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Le semplici verità di Eva Riccobono e l'inutile bufera critica da queste scatenata

06 settembre 2013

E va bene, ne parliamo pure noi! Abbiamo temporeggiato non credendo fosse il caso di arriminari ntò pignatuni (rimestare nel pentolone, ndt) della polemica scoppiata attorno alle parole di Eva Riccobono sulla mentalità mafiosa dei palermitani, ma le risposte date alla modella siciliana dalla senatrice Simona Vicari e dall’europarlamentare Sonia Alfano, ci sono sembrate così… così sproporzionate e ipocrite che alla fine abbiamo dovuto anche noi impugnare il mestolo e dare una piccola arriminata (una modesta rimestata, ndt).

Allora, la bella, bionda e per niente sciocca Eva Riccobono, intervistata dalla patinatissima rivista Vanity fair, parlando di Palermo - città che le ha dato i natali nel 1983 - ha detto: "Vado una volta al mese a Palermo per ricaricarmi, ma alcune cose dei palermitani non mi piacciono, come la mentalità mafiosa. Detesto quelli che si lamentano sempre e che vogliono la raccomandazione e soprattutto il familismo e i soprusi".
Ebbene, questa frase ha avuto l’effetto di un apriticielo! Sui social network l’opinione pubblica si è scatenata, dividendosi sulle parole della modella: chi le ha dato pienamente ragione condividendo il suo punto di vista, e chi l’ha definita una "qualunquista", invitandola a "non mettere mai più piede a Palermo"... Insomma, cinguettii e post tipici da social, pure buoni per dire "macchisenefrega!"
Stucchevole e forzoso invece (si badi bene, secondo noi stucchevole e forzoso) l’intervento della senatrice siciliana Pdl Simona Vicari che, intervistata da Klaus Davi, ha attaccato la Riccobono dicendo: "Attribuire a tutti i palermitani una mentalità mafiosa mi ha profondamente indignata. Per non parlare di quando la Riccobono li descrive come cittadini alla 'costante ricerca della raccomandazione'. Da una palermitana non me l'aspettavo proprio". "Non so che gente frequenti Riccobono a Palermo. Forse non sa - ha aggiunto la sempre più indignata Vicari - che in Sicilia c'è stata una rivoluzione culturale, la gente si è ribellata, c'è molta antimafia nelle scuole e i ragazzi ne sono molto consapevoli. Mi ricorda la ex première dame che dichiarò di non voler più essere italiana e che l'Italia fa schifo. La moglie di Sarkozy ha questa stessa puzza sotto il naso".

Mah? Leggendo l’intervista non ci è sembrato che Eva Riccobono abbia detto "tutti i palermitani hanno una mentalità mafiosa" e, francamente, indignarsi perché una palermitana dice che i suoi concittadini (ovviamente non tutti ma, pensiamo noi, un gran bel numero) siano alla 'costante ricerca della raccomandazione' be', ci sembra di una tale ipocrisia che… vabbè, lasciamo perdere.
A "difendere" la modella - che a luglio era tra le ospiti del Pride 2013 - il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che intervenendo nella querelle ha detto: "Quello di cui parla Eva Riccobono si chiama cultura all'appartenenza. Non ha sbagliato l'analisi, ma il problema è la terapia".

Altro intervento (sembrato a noi) alquanto sproporzionato e fariseo, quello di Sonia Alfano: "Quanto dichiarato da Eva Riccobono a proposito dei palermitani è gravissimo e ingeneroso, per diverse ragioni. Dire che a Palermo domini la mentalità mafiosa è segno di profonda ignoranza e superficialità. Forse Eva Riccobono, occupandosi di tutt’altro, non sa che in Sicilia centinaia di persone hanno perso la vita per combattere la mafia, per garantire libertà e democrazia. Non sa che i familiari delle vittime girano per le scuole al fine di educare i giovani alla legalità, perché questa terra possa riscattarsi. Palermo è piena di persone oneste, che lavorano, anche se non sono tutti alti e biondi come lei. Magari la supermodella, che peraltro è nata nel capoluogo siciliano, frequenta la gente sbagliata".

Alla Alfano ha replicato su Twitter la stessa Riccobono: "Gentile Sonia Alfano, constato con rammarico che ha inventato la mia risposta, non ho mai detto che a Palermo domina la mentalità mafiosa ma che detesto quella mentalità. Ribadisco che detesto la mentalità mafiosa ogni dove e le consiglio di rileggersi le mie parole che sono ben diverse nel significato e nella grammatica da quelle da lei riportate. Passo e chiudo". Poi, sempre attraverso Twitter, in siciliano ha aggiunto: "Certa genti, ca sapi riri sulu munzignarie, vulissi fari a capiri ca non sugnu ‘nnammurata ra me terra. Invece di infamiare, pi cumminenza, a tutti chiddi ca hanno Palermu rintra u cuori e su felici, sta genti s’avissi a zittiri e travagghiari assai pi fari di Palermo la città più bella che c’è".
E sapete, a questo punto (alla fine della nostra arriminata), cosa ci viene da dire? Brava Eva! Ci sei piaciuta! Però, pure: "Macchisenefrega!"

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06 settembre 2013
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