Ritrovate le ''scatole della verità''
Ripescate entrambe le scatole nere dell'Atr 72 ammarato tragicamente il 6 agosto scorso al largo delle coste palermitane
Il 6 agosto scorso, quando l'aeromobile Atr 72 della compagnia tunisina Tuninter, in viaggio da Bari a Djerba, per un guasto ad entrambi i motori si schiantò nelle acque al largo delle coste palermitane, provocando la morte di 16 dei 39 passeggeri a bordo, il mare inghiottì una parte dell'aereo e tre persone, i passeggeri Raffaele Ditano e Francesco Cafagno, entrambi pugliesi, e il meccanico di bordo Harbaoui Chokri.
Fra le parti del velivolo inghiottite dal mare anche le due ''scatole nere'', all'interno delle quali dovrebbe esserci registrata la verità sull'accaduto, una verità che in questo mese trascorso è stata alacremente cercata dalle procure di Palermo e di Bari. Verità che potrebbe scagionare i diversi indagati da accuse pesanti, quali disastro colposo e omicidio plurimo.
Tra ieri e stamane, dal fondo del mare, grazie alle apparecchiature della nave cipriota ''Edt Ares'', sono state ripescate le due ''scatole della verità'', le scatole nere, che portate in superficie, sono state subito sottoposte ad una specifica azione disinquinante per arginare i danni causati dalla salsedine.
Dalla profondità di 1.440 metri, insieme alle due scatole nere sono state recuperate anche la fusoliera di poppa, il registratore dei suoni in cabina di pilotaggio (Cvr), nonché la completa strumentazione dei pannelli di guida e degli impianti di bordo.
Il comandante della nave militare 'Ammiraglio Magnaghi', anch'essa impegnata nel recupero dei relitti, ha reso noto che le scatole nere non dovrebbero essere particolarmente danneggiate.
E sempre ieri, insieme alle parti dell'Atr 72 portate in superficie (secondo l'Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) la quasi totalità del velivolo), sono stati ripescati anche i resti scheletriti di uno dei tre dispersi nella tragedia.
Sui resti sarà effettuato, su disposizione della procura di Palermo che coordina le indagini, l'esame del Dna: per questo motivo sono stati trasportati all'istituto di medicina legale di Palermo. I campioni del Dna saranno poi confrontati con quelli dei familiari delle vittime. ''Dall'incidente - ha fatto notare il procuratore di Palermo, Piero Grasso - sono passati molti giorni e il lavoro di identificazione non sarà facile''. L'identità della vittima, secondo quanto afferma il professore Paolo Procaccianti, direttore dell'Istituto di medicina legale del Policlinico, potrà essere accertata solo fra una settimana.
I resti di un secondo corpo sono stati individuati, invece, ieri pomeriggio nella stessa zona.
Le scatole nere e i resti dell'Atr 72 recuperati, verranno consegnati alle autorità italiane domani. Lo ha segnalato oggi una fonte della società cipriota che gestisce la nave di recupero ''Edt Ares'', preannunciando che sempre domani verrà deciso se continuare o meno la ricerca del terzo corpo, finora non trovato, e di altri ''piccoli pezzi'' del velivolo. Il secondo corpo, ha previsto ancora la fonte, verrà tratto in superficie nel primo pomeriggio di oggi.
Intanto Alì Kebaier, il copilota dell'Atr 72, è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Palermo per disastro plurimo colposo e omicidio colposo. Nell'inchiesta la Procura di Palermo aveva già iscritto nel registro degli indagati il comandante dell'Atr 72 della Tuninter, Chefik Gharbi, il titolare del deposito Eni di carburante dell'aeroporto di Bari Palese, Ettore Fumagalli, e l'autista dell'autobotte che ha rifornito l'aereo, Alessandro Perfetto.
Per tutti l'accusa ipotizzata è quella di disastro plurimo colposo e omicidio colposo. Sia il comandante che il copilota, mentre erano ricoverati nell'ospedale Civico di Palermo, in alcune brevi dichiarazioni avevano sostenuto di avere compiuto regolarmente tutte le procedure previste dai protocolli di sicurezza ed avevano escluso con decisione l'ipotesi di un errore umano.