Salvalarte Sicilia a Vendicari (SR)
Per dieci giorni i volontari di Salvalarte impegnati per salvare la chiesetta bizantina della Trigona
Da oggi fino all’8 agosto i volontari di Salvalarte Sicilia, il dipartimento regionale di Legambiente per la tutela del patrimonio artistico italiano, sistemeranno la Chiesetta bizantina della Trigona sita nel cuore della Riserva naturale Oasi faunistica di Vendicari, a Noto (SR).
Sarà questo il primo campo di volontariato di Salvalarte Sicilia, campo che accoglierà 20 volontari, provenienti da tutta Italia – oltre a tanti amici e soci della Legambiente del territorio siracusano -, che s’impegneranno per dieci giorni nella pulizia e nella sistemazione della Chiesetta bizantina della Trigona.
Le prime notizie sulla piccola Basilica si hanno in autori del '500, ma si devono a Paolo Orsi, nel 1896, le prime ricerche archeologiche.
La sua struttura semplice ma estremamente robusta gli ha consentito di sfidare i secoli e superare le intemperie e i catastrofici terremoti. Purtroppo, però, da tempo la Chiesetta subisce un progressivo degrado: cominciano a vedersi pericolose crepe, degli affreschi rimane solo qualche labile traccia, gli arbusti crescono sui muri esterni e il piano di calpestio molto sconnesso, in terra battuta, è ricoperto da detriti.
All’inizio del campo i volontari saranno introdotti da esperti alle tecniche basilari di restauro.
Il campo prevede diversi interventi:
- diserbo e rimozione delle piante invasive
- sgombero dei materiali interni e livellamento del calpestio
- sigillatura delle lesioni della volta
- recupero del portale e dell’arco d’ingresso
- sistemazione dell’area esterna
Il progetto di recupero sarà diretto dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Siracusa, mentre i volontari saranno seguiti negli interventi da effettuare da alcuni tecnici della ditta "Isola, laboratori di restauro".
I volontari saranno ospiti nella struttura della Cittadella, una foresteria dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, ente gestore della riserva di Vendicari.
All'incontro di oggi parteciperanno l’Assessore regionale dei Beni culturali, Fabio Granata, il Presidente della Provincia di Siracusa, Bruno Marziano, il responsabile dei Beni culturali di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna e i responsabili della Soprintendenza di Siracusa, della ditta "Isola" e dell’Azienda Foreste Demaniali.
La basilica della Trigona
La basilica della Trigona, nel cuore di quella che è oggi la Riserva naturale Oasi faunistica di Vendicari, è l'unica che rimane delle quattro chiesette identificate da Paolo Orsi alla fine dell'ottocento nell'area detta della Cittadella.
La sua struttura tozza, semplice ed estremamente robusta, con muri costruiti di grossi massi di spessore medio di 1,10 metri, gli ha consentito di sfidare i secoli e di superare indenne i catastrofici terremoti che nel 1169, 1542 e 1693 sconvolsero il Val di Noto.
"…esternamente la cupola era preservata dalle intemperie mediante un rivestimento d'eccellente cocciopesto, ancora sì ben resistente, che devesi in gran parte ad esso se la chiesa e oggi ancora intatta in tutte le sue parti murarie", cosi scriveva l'Orsi agli inizi del Novecento.
E a testimoniare la vetustà dell'insediamento basti pensare che persino del nome di questo borgo si era per secoli persa la memoria. Illustri storici del cinquecento come Vincenzo Littara, in "Netinae Urbis Topographia", e Tommaso Fazzello, avevano cercato di identificare l'anonimo villaggio con Maccara, Ina, Erbesso delle fonti antiche. Negli anni venti del secolo scorso, all'archeologo canicattinese Giuseppe Agnello si deve l'interpretazione più moderna dei ruderi.
Non è assolutamente chiaro, comunque, quando la chiesa della Trigona fu edificata e per l'esigenza di quale comunità. Restringere la datazione al periodo del controllo bizantino delta Sicilia, solo perchè la costruzione richiama lo stile orientate, non basta.
Soltanto da pochi anni e stato ipotizzato (L. Arcifa, 1998) che si tratti di Respensa un casale documentato nella "Marittima terra Nothi", cioè la porzione più pianeggiante e fertile dell'immenso territorio della Noto alto-medievale.
Del casale adagiato sul promontorio, che separa Pantano Roveto da Pantano Sichilli, rimangono, nelle immediate vicinanze della Trigona, solo qualche necropoli composta da catacombe, da tombe terrane e - una rarità - da una tomba con edicola in muratura.
Alla fine dell'ottocento, al primitivo corpo cubico con tre absidi a copertura a calotta emisferica, furono addossati dei corpi di fabbriche di servizio di una masseria, che contribuirono al degrado con l'abbattimento di un abside, che alla fine del settecento doveva essere intatto, quando Jean Houel lo rappresentò in uno dei suoi oltre 500 acquerelli, realizzati per conto dell'imperatrice Caterina II di Russia e di Luigi XVI.
Ancora nelle fotografie ottocentesche di Freshfield appare in buono stato. All'interno, i conci massicci cominciano a presentare pericolose crepe fino alla calotta, mentre nelle absidi è rimasta solo qualche labilissima traccia di malta da affreschi, che erano quasi leggibili negli anni '60, quando la chiesetta era utilizzata come riparo per le pecore.
Oggi, di certo, l'antica e caparbia costruzione non merita ancora altri anni d'abbandono. Ha, davvero, bisogno di qualche cura per continuare ad incuriosire chi, spulciando le foto dei fenicotteri che visitano il pantano, scorge una strana sagoma sul promontorio.