Risveglio da uomo libero
Salvatore Stefio, dopo 56 giorni nelle mani delle falangi verdi di Maometto, fra le mura amiche a Catenanuova (EN)
Un risveglio dolce, finalmente tra mura amiche, per Salvatore Stefio che stamani ha scelto di fare colazione con una granita portatagli a domicilio dal suocero, Carmelo Nicolosi. "Sono stati giorni molto duri - ha detto Salvo Stefio parlando questa mattina con i giornalisti dal balcone della sua abitazione - ma non abbiamo mai perso la speranza di poter tornare". Stefio ha ricordato che "eravamo in ambienti molto ristretti, poco igienici ed ammanettati, detenuti in stato di forte cattività".
Quanto ai sequestratori, ha aggiunto, "con loro si parlava anche di calcio: erano appassionati e ci dicevano che erano dispiaciuti perchè questa disciplina sportiva non ha un seguito nel loro Paese". Stefio ha parlato anche dei rapporti con gli altri due ostaggi, Agliana e Cupertino: "Tra di noi - ha rivelato - si era creato un rapporto molto forte di intesa immediata su tutto". Salvatore Stefio ha confermato di essere stato minacciato da uno terroristi che lo avevano sequestrato perchè si era rifiutato di consegnargli la sua fede nuziale. "Quando ho ricevuto questa richiesta - ha confermato Stefio - ho reagito e gli ho detto: se vuoi fare questo devi uccidermi. Io sono qua, se vuoi togliermela devi spararmi".
L'ex ostaggio non ha voluto fornire ulteriori particolari perchè, ha spiegato, "tutto è coperto dal segreto istruttorio, ne riparleremo quando l'inchiesta si sarà conclusa". Salvatore Stefio ha confermato stamane che lui e suoi due compagni di prigionia non sapevano della morte di Fabrizio Quattrocchi. "La notizia ufficiale - ha spiegato - l'abbiamo avuta dall'ambasciata subito dopo la nostra liberazione".
"Durante il sequestro - ha aggiunto Stefio - noi eravamo in mano a dei terroristi, ma non eravamo in condizioni tali da permetterci di fare delle valutazioni immediate". Alla domanda dei giornalisti se si fosse fatto un'idea del motivo per cui Quattrocchi è stato ucciso, Stefio ha detto: "Non lo so, in questo momento non riesco ad avere un'idea del perchè". Stefio ha confermato che "Quattrocchi non ha avuto alcuno scontro nè ha avuto momenti di tensione con i sequestratori".
"Noi - ha aggiunto - abbiamo avuto sempre la speranza di essere liberati, ma non sapevamo che cosa accadesse fuori perchè i nostri sequestratori non ci dicevano nulla, quindi non sapevamo neppure di presunte trattative e di tutto quello che accadeva in Italia". A chi gli ha chiesto perchè lui avesse assunto il ruolo di "portavoce" degli ostaggi, Stefio ha risposto: "Perchè ero quello che parlava meglio l'inglese".
Dopo il breve colloquio con i giornalisti, durato in tutto un quarto d'ora, Stefio ha "ringraziato tutti gli italiani, anche i giornalisti" e poi è rientrato in casa dicendo che della vicenda "parlerò soltanto dopo che si sarà chiusa l'inchiesta".
C' è anche il cameramen della troupe di Canale 5 sequestrata per mezz' ora a Cufa il 3 maggio scorso tra gli operatori al lavoro davanti la casa di Salvatore Stefio, a Catenanuova. E' Salvatore La Barbera, 40 anni, palermitano, che era rientrato ieri dall' Iraq. "Ho chiesto io di poterci essere - ha spiegato La Barbera - non potevo mancare. Ho lavorato per 65 giorni in Iraq e volevo 'chiudere il cerchio' con la festa per la liberazione degli ostaggi italiani".
Fonte: La Sicilia