del governo regionale guidato dal presidente Rosario Crocetta.
Battiato era stato scelto come assessore al Turismo ma era poi stato licenziato, nel marzo del 2013, dopo la frase del cantautore sulle "troie in parlamento". Con Battiato fu stato mandato via anche Antonino Zichichi, che ricopriva l'incarico di assessore ai Beni Culturali.