Sabato incontro tra i vertici Fiat e il governo
Il leader della Cgil, Susanna Camusso: "Ora Marchionne ci dica la verità perché il paese possa valutare"
"Io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via. Le assicuro che ci vuole una responsabilità molto elevata per fare queste scelte oggi". Lo ha affermato l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, in un'intervista a "La Repubblica".
"La Fiat - ha aggiunto - sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo a questa perdita con i successi all'estero, Stati Uniti e Paesi emergenti. Queste sono le uniche due cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa".
A chi lo accusa di sbagliare strategia, Marchionne ha detto che "sopravvivere alla tempesta con l'aiuto di quella parte dell'azienda che va bene in America del Nord e del Sud, per sostenere l'Italia, mi pare sia un discorso strategico".
Intanto, è in programma per sabato l'incontro Monti-Marchionne e i sindacati scaldano i muscoli. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, valuta positivamente la decisione del presidente del Consiglio, Mario Monti, di convocare direttamente il manager Fiat: "Ora Marchionne ci dica la verità perché il paese possa valutare, il governo ha il dovere di chiedere la verità per capire se attendere o prendere contromisure se intende andarsene". Secondo Camusso, l'ad di Fiat "oltre a separare il sindacato ha detto cose non vere" e mostra "ingratitudine" nei confronti di un paese con il quale "non ha una relazione", come dimostra il fatto che comunichi attraverso interviste ai grandi quotidiani.
Monti intende prima vedere in dettaglio i piani e i progetti dell'azienda. E soltanto dopo decidere se e come intervenire. Lo stesso Marchionne e il presidente della casa torinese John Elkann, vedranno il premier e i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero per discutere del futuro degli investimenti nel nostro Paese della più grande azienda automobilistica italiana. L'auspicio del governo, spiegano fonti di palazzo Chigi, è evidentemente quello che la Fiat continui a investire in Italia. Auspicio che non vale solo per il Lingotto, ma per tutte le aziende che possano aiutare il Paese ad accrescere l'occupazione e a sostenere l'economia. Ma prima di aver 'visto le carte' e di aver acquisito i dettagli, spiegano le stesse fonti, non è possibile stabilire se e come il governo potrà intervenire. Non c'è né ci sarà alcuna pressione sui manager dell'azienda da parte del governo, viene sottolineato. Il dossier sarà gestito dal premier in prima persona, coadiuvato dal ministro del Welfare e da quello dello Sviluppo.
Da parte della Fiat c'è l'assicurazione, concordata al telefono tra Marchionne e Monti e vergata in un comunicato di palazzo Chigi, che l'azienda fornirà le informazioni sulle prospettive strategiche del gruppo in Italia.
Secondo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, la Fiat deve investire in nuovi modelli "ma con i soldi della Fiat e non con i soldi pubblici" e "lo Stato non deve intervenire ma deve creare le condizioni perché investire in Italia sia conveniente". Angeletti ha poi negato che in Italia ci sia un problema di sovrapproduzione: "Produciamo un terzo delle auto che acquistiamo".
La Fiom vede positivamente l'incontro con il governo. "Penso che ci sia bisogno di coinvolgere anche le organizzazioni sindacali e mi auguro che quello non sia un incontro conclusivo ma un incontro che apra una vera discussione, una vera trattativa con la Fiat ed anche con i sindacati. Mi auguro anche che il governo ponga a Marchionne il problema di rispettare la libertà e la costituzione sindacale dentro le sue fabbriche". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, intervenendo al Gr3. Landini giudica positivamente il coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi. "Credo - ha osservato - che questo sia un fatto importante perché siamo di fronte ad una questione nazionale e cioè se si continua ad avere un'industria automobilistica nel nostro paese. Però di incontri con promesse ne sono stati fatti tanti, c'è bisogno di cambiare: sarebbe necessario aprire un vero confronto che coinvolga anche le parti sociali ed occorre ripristinare la democrazia e la libertà negli stabilimenti Fiat".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, AGI, La Stampa.it]