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Salvi i punti nascite di Cefalù e Lipari

Sospesa la chiusura del punto nascita dell'ospedale San Raffaele Giglio e dell'ospedale di Lipari

05 aprile 2012

Il Tribunale amministrativo regionale ha salvato, almeno per ora, due dei 23 punti nascita della Sicilia per i quali un decreto dell'assessore regionale alla salute Massimo Russo ha disposto la chiusura. Cefalù e Lipari non chiuderanno.
I giudici amministrativi hanno stabilito che le motivazione dei tagli sono in un caso inconsistenti e nell'altro in contrasto con le stesse indicazioni del ministero della Salute.
Le chiusure erano state decise per le strutture nelle quali non si registrano 500 parti all'anno, il tetto minimo fissato dalle tabelle ministeriali. La Regione aveva quindi elaborato un piano che prevedeva la rimodulazione della rete sanitaria e l'accorpamento di alcuni punti nascite. Quello di Cefalù, per esempio, sarebbe stato rilevato dalla struttura ospedaliera di Termini Imerese.

Il piano di Russo, poi congelato fino a settembre 2012, aveva suscitato reazioni nei comuni interessati con manifestazioni, cortei e sottoscrizioni popolari. Anche i comuni avevano annunciato l'impugnazione del decreto. Ora il Tar ha sospeso, in attesa di pronunciarsi nel merito nel giugno 2013, l'attuazione del provvedimento per due dei punti da tagliare.
Nel caso di Cefalù i giudici ribadiscono che l'ospedale San Raffaele Giglio, gestito da una fondazione, mantiene un carattere pubblico e offre la qualità dei servizi di una struttura di terzo livello con una presenza di specialisti e personale sanitario 24 ore su 24 ore. Lo standard di assistenza sarebbe perfino superiore a quello offerto dall'ospedale di Termini Imerese al quale il punto nascite doveva essere accorpato. Il Tar ha quindi ordinato all'assessore di rimodulare il piano.
La parte del decreto che riguarda l'ospedale di Lipari non corrisponderebbe, secondo i giudici, ai criteri indicati nel piano regionale e sarebbe "in contrasto con le indicazioni del ministero della Salute". Anche in questo caso i giudici hanno disposto una correzione e hanno ordinato all'Asp 5 di Messina di "rendere funzionale e operativo" il punto nascite delle Eolie.

"Prendo atto delle decisioni del Tar, riservandomi la facoltà di presentare ricorso al Cga dopo aver conosciuto le motivazioni dei provvedimenti con i quali, peraltro, sarebbero stati respinti i ricorsi riguardanti il punto nascita dell'ospedale San Giacomo d'Altopasso di Licata (Ag) e quello della casa di cura Sant'Anna di Erice (Tp)". Questa la reazione dell'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, dopo avere appreso della decisione del Tar.
"Di fatto - aggiunge Russo - il Tribunale amministrativo, con questa decisione, rischia d'incidere sul potere di programmazione della Regione, peraltro esercitato in conformità con un quadro normativo che prevede addirittura la soppressione di punti nascita con meno di mille parti all'anno. La correttezza del nostro provvedimento era stata recentemente ribadita dal ministro della Salute, Balduzzi, che, in una lettera, aveva sottolineato il rispetto delle indicazioni programmatiche contenute nell'accordo Stato-Regioni del 17 dicembre 2010".

"L'accordo - ha scritto il ministro della salute - sottolinea la necessità di addivenire a una riduzione progressiva dei punti nascita, con numero di parti inferiore a mille all'anno, consentendo la permanenza di punti nascita con numerosità inferiore, e comunque non al di sotto dei 500 parti all'anno, solo sulla scorta di motivate e specifiche valutazioni così da evitare di creare situazioni di ingiustificato privilegio per questa o quell'area geografica del Paese". "Occorre - ha concluso la lettera - contemperare le aspettative delle comunità locali che vorrebbero poter contare su punti nascita localizzati il più vicino possibile all'abituale luogo di residenza delle gestanti con le primarie esigenze di sicurezza delle cure e qualità dell'evento parto e del percorso nascita, anche in funzione dell'offerta alle gestanti stesse della partoanalgesia, che in Italia è fruibile ancora in numero insufficiente di strutture. Va ricordato che il numero medio di parti annui del San Raffaele Giglio di Cefalù, nel quinquennio 2006/10 preso in esame dal provvedimento, è di 430 parti (457 nel 2011) e che nell'arco dei cinque anni la soglia dei 500 parti non è mai stata superata". "Per quanto riguarda l'isola di Lipari - conclude Massimo Russo - il punto nascita era già stato disattivato con il decreto 1374 del 2010, sulla rimodulazione della rete ospedaliera della provincia di Messina, validato dai tavoli ministeriali, e ha fatto registrare una media di 64 parti annui nel quinquennio (31 nel 2011). Pur tuttavia, proprio per la specificità della situazione, la Regione siciliana ha promosso, d'intesa con il ministero della Salute, un progetto pilota per le isole minori che come confermato al ministero sarà esitato in tempi brevi".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

 

 

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05 aprile 2012
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