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Ritrovata al largo di Panarea una nave romana del I secolo d.c.

A bordo del relitto oltre 500 anfore. Gli esperti: "La nave potrebbe non essere l'unica nei fondali di Panarea"

01 luglio 2010

Sui fondali di Panarea, ad oltre 100 metri di profondità, giace un relitto di epoca romana, una nave al servizio della civitas che trasportava anfore colme di frutta secca. La sensazionale scoperta archeologica è stata presentata ieri alla Soprintendenza del Mare a Palermo, dall'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, Gaetano Armao e da Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare.
Il ritrovamento è stato reso possibile da un'intesa e proficua attività di collaborazione avviata da alcuni anni fra la Soprintendenza del Mare, la fondazione statunitense Aurora Trust (nell'ambito del progetto ArcheoRete Eolie) e l'ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del Ministero dell'Ambiente, che ha messo a disposizione la nave oceanografica Astrea.

"Dai primi rilevamenti - ha spiegato il soprintendente Tusa - possiamo stabilire che si tratta di una nave mercantile di circa 25 metri, in perfette condizioni, che trasportava frutta e ortaggi dalla Sicilia ai mercati del nord. Lo stile delle anfore, infatti, è tipica delle 'officine' dell'isola e dell'Italia meridionale".
Il mercantile è stato individuato con una telecamera filoguidata 'Rov': ora la campagna nelle Eolie procederà con "ricerche realizzate - ha aggiunto Tusa - con dei robot particolarmente sofisticati che ci metteranno nelle condizioni di contestualizzare meglio nel tempo e nello spazio il relitto".
Il progetto intrapreso nel 2009, costituisce un importante progresso nell'ambito delle ricerche archeologiche subacquee perché per la prima volta sono state utilizzate dotazioni tecnologiche di ultima generazione. "Grazie al Rov - ha spiegato ancora Tusa - strumento robotizzato, dotato di telecamere, fari illuminatori e propulsori ad elica, siamo riusciti, nonostante la profondità del fondale, ad ottenere immagini estremamente nitide del relitto e del carico che trasportava".
La nave potrebbe non essere l'unica: nei fondali di Panarea infatti ci sarebbe una seconda nave. "Sono state trovate delle tracce - ha concluso il soprintendente del Mare - di un secondo relitto non ancora però individuato. Le ricerche andranno proprio in questa direzione".

Inoltre, a margine della conferenza stampa sul ritrovamento della nave romana a sud di Panarea, l'assessore regionale ai Beni culturali Gaetano Armao ha annunciato che le isole di Mozia e Pantelleria potrebbero entrare a far parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. "La proposta di Mozia - ha detto Armao - verrà istruita in gemellaggio con le isole Scilly (arcipelago a 45 km dalla punta sud-occidentale della Cornovaglia), come concordato con il console del Regno Unito, Michael Burgoyne, che ho incontrato due giorni fa a Villa Whitaker. Questo gemellaggio fra Mozia e le Scilly, propedeutico alla richiesta di inserimento nella World Heritage dell'Unesco si fonda sulla comune denominazione fenicia. Abbiamo avviato anche l'istruttoria per la proposta di inserimento nel patrimonio mondiale Unesco di Pantelleria in gemellaggio con l'isola giapponese Ojika, dato che ad accomunare entrambe vi è la ricerca archeologica subacquea".
Nell'isola di Ojika la soprintendenza del Mare ha già intrapreso una collaborazione con l'università di Fukuoka e sono state effettuate ricognizioni per identificare le navi della flotta di Kublai Kan, nipote di Gengis Khan e primo imperatore cinese della dinastia Yuan. "Vogliamo ridare alla Sicilia - ha concluso Armao - quella dimensione cosmopolita che nei secoli ha avuto, essendo crocevia di popoli, culture e religioni variegate. Intendiamo aprire la nostra regione alle più importanti istituzioni museali del mondo, per usare la cultura come leva di sviluppo della nostra regione".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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01 luglio 2010
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