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Ritorno all'agrumeto...

Raffaele Lombardo ribadisce che non si ricadiderà e si farà da "parte"

14 giugno 2012

"Confermo che non mi ricandido a nulla. Ho espresso questa volontà ferma. Che farò? Sono appassionato di agricoltura, ho un agrumeto, è complicato governarlo e cercare di pareggiare i conti entro la fine dell'anno. Mi inventerò un lavoro, sono ancora capace di intendere e volere".
Così il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ospite di "24 Mattino" su Radio 24, parlando del suo futuro in vista delle regionali di ottobre. "Non è detto che non dia una mano alla causa politica nella quale credo ma non mi candido", ha aggiunto.

Parlando della sua imputazione coatta per concorso esterno alla mafia, per Lombardo compare lo spettro di Totò Cuffaro. "Non faccio scongiuri, ci mancherebbe altro. Se sarò ritenuto responsabile dovrò pagare. Guai se non fosse così, come tutti gli altri cittadini. Mi affido alla magistratura, non commento la decisione del giudice, la subisco. Sono molto più che consapevole della mia assoluta contrarietà a questa storia e lo dimostrerò nelle aule di giustizia che ora frequento perché credo che il migliore difensore di sé stesso sia l'imputato. Comunque ho sempre detto, anche prima dell'imputazione coatta, che mi sarei dimesso, perché il rinvio a giudizio o addirittura un'eventuale condanna non dovrà toccare il presidente della Regione bensì il cittadino Raffaele Lombardo".

Lombardo poi ha replicato all'indiscrezione secondo la quale le elezioni anticipate in Sicilia avrebbero l'obiettivo di far saltare la riforma dello Statuto che prevede dalla prossima legislatura il taglio da 90 a 70 dei deputati dell'Ars (LEGGI): "Accusano me non so se per malizia o ignoranza - ha detto - La riforma può saltare come può non saltare. Dipende dal Parlamento nazionale. L'Assemblea regionale ha votato la riduzione dei parlamentari. Questa riduzione, trattandosi di modifica dello Statuto, ora è competenza delle Camere che devono votare le modifiche in doppia lettura, a distanza di tre mesi. Dal dicembre scorso la Camera e il Senato avrebbero potuto votare, non lo hanno fatto. Lo ha fatto il Senato in prima lettura, la Camera niente. E' responsabilità loro. E sa perché non l'hanno fatto? Per non essere richiamati alle loro responsabilità. Perché magari tagliano i parlamentari in Sicilia e poi loro non si tagliano un solo deputato o senatore. Accusano me non so se per malizia o ignoranza", ha sostenuto.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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14 giugno 2012
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