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Rinviato il processo per il caso di Denise Pipitone

Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise e imputata chiave nel procedimento, non si è presentata in tribunale

24 novembre 2009

Cinque anni dopo il sequestro, la vicenda della piccola Denise Pipitone, la bimba di quattro anni scomparsa l'1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo mentre giocava davanti casa, questa mattina era approdata in un'aula giudiziaria. Stamane, infatti, si è aperta l'udienza preliminare nei confronti degli unici due indagati: Jessica Pulizzi, 22 anni, che all'epoca era minorenne, sorellastra di Denise, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, un giovane tunisino che è accusato solo di false dichiarazioni ai Pm mentre la ragazza deve rispondere di sequestro di persona.
Jessica Pulizzi ha però disertato l'udienza preliminare. "Su questa udienza c'è troppa attenzione da parte dei mass media e dei fotografi - ha scritto la ragazza accusata del rapimento - non ho la serenità per andare al palazzo di giustizia". Inoltre i suoi legali hanno presentato un'istanza "Ho sollevato la questione della competenza perchè la mia assistita era minorenne all'epoca in cui le è stato contestato il reato per il quale è indagata". L'avvocato Gioacchino Sbacchi, che insieme al collega Fabrizio Torre difende Jessica Pulizzi, è uno dei penalisti più noti del Foro di Palermo, è stato anche difensore di Giulio Andreotti nel processo nei confronti dell'ex presidente del Consiglio.
"La questione - ha spiegato il legale di Jessica - è complessa: il reato è a consumazione anticipata con effetti permanenti e si consuma nel momento, cui secondo l'accusa, si è sequestrata la bambina e questa è stata consegnata a terzi. Il perdurare dello stato di sequestro, pertanto, non incide sulla competenza del tribunale dei minorenni di Palermo". Circa la mancata presenza dell'indagata all'udienza di oggi, l'avvocato Sbacchi ha spiegato che è stata motivata con una lettera presentata al giudice in cui Jessica Pulizzi afferma di aver subito negli anni un "massacro mediatico". "La mia assistita - ha puntualizzato il legale - ha dichiarato di essere innocente ed ha aggiunto che avrebbe voluto presentarsi, ma l'aggressione continua dei mass media l'ha dissuasa".
Il Gup di Marsala Lucia Fontana ha dunque rinviato al 18 dicembre l'udienza preliminare del processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone.

Per Piera Maggio, mamma di Denise, , l'atteggiamento dell'indagata è la dimostrazione della sua responsabilità in questa vicenda: "L'indagata se non è presente avvalora ciò che ha dimostrato in questi anni. L'innocenza si prova rispondendo e portando le prove. A me interessa solo riabbracciare mia figlia e avere una giustizia giusta. I bambini non si trattano in questo modo subdolo e vigliacco", ha aggiunto la donna, che si è costituita parte civile insieme all'altro genitore Tony Pipitone. Sulla lettera che Jessica Pulizzi ha fatto pervenire al giudice e che è stata letta in aula, Piera Maggio ha aggiunto: "Se voleva evitare questa pressione perchè non collaborava e diceva la verità. Avvalendosi della facoltà di non rispondere non si fanno gli interessi di Denise. È mia figlia l'unica vera vittima di questa vicenda". "Comunque mi aspettavo di più - ha aggiunto ancora -, anche se questo è solo un inizio: cinque anni sono lunghi. Ora confido in un processo in tempi brevi". Piera Maggio assieme al suo avvocato, Giacomo Frazzitta, ha deciso, quindi, di scrivere una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Non è possibile - hanno detto - che a cinque anni dalla scomparsa sia stata fatta soltanto un'udienza preliminare. Non si conoscono, poi, i motivi di questo rinvio".

A costituirsi parte civile nel processo anche Piero Pulizzi, padre naturale di Denise e padre di Jessica Pulizzi. "Aspettavo di vederla per conoscere la verità, tutta la verità - ha commentato il padre prima di varcare la soglia del tribunale -. Speravo di incontrarli qui ma a quanto pare non verranno. Dio comunque vede e provvede". All'uscita ha aggiunto: "Con questo rinvio di un mese è come se ci infliggessero una lenta agonia che ci fa morire giorno dopo giorno".
In un'intervista a "Gente", Piero Pulizzi ha detto: "Mi è costato moltissimo fare questo passo, ma Denise è anche mia figlia e deve sapere di avere un papà che soffre tanto per la sua mancanza". "Lei non è solo l'accusata - ha detto poi parlando della figlia indagata -, è anche mia figlia. Se è colpevole? Non riesco neanche a pensarci e comunque non posso rispondere a questa domanda. Mi fido dei magistrati e spero saranno loro ad accertarlo. Però ormai sono cinque anni che Denise manca da casa, questa scomparsa avrebbe dovuto risolversi entro massimo due o tre giorni".

Se oggi l'udienza non fosse stata rinviata. l'accusa avrebbe chiesto di integrare all'ipotesi di reato, sequestro di persona, la nuova norma varata nel luglio scorso all'interno del Pacchetto sicurezza, che prevede la condanna fino a 15 anni di carcere per il sequestro di minori che hanno meno di 14 anni e l'ergastolo in caso di morte del bimbo. L'avvocato della famiglia Pipitone, Giacomo Frazzitta, aveva anche preannunciato la richiesta di un maxi risarcimento da parte della mamma della bimba.

Caso Denise, un mistero lungo cinque anni - Mancano pochi minuti a mezzogiorno e la nonna di Denise sta preparando il pranzo. Ma quando l'anziana donna esce di casa, in via Domenico La Bruna, a Mazara del Vallo (Trapani) per chiamare la nipotina di quattro anni, che gioca fuori con i cuginetti, non la trova... E' il primo settembre del 2004 e ha inizio il mistero della scomparsa della piccola Denise Pipitone, che lo scorso 26 ottobre ha compiuto 9 anni. Sparita nel nulla.
Un mistero che dura da più di cinque anni e che, al momento, non sembra avviarsi a soluzioni. La cercano ovunque, quel giorno. Fino a pochi istanti prima Denise, una vivace bambina bruna con gli occhioni castani, è tra la via La Bruna e la via Castagnola, che porta velocemente all'autostrada. Non c'è nessun testimone oculare. Solo il cuginetto racconta alla nonna e alla zia di avere visto Denise fino a pochi istanti prima, ma all'improvviso se ne sono perse le tracce. Nessuno si è accorto di nulla, nessun testimone oculare si è mai fatto vivo. Iniziano gli appelli disperati della madre di Denise, Piera Maggio, che negli ultimi cinque anni ha girato l'Italia in lungo e in largo, alla prima notizia di un avvistamento della bambina. Ma sono sempre stati falsi allarmi.
Nel frattempo, si scopre che il padre della piccola non è il marito di Piera Maggio, ma un uomo con il quale anni prima Piera Maggio aveva avuto una relazione sentimentale. Da qui emergono anche i numerosi contrasti tra le due famiglie. Tre anni fa viene iscritta nel registro degli indagati Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone, che all'epoca dei fatti era ancora minorenne. Viene captata una sua frase nella caserma dei Carabinieri mentre parla con la madre.
Ma il mistero resta sempre a galla. Dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Marsala, Piera Maggio, lo scorso giugno ha lanciato l'ennesimo appello a non interrompere le ricerche della bimba. Una richiesta, come si leggeva in una nota diffusa dall'associazione Cerchiamo Denise: "motivate dalla consapevolezza che gli atti di indagine indicano sia gli eventuali responsabili del sequestro sia il fatto che la bambina nelle prime fasi del rapimento era viva".
Nelle oltre 300 mila pagine relative al caso Denise, si evidenzia infatti che "coinvolta in modo diretto nel rapimento, e' proprio la sorellastra, Jessica Pulizzi". E' la stessa Piera Maggio ad affermare nell'ottobre scorso: "Ne ero certa fin dal primo momento. Ritorsioni avute in passato e anche gli avvenimenti che hanno fatto seguito al rapimento mi avevano portato a sospettare di alcune persone. Esiste un verbale datato 1° settembre 2004, giorno del rapimento, delle ore 15.15 in cui io stessa fornivo alle autorità i nomi di chi avevo sospettato essere gli esecutori del rapimento ed oggi la mia idea è stata confermata dall'indagine. Sono completamente d'accordo con le conclusioni della Procura. Lo dico e lo confermo: per me Jessica ha rapito Denise!".
La mamma della bimba continua a chiedersi "se esiste un solo motivo valido per cui una persona possa arrivare a compiere un gesto di questo genere. Nessuna vicenda tra adulti può spiegare un atto così ignobile verso una piccola di soli 4 anni: non esiste alcuna giustificazione".

La stessa Piera Maggio lanciò un appello a non desistere dalle ricerche: "Denise è viva e questa storia non è ancora finita. Ringrazio tutti gli amici che ci sostengono, anche via internet su Facebook o direttamente collegandosi al sito ufficiale. Sono proprio tutte le persone che ci seguono a darci la forza di continuare a sperare". Nel trattempo, Piera Maggio non tralascia nessuno spiraglio. Va anche a Roma e si incatena per qualche giorno davanti al Quirinale per "avere notizie di Denise". Intanto, il Ris di Roma ha elaborato l'immagine di Denise Pipitone come dovrebbe essere oggi. I Carabinieri hanno utilizzato la tecnica dell'"Age Progression", che riproducono, attualizzandole, le verosimili sembianze della bambina scomparsa il primo settembre di 4 anni fa a Mazara del Vallo e che oggi ha nove anni. "La tecnica utilizzata - aveva spiegato ad ottobre il tenente colonnello Luigi Ripani, del Ris - consiste riprendere l'immagine più recente dello scomparso e poi cercare nell'ambito familiare il volto morfologicamente più simile, che sia stato ritratto alla stessa età che lo scomparso avrebbe oggi, ovvero otto anni. Tramite un software si fondono le informazioni delle due immagini e si passa dalla foto di Denise a 4 anni a quella di un'ipotetica Denise di oggi. Poi gli esperti del settore danno ulteriori ritocchi all'immagine e si ha il risultato finale. Quanto attendibile? Di solito molto, ma questo processo è sicuramente più difficile con i bambini perché crescendo cambiano molto più velocemente degli adulti. Il volto di un anziano è molto più stabile negli anni di quello di una bimba di 4 anni".

[Informazioni tratte da ANSA, AGI, La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, Adnkronos/Ing]

 

 

 

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24 novembre 2009
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