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Ritorno a casa

Roberto Dieghi, tecnico dell'Eni sequestrato il 7 dicembre scorso dai guerriglieri nigeriani del Mend, ha fatto ritorno in Italia

20 gennaio 2007

''Sto bene, sono contento, ma... non sarò felice fino a quando i miei compagni non saranno liberati. Mi adopererò per la loro liberazione''. ''Comunque non sono preoccupato per gli altri, perché sono sicuro che torneranno anche loro presto a casa''.
Sono le prime parole di Roberto Dieghi, il dipendente dell'Eni rilasciato l'altra notte dai militanti nigeriani del Mend (Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger) dopo 41 giorni di prigionia nel Delta del Niger, è rientrato ieri sera in Italia.

Dieghi, tecnico petrolifero dell'Agip, è stato sequestrato il 7 dicembre nello stato nigeriano di Bayelsa assieme ai colleghi Cosma Russo e Francesco Arena e a un lavoratore libanese, Imad Saliba. I miliziani del Mend in un primo momento avevano detto che rilasciavano Dieghi per via delle sue cattive condizioni di salute, poi attraverso una mail inviata al Corriere della Sera, Jomo Gbomo, portavoce del Mend, ha spiegato che il rilascio è avvenuto in seguito al negoziato con lo Stato nigeriano di Bayelsa e ''non ha assolutamente niente a che fare con il precario stato di salute di Roberto Dieghi. È invece un atto di buona volontà e ci aspettiamo che ne segua uno da parte del governo nigeriano''.
Mercoledì scorso, appena riottenuta la libertà, Roberto Dieghi ha voluto mettersi immediatamente a disposizione per collaborare alla liberazione dei suoi colleghi, ''a costo di rinviare l'abbraccio con i suoi familiari'', ha riferito Paolo Raffaelli, il sindaco di Terni, la città dell'ex ostaggio.
Una circostanza confermata dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema che, nell'esprimere soddisfazione per il rilascio, ha reso noto che Dieghi ''continua a impegnarsi a fondo per la liberazione degli altri tre tecnici tuttora tenuti in ostaggio dai ribelli''.
L'Eni è subito intervenuta negando assolutamente tale eventualità e, di concerto con la Farnesina, ha immediatamente fatto rimpatriare Dieghi.

L'ex ostaggio è giunto all'aeroporto militare di Ciampino poco dopo le 19 di ieri sera con un volo speciale. Subito è stato portato negli uffici della procura di Roma, dove è stato sentito dal pubblico ministero Diana de Martino.
Ai magistrati, il tecnico dell'Agip ha descritto le fasi del rapimento in tutti i suoi passaggi temporali: dal 7 dicembre, giorno in cui è stato prelevato dai guerriglieri separatisti fino a mercoledì scorso, giorno della sua liberazione. Sempre secondo quanto si è appreso, l'uomo avrebbe riferito al magistrato di essere stato trattato bene dai sequestratori. Dieghi avrebbe poi confermato il motivo alla base del suo rapimento: sarebbe stato per i suoi sequestratori una merce di scambio per ottenere dallo Stato di Bayelsa la liberazione di tutti i cittadini originari del Delta, detenuti con le accuse di terrorismo.
In particolare il Mend ha proposto lo ''scambio'' fra gli ostaggi e quattro detenuti nelle carceri nigeriane: si tratta dell'ex governatore di Bayelsa, Diepreye Alamieyeseigha, arrestato per corruzione, del leader separatista Mujahid Dokubo-Asari, e di due militanti del Delta del Niger scelti a caso fra i tanti arrestati con l'accusa di terrorismo.
Il Mend, comunque, ha sempre ribadito che ''l'eventuale rilascio di tutti gli ostaggi nelle nostre mani e la possibile liberazione da parte del governo nigeriano di tutti gli ostaggi (i detenuti politici, ndr) provenienti dalla regione del Delta del Niger, non significherebbe la fine della campagna''. ''Continueremo fino alla vittoria - ha fatto sapere il Mend - finché non cacceremo le compagnie via dal Delta del Niger e bloccheremo l'esportazione di greggio, a meno che non sarà restituita la ricchezza che è stata saccheggiata e sottratta ai legittimi proprietari: le genti che qui abitano''.

Intanto le Autorità nigeriane, coadiuvate dall'Unità di crisi della Farnesina e da Eni, continuano a negoziare per la liberazione degli altri tre lavoratori sequestrati in Nigeria.

- ''Vicini alla libertà?'' (Guidasicilia, 18/01/07)

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20 gennaio 2007
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