Rinviata l'udienza del processo ''Dell'Utri-bis''. I magistrati adesso temono la prescrizione
Qualora fosse approvata in breve la legge denominata ''Salva Previti e Dell'Utri'' il procedimento sarebbe annulato
Ieri mattina si sarebbe dovuta tenere l'udienza del processo denominato ''Dell'Utri-bis'', processo che vede imputato il fondatore di Forza Italia per calunnia, con l'aggravante dell'articolo 7 che individua l'agevolazione a Cosa nostra.
Si sarebbe dovuta tenere, ma l'udienza è stata rinviata.
L'ennesimo rinvio ha creato non poca preoccupazione tra i magistrati della Procura di Palermo, che hanno lanciato l'allarme: ''Questo processo - dicono i pm - rischia di saltare qualora fosse approvata la legge ex Cirielli''.
Si tratta della cosiddetta legge ''salva-Previti'', che in occasione del processo al sen. Dell'Utri a Palermo è stata ribattezzata la ''salva-Dell'Utri''. Il processo, infatti, alla luce della nuova normativa sulla quale ancora si discute, è già quasi tutto prescritto: in teoria mancherebbero ancora sei mesi alla prescrizione qualora fosse riconosciuta l'aggravante dell'articolo 7 a Dell'Utri. In caso contrario, ovvero se fosse riconosciuto solo il reato di calunnia, il processo potrebbe dirsi già prescritto.
Davanti alla quinta sezione del tribunale, presieduta da Salvatore Di Vitale, con Marcello Dell'Utri è imputato anche il collaboratore della Sacra Corona Unita Cosimo Cirfeta, mentre un secondo collaboratore coinvolto nella vicenda, il messinese Giuseppe Chiofalo, è stato condannato in uno stralcio del procedimento, dopo aver patteggiato la pena.
La vicenda ruota attorno alle dichiarazioni di Cirfeta, che raccontò come tre pentiti si sarebbero messi d'accordo per ''incastrare'' Dell'Utri. Secondo l'accusa, rappresentata in aula dal Pm Domenico Gozzo, sarebbe stato Dell'Utri invece ad istigare Cirfeta e poi Chiofalo affinché individuassero alcuni collaboratori disponibili ad aiutarlo, minando nel contempo la credibilità dell'intero sistema dei collaboratori.
Il processo ha già subito parecchi rinvii. Mai, però, tanti e tanto diversi impedimenti si sono accavallati in una stessa udienza come è accaduto ieri mattina. Sono state tre, infatti, le ragioni che hanno imposto l'ennesimo stop.
La prima riguarda la posizione del giudice a latere Maria Ferrara: trasferita a Milano, per continuare a far parte del collegio giudicante la Ferrara ha bisogno di una regolare ''applicazione'' a Palermo, per la quale si attende ancora l'autorizzazione del Csm.
La seconda ragione sta nell'indisponibilità dello stesso Dell'Utri che, in quanto membro del Consiglio europeo, ieri mattina era impegnato nella elezione di un giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo.
La terza ragione è legata all'assenza del difensore di Cirfeta. L'avvocato Alessandra De Filippis, infatti, è stata arrestata sabato scorso con l'accusa di traffico di stupefacenti. Il collaboratore deve nominare al più presto un nuovo difensore di fiducia.
Il processo è stato rinviato al 24 febbraio.