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Rumeni in schiavitù in tutta la provincia di Enna

22 giugno 2005

Il rinvenimento di dodici rumeni, di cui tre donne, nelle campagne di Aidone e Ramacca, in stato di schiavitù, non è un episodio isolato nel territorio della provincia di Enna, perché in altre circostanze ed in altre operazioni delle forze dell'ordine, è stato accertata la presenza di extracomunitari, senza permesso di soggiorno, costretti a vivere in maniera aberrante, con i documenti sequestrati, minacciati ed in qualche caso bastonati.
''Quanto è accaduto ad Aidone è solamente la punta dell'iceberg - ha dichiarato Sigfrido Fadda, responsabile del servizio immigrati della Cgil -. Il fenomeno è molto più esteso di quanto non si immagini. In provincia, accanto alle circa 1.000 unità regolari, esiste una consistente fetta di immigrati clandestini, sfruttati al massimo. Secondo la stima fatta dal servizio immigrati della Cgil, in provincia di Enna gli stranieri regolari sono circa mille con preponderanza rumeni (22,91%), seguiti dai marocchini (13,21%), tunisini (11,75%) e albanesi (10,90%). Alcuni di essi hanno già acquisito la cittadinanza italiana''.

I lavori che svolgono sono quelli di servizio alla persona, pulizieri, sguatteri nelle pizzerie, nei bar e nelle trattorie, badare ed accudire agli animali in campagna, lavoro agricolo in genere. In pratica svolgono quei lavori che in Italia nessuno vuole più fare. Abitano in case fatiscenti e malsane, pagando prezzi alti, stanziati nei vecchi centri storici dove le case sono spesso abbandonate e malridotte.
''Il fenomeno dell'immigrazione sia essa regolare che clandestina, è uno di quei fenomeni con i quali l'intera Europa deve fare i conti - ha osservato Michele Pagliaro, segretario Generale della Cgil - i sindacati confederali da tempo hanno avanzato una serie di proposte, partendo dalla constatazione che agli immigrati deve essere destinato il rispetto dovuto a qualsiasi persona umana e costituiscono una interessante risorsa per l'intero paese. Nel capoluogo, per esempio, i bambini, nati tra febbraio e marzo scorsi, costituiscono la cifra considerevole di circa il 20% dell'intera natalità. Chiediamo, tra l'altro, la cancellazione della Bossi-Fini perché inutile, dannosa e incentivante il fenomeno della clandestinità; chiediamo la chiusura dei Cpt definiti anche dal mondo cattolico dei veri e propri lager, chiediamo il recepimento della direttiva ONU e di quella europea sui migranti, proponiamo l'estensione dell'elettorato attivo e passivo alle consultazioni amministrative, chiediamo la modifica della legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana, chiediamo una unicità normativa e l'affidamento delle relative competenze ad un’unica autorità, magari agli Enti Locali''.

''Secondo i dati del nostro ufficio vertenze, il fenomeno scoperto dai Carabinieri ad Aidone è comune ad altri numerosi fatti che gli immigrati ci documentano in continuazione - ha concluso Sigfrido Fadda - il 10% dell'intero monte delle vertenze riguarda situazioni analoghe con preponderanza nel settore agricolo e dell'allevamento del bestiame. Si tratta di persone per i quali l'orario di lavoro è una fantasia dato che sono impegnati 24 ore su 24, isolati dal contesto abitativo, senza riposi, senza ferie, abitanti in alloggi precari e di fortuna, con retribuzioni molto lontane dai contratti di lavoro, con rapporti di lavoro a nero siano essi immigrati regolari che clandestini''.
Si scopre poi che, in provincia, ci sono ''numerose turiste rumene'' che entrano con un visto ''turistico'' di 90 giorni, ma che in realtà fanno le badanti in qualche famiglia, che si accontentano di retribuzioni bassissime, rimpiazzate dopo tre mesi da altre rumene ''sorelle'', ''cugine'', amiche.
Intanto, tutti e dodici i rumeni hanno ricevuti il decreto di espulsione, ma cinque rumeni vengono assistiti dall'associazione ''La Tenda'' del presidente Federico Emma.

Fonte: ViviEnna.it

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22 giugno 2005
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