Risalgono gli occupati (ma non quelli siciliani)
Ripresa occupazionale nel primo mese di Jobs Act che non contempla però la Sicilia
Questo è il twitt che il premier Matteo Renzi ha lanciato dopo gli ultimi dati Istat sull’occupazione in Italia. Buone notizie, insomma, particolarmente dopo la doccia fredda di marzo. "Dopo il calo degli ultimi due mesi, ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7% (+159mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli registrati a fine 2012. Bisogna tornare indietro di sette anni per vedere un balzo simile" ha sottolineato l’istituto nazionale di statistica.
"Il tasso di occupazione, pari al 56,1%, cresce nell’ultimo mese di 0,4 punti percentuali. Rispetto ad aprile 2014, l’occupazione è in aumento dell’1,2% (+261mila) e il tasso di occupazione di 0,7 punti".
Tutti dati sull'andamento del mercato del lavoro che si riferiscono, quindi, al primo mese che ha visto interamente in azione il Jobs Act (scattato dalla seconda settimana di marzo), che si è aggiunto alla decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, in vigore già da inizio anno.
Il tasso di disoccupazione, sempre ad aprile, è calato al 12,4%. I disoccupati sono diminuiti dell'1,2% (-40mila a 3,161 milioni). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti. Da notare l'andamento positivo dell'agricoltura, che contribuisce con un terzo dei nuovi occupati (ma bisogna ricordare che si tratta spesso di contratti particolari).
Di nuovo ai dati Istat, la crescita dell’occupazione registrata coinvolge anche i più giovani: gli occupati tra 15 e 24 anni sono 946 mila, in aumento del 5,7% rispetto a marzo (+51mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,9%, cresce di 0,9 punti percentuali rispetto al mese precedente. Migliora anche il numero di giovani disoccupati, che cala leggermente su base mensile (-8mila, pari a -1,3%). L'incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani della stessa classe di età è all’11% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è al 40,9%, in diminuzione di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente.
In tutto ciò, purtroppo, i divari territoriali restano elevati. Ad esempio, stando al quadro illustrato dalla Cgil siciliana, durante la conferenza "Il Sud per rilanciare il Paese" iniziata ieri a Palermo, la realtà attuale vede un Mezzogiorno e una Sicilia in profonda difficoltà.
Un Mezzogiorno che in 10 anni, dal 2004 al 2014, ha visto andare in fumo 800 mila posti di lavoro, 230 mila dei quali in Sicilia, che registra la ripresa dell'emigrazione con 700 mila persone che dal 2011 al 2103 si sono spostare da Sud a Nord, sul quale la Cgil punta ad accendere i riflettori perché "i temi del Sud, del disagio e dell'inclusione sociale, di una questione meridionale mai risolta - dice il segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, spiegando il senso dell'iniziativa - tornino a essere al centro dell'agenda politica di un governo fino ad oggi fin troppo distratto".
Dal 2008 al 2013 in Italia il Pil (fonte Svimez) è diminuito dell'8,5%, nel Mezzogiorno del 13,3%. La Sicilia con il 14,6% è terzultima regione dopo il Molise (-16,5%) e la Basilicata (-16,3%). Sempre in Sicilia nello stesso periodo gli investimenti si sono ridotti del 50%, il reddito pro-capite è sceso del 15%, i consumi delle famiglie si sono ridotti del 15%, il 40% del valore aggiunto delle attività manifatturiere è andato in fumo, la povertà assoluta è aumentata del 40%, arrivando a coinvolgere 250 mila famiglie (il 15,8%).
"Il rischio povertà - ha affermato Pagliaro - è al Sud tre volte maggiore rispetto al centro Nord e la Sicilia è la regione dove questo rischio tocca il 42% della popolazione. Basti pensare - aggiunge - che nell'isola il 70% dei pensionati vive con meno di 700 euro al mese".
Un quadro allarmante, per il quale il sindacato chiede azioni concrete al governo regionale, al quale si aggiungono i dati Istat che in Sicilia testimoniano nei primi tre mesi del 2015 il calo di mezzo punto percentuale del numero di occupati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre la disoccupazione si ferma al 23%.
Gli occupati nell'isola sono 19 mila in meno rispetto a marzo del 2014, passano da 1 milione 329 mila del 2014 a 1 milione 310 mila di quest'anno. In calo anche il numero di persone in cerca di lavoro: sono 5 mila in meno rispetto a marzo scorso e passano da 397 mila del 2014 a 392 di quest'anno.
[Informazioni tratte da Repubblica/Economia, ANSA, Adnkronos/Ign]