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Rosario Crocetta è il nuovo presidente della Regione Siciliana

"Io vero rivoluzionario, primo presidente di sinistra e antimafia"

30 ottobre 2012

Quando Rosario Crocetta ha capito che avrebbe vinto, è partito da Tusa (Me) verso Palermo. Protetto dalla scorta che non lo molla un attimo da quando la mafia lo ha condannato a morte per le sue battaglie da sindaco di Gela, Crocetta ha raggiunto Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd, nel quartier generale dei democratici.
Il tempo di un briefing, poi quando è arrivato il dato del 50% delle sezioni scrutinate e la certezza di avercela fatta, l’ex sindaco di Gela si è messo in marcia per recarsi a piedi nel suo comitato elettorale, dove la festa era già cominciata. Una passeggiata di un chilometro, tra i flash dei fotografi e la ressa di cameramen e cronisti.
"Oggi è cambiata la storia della Sicilia, sono riuscito nel miracolo" ha detto Crocetta, accerchiato dalle telecamere. Passa davanti al comitato di Nello Musumeci, il suo principale rivale sconfitto per 5 punti nella corsa alla presidenza della Regione siciliana. Una donna urla: "Presidente, diamo il buon esempio. Toglietevi dalla strada, non vede che sta bloccando il traffico?".
Stanco in volto, Crocetta non si sottrae alle domande dei cronisti. Gli chiedono di Raffaele Lombardo e del patto delle 'Crocchè', l'accordo che avrebbe siglato con Gianfranco Micciché per battere Musumeci. "Basta con questa storia di Lombardo", ha sbottato. "Mi avete rovinato la campagna elettorale, senza questa storia avrei vinto con oltre il 40%", ha aggiunto infastidito. "Non farò inciuci all'Assemblea regionale" ha ripetuto di continuo a chi continuava ad incalzare con domande su Lombardo e la mancanza di una maggioranza all'Ars. "Perché mi chiedete sempre la stessa cosa, cercherò la maggioranza sui singoli provvedimenti e se non ci riuscirò chiederò il sostegno dei cittadini; tornerò al voto e vincerò con oltre il 60% di voti".
"Io sono veramente rivoluzionario, non Grillo che blatera: lo volete capire o no?", alza la voce il neo-governatore, eletto con circa il 30% dei consensi, che all'Ars potrà contare su 39 deputati e dovrà cercarne almeno altri sette per poter avere quel voto in più che gli consentirebbe di governare l'Assemblea di 90 parlamentari, 15 dei quali "grillini".

Nel comitato, Beppe Lumia, senatore del Pd e big sponsor del neo-governatore, parla da vincitore: "Ha vinto la voglia di cambiamento che non si manifesta solo con la protesta ma con la proposta, quella fatta da Crocetta per un governo di qualità".
Intanto è il caos. Crocetta si chiude nel suo ufficio, fuma una sigaretta dietro l'altra. Poi si tuffa nelle dirette televisive. Il senatore Gianpiero D'Alia, segretario dell'Udc in Sicilia, deve aspettare una buona mezz'ora prima di tentare di avvicinare il neo-presidente.
"Ho rotto un muro di gomma, per la prima volta la Sicilia ha eletto un candidato che ha fatto dell'antimafia una scelta di vita", ha continuato a ripetere con orgoglio Crocetta.
Anche l'ex ministro Totò Cardinale parla da vincitore. Tutti ex Dc, ora a fianco del comunista, omosessuale dichiarato ed icona dell'antimafia siciliana diventato presidente della Regione che gli ultimi due governatori, Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, hanno dovuto abbandonare in anticipo dopo essere incappati in vicende di mafia.
"Non è mai accaduto in Sicilia che un rappresentante del centrosinistra venisse eletto e che venisse eletto un presidente con una chiara opzione antimafia. Credo che siano questi due elementi forti del cambiamento che dimostrano come in Sicilia, come dice anche Camilleri, sia entrata aria nuova e pulita".

In queste elezioni, comunque, i grandi sconfitti sono i partiti tradizionali. Non solo il Pdl, che ne subirà le più immediate conseguenze, ma anche quelli che hanno vinto non sono usciti indenni (persino il Pd ha lasciato 5 punti sul campo) e perché tutti dovranno fare i conti con il forte segnale arrivato dall'astensionismo siciliano. Meno di un siciliano su due è andato a votare e Crocetta è diventato governatore con il voto di circa il 15% dell'elettorato totale.
Nemmeno Grillo è riuscito a incidere un blocco che ha rifiutato insieme la politica e la cosiddetta anti-politica. Anche questo dovrà far riflettere. Per il Movimento 5 Stelle è stata una vittoria limpida. Cancelleri ha beneficiato del voto disgiunto e il movimento è balzato dal 2-3% del 2008 (politicamente è ormai giurassico) al 18% attuale. Soprattutto è oggi il primo partito dell'isola, in barba a vincitori (Pd) e vinti (Pdl).  
Chi è sempre più nei guai è il Pdl. Nello Musumeci è uscito sconfitto dalla prova elettorale e il partito ha perso oltre 20 punti, quasi i due terzi dei voti. Un'altra ferita in un Pdl sempre più dilaniato.

Chi è Rosario Crocetta - Il nuovo presidente della Regione è nato a Gela (Caltanissetta) 61 anni fa. Omosessuale dichiarato, dopo aver conseguito il diploma di perito chimico ha lavorato per l'Eni. Parla 4 lingue: italiano, arabo, inglese e francese. Ha aderito prima al Partito Comunista Italiano e poi a Rifondazione, con cui è stato assessore alla Cultura del Comune di Gela dal 1996 al 1998. Successivamente si è iscritto al Partito dei Comunisti Italiani. Assessore comunale alla Pubblica Istruzione dal 2000 al 2001, nel maggio del 2002 si candida a sindaco della sua città per l'alleanza di centrosinistra. In un primo momento risulta eletto il candidato del centrodestra con un margine esiguo. Ma dopo un ricorso nel 2003 il Tar fa effettuare un nuovo spoglio nel quale risultano 307 voti di vantaggio a suo favore. Si definisce "sindaco antimafia", tra le sue iniziative lo svolgimento di gare per l'appalto delle opere pubbliche alla presenza dei carabinieri e il licenziamento di impiegati comunali vicini alla mafia. Al termine dei cinque anni di mandato, nel 2007 si ricandida a primo cittadino e viene confermato. Vince con il 64 per cento dei consensi. Nel 2008 ha aderito al Partito Democratico. Nel 2009 è stato eletto europarlamentare.

La stampa estera: "Governatore gay e un nuovo duro colpo per Berlusconi" - Un "nuovo duro colpo a Berlusconi". Così la stampa internazionale punta i riflettori sui risultati delle elezioni in Sicilia sottolineando l'ascesa del Movimento 5 Stelle e la storica debacle del Pdl. Un voto, osservano i media esteri, che aggiunge ulteriore incertezza al panorama politico italiano.
Oltremanica "le elezioni in Sicilia assestano un nuovo colpo a Berlusconi" titola la BBC, mentre "Il voto in Sicilia scuote l'Italia" è il titolo del Financial Times che, soffermandosi sul M5S, evidenzia come "un nuovo partito anti-establishment guidato da un comico si sia imposto come una forza politica credibile dopo aver cavalcato l'ondata di rabbia contro i partiti tradizionali e l'austerità del governo". Il voto in Sicilia, osserva il Ft, "spingerà nei mercati finanziari le preoccupazioni sulla stabilità politica italiana e sull'eventualità che dalle elezioni generali del prossimo anno non emerga un chiaro vincitore". Mentre "la povera performance del partito di Berlusconi danneggia soprattutto Angelino Alfano", visto come "moderato pro-europeo" e già "colpito" dalle recenti dichiarazioni dell'ex premier.
"La Sicilia pronta per il primo governatore gay" è invece il titolo del Guardian che descrive Rosario Crocetta come "un politico che si è fatto un nome scendendo in campo contro la mafia".

In Francia "Elezioni regionali in Sicilia, la sinistra in testa", titola Le Monde evidenziando "l'impressionante" percentuale del M5S. "Il partito di Berlusconi non segue più il suo leader" è invece il titolo de Le Figaro che, soffermandosi sul Pdl, osserva come "malgrado la collera di Berlusconi la maggioranza dei dirigenti del Pdl voglia che Monti continui a gestire l'Italia fino alle legislative", mentre il voto in Sicilia, con "l'astensionismo record e la forte affermazione di una lista anti-sistema, non aggiungerà certo un elemento di stabilità al paesaggio politico italiano". Per Liberation quella in Sicilia "è una sconfitta storica per il partito di Berlusconi", mentre Le Nouvel Observateur titola: "Elezioni in Sicila, un nuovo duro colpo per Berlusconi".

In Germania "La Sicilia diventa un chiodo per la bara di Silvio Berlusconi", è il titolo del Die Welt che descrive l'esito del voto come "la metafora" della "fine di un'era, con il Pdl in caduta libera". "Dai siciliani poco interesse per le elezioni", osserva invece Tagesschau, descrivendo il risultato come "una tendenza per le elezioni della prossima primavera".
In Spagna, El Mundo sottolinea "la vittoria della sinistra", la "battuta d'arresto" per il Pdl e "l'ascesa" del M5S dovuta al 'carisma' di Beppe Grillo. El Pais titola: "La Sicilia misura alle urne il rifiuto della politica".
Negli Usa, infine, "I partiti di protesta vanno bene nelle elezioni in Sicilia: l'affluenza cala bruscamente", titolano Fox News e il Washington Post. Per l'Huffington Post il voto regionale "fornisce un test chiave per le elezioni nazionali".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Repubblica/Palermo.it, Lasiciliaweb.it]

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30 ottobre 2012
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