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Russi, cinesi e nordafricani prendono potere in Italia. La Direzione Nazionale Antimafia sulle mafie straniere

19 febbraio 2007

Gli stranieri in Italia si danno da fare, sia gli onesti che i disonesti. C'è chi ha aperto aziende agricole in Toscana, chi ha investito sugli immobili nella riviera ligure, chi detiene il controllo di parcheggi di minibus destinati al trasporto di merci e persone tra l'Ucraina e l'Italia e alla consumazione di estorsioni nei confronti degli autisti degli automezzi e dei passeggeri.
Come se non ci bastasse la nostre, sacche di criminalità organizzata russa, cinese, bulgara e nordafricana si stanno allargando a macchia d'olio in Italia: dalla Lombardia al Lazio, dalla Toscana al Piemonte, dall'Emilia Romagna alle Marche, e giù verso la Sicilia, è stata accertata la presenza di elementi sospetti, soprattutto ai fini del riciclaggio di ricchezze provenienti da illeciti penali.
La segnalazione è scritta nella relazione annuale della Procura Nazionale Antimafia, che alla geografia delle mafie straniere ha dedicato un intero capitolo.

In Lombardia, ad esempio, è stata accertata la presenza di cittadini russi che si dedicano alla ristrutturazione di immobili di grande pregio e alla gestione di ditte di import-export. E tra le attività delinquenziali tipiche, poste in essere in Italia da gruppi criminali dell'ex Unione Sovietica, va rilevato il traffico di sostanze stupefacenti sintetiche (ecstasy ed eva), di hashish e di eroina derivante dalla coltivazione del papavero da oppio nei territori delle repubbliche dell'Asia centrale e di quelle trans caucasiche. Le donne dell'Est vengono, di solito, avviate alla prostituzione o al lavoro di badanti e colf, mentre gli uomini vengono destinati al lavoro in fabbriche tessili o nel settore agricolo.
I cinesi in Italia, comunità in continua crescita, negli ultimi anni si sono insediate anche nelle regioni insulari e meridionali. I settori commerciali praticati dalle comunità cinesi sono quelli della ristorazione, dell'abbigliamento, dell'import-export di prodotti artigianali ed alimentari nonché quelli alberghiero, turistico e pubblicitario. Ma ciò che maggiormente preoccupa è il fenomeno della immigrazione clandestina. Per poter arrivare in Italia, ciascun clandestino paga una somma variabile dai dieci ai quindicimila euro, molto spesso anticipata da organizzazioni che, in Cina, gestiscono questo tipo di traffico. Le attività delinquenziali tipiche commesse dai gruppi cinesi vanno dal traffico di clandestini alla falsificazione di documenti, dai sequestri di persona a scopo di estorsione a danno di connazionali, estorsioni, rapine, recupero crediti con metodi intimidatori e violenti, organizzazione del gioco d'azzardo.

Alla tratta di esseri umani, in particolare donne e minori, e allo sfruttamento della prostituzione sono dedite le organizzazioni criminali bulgare. Tra le altre attività illecite, segnala la Dna nella relazione, anche i furti con destrezza cui si dedicano anche quotidianamente per l'intera giornata e con straordinaria mobilità sul territorio centinaia di donne, molto spesso minori non imputabili, nomadi di etnia Sinta.
Un fenomeno che desta grande preoccupazione è l'aumento dello sfruttamento della prostituzione da parte della criminalità nord-africana, in particolare nigeriana e maghrebina. Vi sono ormai, rileva la Direzione Nazionale Antimafia, interi paesi e arterie nazionali e provinciali che registrano massicce presenze di donne di colore, prevalentemente nigeriane che, arrivate in Italia con la promessa di un lavoro, non riuscendo a pagare il prezzo per l'ingresso clandestino, sono costretto a prostituirsi dietro minaccia. La maggior parte delle ragazze proviene dal sud della Nigeria. Hanno un'età media tra i 17 ed i 30 anni, diverse sono sposate con figli e spesso sono state abbandonate dai loro mariti.

UCRAINI - Nel periodo preso in esame dalla relazione, è stato registrato un aumento del numero di cittadini ucraini radicatisi nella regione Campania. Le donne vengono, di solito, avviate alla prostituzione o al lavoro di badanti e colf, mentre gli uomini vengono destinati al lavoro in fabbriche tessili o nel settore agricolo. Inoltre, secondo la procura Antimafia, collegamenti della criminalità ucraina con la camorra, sono testimoniati dalla indagine svolta dalla Dda di Napoli, che si è conclusa con l'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 20 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni a danno di connazionali. Le investigazioni su questo fronte hanno documentato l'operatività, nel capoluogo campano e a Caserta, di tre diversi gruppi criminali di etnia ucraina i quali, con la collaborazione anche di cittadini campani, erano dediti al controllo di alcuni parcheggi di minibus adibiti al trasporto di merci tra il nostro paese e l'Ucraina.

CINESI - La comunità cinese in Italia è cresciuta in maniera esponenziale, rileva la procura Antimafia, a seguito dei provvedimenti di sanatoria degli ultimi anni, ma soprattutto con l'apertura della Cina all'occidente. Comunità cinesi, negli ultimi anni, si sono insediate anche nelle regioni insulari e meridionali e le città che registrano una maggiore presenza di cittadini cinesi sono Milano, con 9 mila presenze regolari, Firenze e Prato , con 15 mila presenze. I settori commerciali praticati dalle comunità cinesi in Italia sono quelli della ristorazione, dell'abbigliamento, dell'import-export di prodotti artigianali ed alimentari nonché quelli alberghiero, turistico e pubblicitario. Ma ciò che maggiormente preoccupa è il fenomeno della immigrazione clandestina, prevalentemente dalla provincia dello Zhejiang, le cui rotte di snodano attraverso soste in diverse città europee con arrivi organizzati in Italia. Per poter arrivare in Italia, ciascun clandestino paga una somma variabile dai venti ai trenta milioni di vecchie lire, molto spesso anticipata da organizzazioni che, in Cina, gestiscono questo tipo di traffico. Con la conseguenza che, secondo la Dna, sovente il clandestino rimane indebitato e, quindi, disponibile a commettere atti illeciti per ripianare il proprio debito. Lo stesso avviene per coloro che fungono mano d'opera sottopagata, prevalentemente in aziende clandestine e le investigazioni svolte hanno messo in evidenza che in Italia non opera un'unica organizzazione criminale cinese, ma numerosi gruppi delinquenziali composti, di norma, da persone aggregatesi secondo la provenienza dalla città di origine della Cina popolare. Ogni gruppo è formato da un numero di persone tra le dieci e le cinquanta unità ed i componenti, molto spesso appartenenti alla stessa famiglia, commettono delitti quasi esclusivamente in danno di connazionali. Le attività delinquenziali tipiche commesse dai gruppi cinesi vanno dal traffico di clandestini alla falsificazione di documenti, dai sequestri di persona a scopo di estorsione a danno di connazionali, estorsioni, rapine, recupero crediti con metodi intimidatori e violenti, organizzazione del gioco d'azzardo.

BULGARI E NORDAFRICANI - Alla tratta di esseri umani, in particolare donne e minori, e allo sfruttamento della prostituzione sono dedite le organizzazioni criminali bulgare. Tra le altre attività illecite, segnala la Dna, anche i furti con destrezza cui si dedicano anche quotidianamente per l'intera giornata e con straordinaria mobilità sul territorio centinaia di donne, molto spesso minori. Un fenomeno che desta grande preoccupazione è l'aumento dello sfruttamento della prostituzione da parte della criminalità nord-africana, in particolare nigeriana e maghrebina. Vi sono ormai, rileva la Direzione Nazionale Antimafia, interi paesi e arterie nazionali e provinciali che registrano massicce presenze di donne di colore, prevalentemente nigeriane che, arrivate in Italia con la promessa di un lavoro, non riuscendo a pagare il prezzo per l'ingresso clandestino, sono costrette a prostituirsi dietro minaccia. La maggior parte delle ragazze proviene dal sud della Nigeria, in particolare dalle città di Benin City, Lagos e da qualche cittadina dell'interno. Hanno un'età media tra i 17 ed i 30 anni, diverse sono sposate con figli e spesso sono state abbandonate dai loro mariti. Il fenomeno del crimine organizzato nigeriano risulta in costante aumento nell'intera Italia. Vi sono insediamenti stabili a Roma, Torino, Padova, Brescia, Milano, Palermo e Cagliari. In queste città, sono stati aperti, da cittadini nigeriani, centri di ristorazione, società di import-export, market, disc-club e beauty center.

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19 febbraio 2007
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