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Ritorna Silvio e Forza Italia

Berlusconi intevistato dal tedesco 'Bild' spiega perché scenderà nuovamente in campo

16 luglio 2012

"Non abbandonerei mai il mio partito, il Popolo della Libertà, che d'altronde riavrà presto il suo vecchio nome: Forza Italia". Lo ha annunciato Silvio Berlusconi in un'intervista al quotidiano tedesco 'Bild'.
"La mia discesa in campo 18 anni fa ha salvato l'Italia dal comunismo. Questa è la verità storica e ne sono fiero. Sono stato l'unico leader europeo - ha rivendicato - ad avere eccellenti rapporti al tempo stesso con la Russia e con gli Stati Uniti d'America, e ho fatto sentire il peso di questa amicizia in ogni circostanza in cui è servito alla pace e alla sicurezza nel mondo".

Quanto all'Europa, "quello che noi ci aspettiamo è che Berlino sviluppi una politica europea lungimirante, solidale e di largo respiro. Critichiamo soltanto la politica dell'eccessivo rigore perché la riteniamo un freno troppo forte allo sviluppo. Vorremmo una Germania più europea e non un'Europa più tedesca". "Io - ha assicurato poi l'ex premier - ho un cordialissimo rapporto con la Signora Merkel. La stimo per la sua franchezza, la sua serietà, la sua competenza, la sua dedizione". "Quando si è trattato di nominare qualcuno per la carica di presidente del Consiglio europeo, abbiamo proposto Tony Blair - ha sottolineato - Così gli Stati Uniti avrebbero finalmente saputo a chi rivolgersi per conoscere la posizione di tutta l'Europa. Poi, però, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno fatto una scelta diversa, con il chiaro intento di continuare a tenere la politica europea nelle proprie mani". "Nessun trionfo contro la Germania - ha detto poi riferendosi alle conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo - Non l'abbiamo mai vista così né io né il presidente Monti. Il trionfo sarà di tutti se riusciremo a uscire dalla crisi e se l'Europa sarà finalmente più forte, più unita, più solidale".
Sulla moneta unica Berlusconi ha detto che "con l'euro la bilancia commerciale della Germania è migliorata, quella dell'Italia è peggiorata. Un ritorno alle valute nazionali mi pare comunque improbabile. Si tratterebbe in ogni caso della sconfitta - che nessuno può augurarsi - del progetto storico di un'Europa unita".

Nell'intervista l'ex premier rivendica poi i meriti del suo esecutivo: "Se i conti della nostra finanza pubblica sono sotto controllo, lo si deve in buona parte al mio governo".
Passando all'attualità, per Berlusconi "la forza principale" di Mario Monti "sta nell'avere il più ampio supporto che mai un presidente del Consiglio abbia avuto. Ed è questo il principale motivo che mi ha spinto a fare un passo indietro: volevo consentire l'approvazione di riforme anche costituzionali" ha rimarcato. "Non sono rimasto traumatizzato - ha aggiunto - dalla perdita di potere, anche perché il presidente del Consiglio in Italia non ha alcun potere. La nostra Costituzione non gli permette neppure di sostituire un proprio ministro. Avevo potere prima del 1994, quando facevo solo l'editore televisivo".
Berlusconi ha denunciato poi "un altro guaio. Il fatto che gli italiani votano 'male'. Abbiamo ottenuto il 37,8% nelle ultime elezioni, e siamo stati costretti a includere nella coalizione i partiti minori. Purtroppo i partiti piccoli non pensano al Paese e al bene comune, ma sempre e solo alle piccole ambizioni politiche dei loro piccoli capi".

Infine, a proposito del cosiddetto caso Ruby, "si è trattato di una mostruosa operazione di diffamazione da parte della nostra magistratura di sinistra - ha affermato Berlusconi - Sono state prese di mira delle ragazze, sono state collegate alla prostituzione, mentre hanno soltanto ballato come si fa in tutte le discoteche del mondo. Tutto finirà nel nulla, come tutti gli altri processi intentati contro di me".

Il "delfino" Alfano tra ambizione e riconoscenza - Nessun "cerchio magico" attorno al Cavaliere. Nessuna ipotesi di uscita dall'euro. E una nuova spinta per le dimissioni della Minetti. Così Angelino Alfano, segretario del Pdl, intervistato da Maria Latella per SkyTg24.
"Conosco le 'cose della casa', e attorno a Berlusconi non c'è alcun cerchio magico perché lui non ha bisogno di essere assistito né da un cerchio né da soggetti magici". "Maria Rosaria Rossi - dice Alfano - è una brava parlamentare, svolge una collaborazione con una certa efficacia accanto al presidente, e ritengo sia dispiaciuta legittimamente dall'essere inserita in 'cerchi magici'. Io la ricandiderei perché è una brava parlamentare. Il folklore impazza e si deve guardare a tante cose".

Il segretario del Popolo delle libertà torna sulla candidatura dell'ex premier a Palazzo Chigi e assicura che "sarà impiantata in qualcosa di molto solido", perché il Cavaliere "non è animato da ambizioni personali, quanto dal fatto che l'Italia e gli italiani devono pronunciarsi su un pezzo della nostra storia e sulle modalità oscure con cui il nostro governo è caduto". "Noi - prosegue - ci siamo dimessi perché i numeri in Parlamento erano stati debilitati dal comportamento di Fini, ma anche perché c'è stata una gravissima aggressione contro di noi".
Nessun rimpianto né dispiacere, promette il delfino "scaricato" dopo pochi mesi. "Tra l'ambizione e la riconoscenza, io metto la riconoscenza al primo posto. Ho condiviso la scelta senza mettere avanti le ambizioni personali. Io pretendo di essere giudicato per quello che sono. Nel mio essere uomo c'è la riconoscenza. Io riconosco di essere in politica perchè lo ha voluto Silvio Berlusconi. Sono un uomo politico, ma sono primo di tutto un uomo".

Sarà una campagna elettorale giocata sulla contrarietà all'euro? Sul punto Alfano sostiene che malgrado la moneta unica "abbia un problema enorme", la crisi non si risolve con l'uscita. "Noi crediamo nell'euro, servono piuttosto più poteri per la Bce".
Alla domanda diretta sulla necessità di dimissioni del consigliere regionale lombardo Nicole Minetti, il segretario Pdl risponde senza esitazioni: "Sì", aggiungendo che queste dovranno avvenire al più presto. Poi, sulla ventilata fuoriscita di Tremonti dal partito, smentisce: "Non mi risulta affatto".
Il segretario affronta quindi il tema della riforma elettorale. Il Pdl, spiega, punta ad "una legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere deputati e senatori", e a restituire "ai cittadini il diritto di scegliere direttamente il presidente della Repubblica". "Se il prossimo presidente della Repubblica sarà di nuovo scelto non da cittadini ma nelle riunioni segrete, la colpa è del Pd. Se va male sarà loro la colpa", accusa Alfano.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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16 luglio 2012
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