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Rossofestival 2008

Ritorna l'importante appuntamento con il Festival Nazionale del teatro di ricerca diretto da Emma Dante

14 gennaio 2008

...Solo giullare! Solo poeta!
Che parla in tutti i colori,
colori parla da giullaresche maschere,
rampicando su ponti di mendaci parole,
su arcobaleni di menzogna
tra finti cieli
vagando, strisciando -
Solo giullare! Solo poeta!...
Friedrich Nietzsche

Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con il teatro di ricerca del Rossofestival diretto da Emma Dante. La manifestazione si svolgerà, come d'abitudine presso il Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, dal 15 gennaio al 27 febbraio.
Ad aprire l'edizione 2008, sarà il 15 gennaio ''mPalermu'', di Emma Dante, spettacolo vincitore del Premio Scenario nel 2001 e del Premio Ubu nel 2002. Precederà lo spettacolo, alle ore 18,00, la presentazione del libro “Carnezzeria”, scritto da Emma Dante e pubblicato da Fazi Editore. Saranno presenti l'autrice e la compagnia SudCostaOccidentale.
A seguire il 16 gennaio in prima regionale debutta, ancora per la regia di Emma Dante, “Il Festino”, l'ultimo dei suoi lavori.
Il 18 gennaio Antonio Latella porta in scena “Studio su Medea” prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria, Totales Theatre International e Festival delle Colline Torinesi. Diviso in tre capitoli: 'Capitolo I - Medea & Giasone', 'Capitolo II - Medea & Figli', 'Capitolo III - Medea Dea', è insieme al debutto siciliano de Il Festino l'evento del festival.
Il 23 gennaio Carmen Consoli in teatro. Arriva sul Palco del Teatro Margherita lo spettacolo teatrale della 'Cantantessa' dopo un tour lungo un anno che l'ha portata in giro dalle scene italiane fino alla Cigale di Parigi. Testi recitati dall'attrice Simona Malato, scritti e diretti da Emma Dante, si fondono sul palco alle storie di una Sicilia già scritta e interpretata in chiave musicale dalla cantautrice catanese.
Il 28 gennaio Alberto Nicolino mette in scena ''Stirru - La discesa'', racconto di una tragedia mineraria di Sicilia, rimossa e dimenticata come tante altre.
L'11 febbraio è la volta di ''Un anno con tredici lune''. Il testo di Reiner Fassbinder viene portato in scena da Michele Di Mauro ed Egumteatro.
Infine il 27 febbraio chiude Davide Enia con ''I Capitoli dell'infanzia - parte prima, Antonuccio si masturba''.

Rimane saldo, a cinque anni dal debutto del festival, l'intento da parte dell'amministrazione comunale della città di Caltanissetta e della direzione artistica di dar voce a produzioni sceniche che si contraddistinguano per la forza innovatrice e, in tal senso, spesso provocatoria del loro linguaggio.
Il palco del Teatro Regina Margherita sarà anche quest'anno il centro di pulsioni, tensioni ed emozioni contrastanti, messe in scena contestatrici non solo di un modo tradizionale di far teatro, ma anche di un più comodo e rassicurante pensiero dominante.
Dal palcoscenico di una città di provincia della Sicilia si diparte il dibattito vivo e acceso tra un gruppo di artisti e un pubblico curioso, attento, critico, che sente il bisogno di un'offerta culturale “altra” rispetto all'offerta scadente o compiacente di tanto teatro, cinema e tv. E che ogni anno risponde al richiamo del festival.
Il susseguirsi nell'edizioni del festival di artisti come la Societas Raffaello Sanzio, il Teatro Valdoca, Ascanio Celestini, Vincenzo Pirrotta, la stessa Emma Dante, ha sicuramente contribuito a stimolare un rinnovamento culturale e a provocare l'apertura della città verso l'esterno.
A dispetto dell'idea generalizzata che i grandi cambiamenti o i movimenti culturali più moderni trovino il loro habitat naturale in grandi contesti metropolitani, Rossofestival ha contribuito a far maturare negli anni la trasformazione di Caltanissetta in centro di propulsione di realtà artistiche nuove e vitali, pari alle stesse sollecitate da eventi ben più noti e pubblicizzati nelle grandi città d'Italia.

IL CALEDARIO - GLI SPETTACOLI

Martedì 15 Gennaio

''mPalermu''
Testo e regia di Emma Dante
Con: Gaetano Bruno, Sabino Civilleri, Tania Garribba, Ersilia Lombardo, Manuela Lo Sicco
Scene e costumi: Emma Dante
Luci: Cristian Zucaro
Produzione: Sud Costa Occidentale
“Palermo. Se avesse un corpo lo userebbe per schivare. Che cosa? Tutto. Per non essere colpita, identifica. L'emblema, lo stemma sullo scudo è il silenzio. Di questo silenzio parla mPalermu, di questa immobilità, da una distanza ravvicinata, familiare. Di interni e di esterni divisi da una soglia che è impossibile varcare. Di gesti che si formano perfettamente dentro la testa, ma non riescono a passare nei muscoli, nel sangue, come figli eternamente nutriti da madri sempre gravide e mai partoriti. mPalermu significa dentro Palermo. E' un ventre fertile, dove troppi figli si accalcano nei vicoli bui del suo addome deforme, e mentre succhiano linfa da un groviglio di cordoni ombelicali, scalciano, spingono ma non vogliono uscire.” [Emma Dante]

Mercoledì 16 Gennaio
''Il Festino''
Testo e regia di Emma Dante
Con: Gaetano Bruno
Scene e costumi: Emma Dante
Luci: Antonio Zappalà
Foto: Carmine Maringola
produzione: Sud Costa Occidentale in collaborazione con Nuovo Teatro Nuovo di Napoli e Festival delle Colline Torinesi.
Oggi, Paride compie trentanove anni e dietro la porta non c'è più nessuno. Persa è la chiave e nello spazio ristretto dentro il quale vive, si allarga ogni giorno la sua libertà. Con un senso di felice evasione, Paride s'inverte col suo doppio, ci gioca, lo sfotte e non capisce più se dei due è l'altro o se stesso. Dentro lo sgabuzzino scarta il regalo del suo compleanno, ricevuto dal padre: otto scope e una lettera di auguri. Lo stanzino si affolla: Guendalina, Giangaspare, Vincenzo, Antonella, Carola e Sammy sono invitati al festino dei due gemelli.
Iacopo balla con le scope il cha cha cha mentre Paride gli sussurra all'orecchio la formuletta magica: “thalita kuum, thalita kuum”...
Le scope rimangono dritte, in equilibrio.
[Emma Dante]

Venerdì 18 Gennaio

''Studio su Medea''
Regia di Antonio Latella
Con: Nicole Kehrberger, Michele Andrei, Giuseppe Lanino, Emilio Vacca
Elaborazione drammaturgica: Federico Bellini
Musiche: Franco Visioli
Costumi: Rosa Futuro e Tobia Marx
Luci: Giorgio Cervesi Ripa
Movimenti coreografici e regista assistente: Rosario Tedesco
Foto: Anna Bertozzi
Produzione: Teatro Stabile dell'Umbria, Totales Theater International, Festival delle Colline Torinesi.
“Sentivo la necessità di lavorare sul tragico e sul verbo inteso come carne, come corpo. E per me Medea è colei che partorisce il verbo e quindi era veramente importante fare un lavoro sulla tragedia, e poi andare al di là di Medea, perché Medea è un bisogno, una necessità. Volevo fare un lavoro sulla figura femminile. Sentivo il bisogno di omaggiare la donna, donna che Nicole, in qualche modo, incarna, in tutta la sua completezza artistica.” [Antonio Latella]

Mercoledì 23 Gennaio
Carmen Consoli in teatro
Voce e chitarra: Carmen Consoli
Musicisti: Massimo Roccaforte (mandolino), Santi Pulvirenti (chitarra acustica e buzouki), Puccio Panettieri (batteria e percussioni), Marco Siniscalco (contrabbasso), Andrea Di Cesare (violino), Giancarlo Parisi (fiati)
Voce recitante: Simona Malato
Testi teatrali: Emma Dante
Scenografie: Valerio Di Pasquale
Costumi: Lou
Produzione: Francesco Barbaro
“Carmen è un nome scomodo da pronunciare. E' monco. Manca il finale. La sua  musica è sempre in movimento ed è incompiuta come il suo nome, rimane sospesa in cerca di un'utopia e tutte le volte che la sfiora ci lascia senza fiato.
La voce di Carmen corre, rallenta, cade, si rompe, ci entra nel cuore a pezzetti e il suo ritornello ci rimane in testa come una tempesta del cervello.
I suoi testi sono brevi atti unici dolci e tremendi con una parata di eroi tragici, peccatori imbelli del nostro tempo che abitano un mondo in cui si confondono verità e menzogna, santità e sudiciume, estasi e maledizione. La sua canzone è una donna determinata e forte che partendo da un teatro di provincia viaggia per le metropoli, fiera di mostrarsi diversa dai luoghi comuni che la vorrebbero remissiva e sottomessa.  Mi piacerebbe rappresentare a teatro la sua canzone sotto una luce a pioggia che bagna il corpo di un'Eva sposa con una mela in mano. Un momento di dubbio ed Eva, peccatrice e imperfetta, mangia il frutto proibito. In questo istinto originario sta la musica di Carmen, in questo “matrimonio” col peccato, senza nessuna preghiera di assoluzione.
Il suo nome è monco. Manca il finale. E' uno spettacolo a sipario aperto, destinato a durare...”
[Emma Dante]

Sabato 26 Gennaio
''Stirru - La discesa''
Di e con Alberto Nicolini
Regia : Ambra D'Amico
Allestimento: Sebastiano Romano
Luci: Greta Gandini
Consulenza musicale: Danilo Romancino
Produzione: Lecittàdelmondo
Con il patrocinio del Comune di Caltanissetta
Andrew, un uomo di New York figlio di una donna emigrata, arriva in Sicilia per un'eredità inattesa. Qui scopre particolari inquietanti sulla morte di suo zio Asaro avvenuta tempo prima in una tragedia mineraria. Cerca informazioni ma si perde in una ragnatela di eventi surreali finché viene costretto a scendere nella vecchia zolfara abbandonata.
E' l'inizio di un viaggio nel sottosuolo. Andrew incontra i fantasmi dei protagonisti di quelle vicende che gli svelano il perché della strana eredità, i segreti sulla morte dello zio Asaro e su sua madre. Ma scoprire la verità per Andrew vuol dire mettere in discussione la sua stessa identità.
Le dolorosa vicende personali si specchiano in un desolante quadro di rimozione sociale: una comunità in crisi che per interesse o rassegnazione ha accettato di rimuovere la propria storia.
Le trasformazioni della voce e del corpo, l'uso alternato di italiano, siculo-americano, e siciliano, permettono all'attore di passare da un personaggio all'altro: il becchino, Andrew, lo scheletro di Peppe Granito, donna Lucia, Liborio, Argento... Non sono quadri a se stanti ma gli elementi di un ingranaggio più grande, che è la storia, la fitta trama di relazioni ed eventi che corre verso lo svelamento della verità.
Luci, musiche ed elementi scenografici assecondano i numerosi cambi di atmosfera in cui si passa dal registro quasi comico dell’inizio all’intensità drammatica finale.

Lunedì 11 Febbraio
Un anno con 13 lune

Di Rainer Werner Fassbinder
Un progetto di Michele Di Mauro e Egumteatro
Con: Michele Di Mauro, Gisella Bein, Tatiana Lepore, Simona Nasi, Pasquale Buonarota, Massimo Giovara, Riccardo Lombardo.
Regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti
Produzione: Egumteatro, Fondazione Teatro Piemonte Europa, Festival delle Colline Torinesi
Con il patrocinio della Regione Toscana-Sistema Regionale dello Spettacolo.
“In ogni secolo gli anni con 13 lune sono sei... Il 2007 è il primo anno con 13 lune del nuovo secolo. Sono anni che suscitano profondissime crisi nei tipi emotivi. Il 1978 è stato un anno con tredici lune. Ed è proprio l'anno in cui si svolgono a Francoforte gli ultimi cinque giorni di vita di Elvira/Erwin Weishaupt, un transessuale.”

Mercoledì 27 Febbraio
''I capitoli dell'infanzia - parte prima: Antonuccio si masturba''
Di e con Davide Enia
Produzione: Teatro Eliseo - Santo Rocco & Garrincha
In collaborazione con: Fandango, Palermo Teatro Festival, Asti Teatro.  
I capitoli dell'infanzia sono il primo tassello di un ciclo di storie più ampio che accompagnerà l'intero arco della vita di tre fratelli. I capitoli dell'infanzia  raccontano questo momento della loro età.
“La città che ìddi attraversano e s'insìgnano a conoscere è Palermo. Il più grande dei tre fratelli si chiama Angelino. Ha lo sguardo trafittìvu come una freccia, la curva delle labbra come la curva del fiume ed è bello come un agosto, e come agosto non ha pioggia accussì i suoi occhi non conoscono lacrime, Angelino che partirà per la guerra e che sul campo di battaglia morirà, due volte.
Il mezzano è Antonuccio. Parla in sogno con il pesce squalo, sta scoprendo la sessualità ed è agli occhi di tutti caro e prezioso come un ricordo tanto dolce e segreto che si è disposti a morire pur di difenderlo.
Il piccolo è Asparino, che osserva non soltanto con gli occhi, che da grande vuole abitare in una casa da dove si vede il mare e che desidera ardentemente abbracciare gli alberi, Asparino che diverrà il custode dei segreti della città di Palermo.[...]
E poi, inevitabile, c'è la guerra, che sempre arriva e sempre distrugge.
Dentro (e fuori) tutto questo, vivono i tre fratelli.
Chìsta è la loro storia.”
[Davide Enia]

Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21,00, mentre i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta.

Chi era Rosso di San Secondo
(Caltanissetta 1887 - Lido di Camaiore 1956)
Cresciuto in una nobile famiglia - il padre Francesco era un conte, la madre Emilia Genova una donna che riassumeva in sé l'austerità di tante mamme siciliane -, rimase a Caltanissetta fino al raggiungimento della maturità classica. Roma divenne poi la sua meta, la stessa di Pirandello, a cui per primo Rosso di San Secondo si rivolse quando vi giunse con una lettera d'accompagnamento del padre. Fu Pirandello che, dopo aver presentato con un'ampia introduzione il romanzo "La fuga", propose "Marionette, che passione!" a Virgilio Talli, instancabile direttore di compagnie e regista.
Siamo nel settembre del 1917 e, prima di questo periodo, si segnalano, nella sua vita, diversi viaggi e testi narrativi. Intorno al 1907 si recò in Olanda, successivamente in Germania. Scrisse una novella straordinaria, lodata pure da Bonaventura Tecchi, "La signora Liesbeth" e in quegli anni compose anche "Mare del Nord", "Serenata", "Una cena in presenza di Jean Steen", raccolte sotto il titolo "Elegie a Maryke" e, ancora, "Il poeta Ludwig Hansteken", che troveremo in "Ponentino". Intanto la Compagnia drammatica italiana, diretta da Alfredo Sainati, nel 1908, aveva rappresentato al Teatro Carignano di Torino il primo lavoro di Rosso di San Secondo, andato perduto, "La sirena incantata".

Dopo il 1917, quando apparve il romanzo "La fuga", al quale seguì la rappresentazione di "Marionette, che passione!", il lavoro divenne ancora più febbrile. Risale al 1918 "La morsa". Nel 1919 andarono in scena "Amara" e "La bella addormentata", mentre veniva pubblicato un altro romanzo: "La mia esistenza d'acquario". Altre sue commedie, "L'ospite desiderato" (1921); "Lazzarina tra i coltelli" (1923); "La roccia e i monumenti" (1923); "Una cosa di carne" (1923); "Il delirio dell'oste Bassà" (1924); "La scala" (1925); "Febbre" (1926); "Tra vestiti che ballano" (1926); "Lo spirito della morte" (1931).
Nel 1939 una malattia lo costrinse a lungo a letto, mentre stava componendo "Il ratto di Proserpina", che nel 1940 avrebbe dovuto essere rappresentata da Bragaglia, che ne aveva già preparato l'allestimento. Lo scoppio della guerra ne impedì la rappresentazione. Nel 1942-1943 Rosso di San Secondo compose a Lido di Camaiore "Mercoledì, luna piena" . Un anno prima di morire poté assistere a una nuova edizione scenica dell'opera "La scala" al Festival internazionale della prosa di Venezia, con la regia di Squarzina.
Il teatro di Rosso, affermatosi sotto l'equivoca formula del "grottesco", contiene una carica così rivoluzionaria, una raffigurazione scenica così violenta, da farlo rapportare a quello di drammaturghi come Ibsen, Strindberg e lo stesso Pirandello. E' un teatro dell'attesa e dell'assurdo, che sembra anticipare autori come Ionesco e Beckett. La sua forza drammaturgica non è solo di carattere formale, ma linguistico. Opere come "Marionette, che passione!", "La bella addormentata", "Lo spirito della morte" sono entrate a pieno titolo nel repertorio del teatro italiano, commedie nelle quali i grandi temi esistenziali convivono con le famose "pause disperate".

INFO
Teatro Regina Margherita
Tel. 0934 547499; 0934 547034
Email:
organizzazione@rossofestival.com
Web: www.rossofestival.it

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14 gennaio 2008
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