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Sanità Sicilia: tra eccellenza e vergogna

Se in Sicilia si possono fare 9 trapianti in una notte, un centro eccellenza può anche respingere un neonato in pericolo di vita

03 dicembre 2008

In Sicilia si va dall'eccellenza alla più vergognosa malasanità. Di seguito vogliamo riportare due fatti che ritraggono perfettamente quello che potremmo chiamare "elemento cardine", o se vogliamo la "chiave di volta" che regge in piedi l'Isola: la cotraddittorietà. 

Nove trapianti in una notte - [PALERMO] E' stata una vera e propria notte all'insegna dei trapianti, quella che è andata in scena a fine novembre in Sicilia. Sono stati nove gli interventi di trapianto eseguiti fra Palermo e Catania. Nove interventi che hanno ridato una speranza a pazienti le cui condizioni di salute erano molto gravi. In cinque dei nove casi, le loro condizioni erano considerate ormai drammatiche. Si trattava, infatti, di pazienti che avevano ormai pochi giorni di vita.
A ridargli una nuova speranza, la generosità di due famiglie siciliane che con il loro gesto hanno permesso la donazione degli organi ma anche l'alto senso di responsabilità degli operatori sanitari siciliani e la perfetta organizzazione del sistema prelievi e trapianti della Sicilia.

Sono stati due i prelievi che si sono resi disponibili nel giro di poche ore: la prima allerta è scattata al Policlinico di Messina, la seconda presso la rianimazione dell'Ospedale Garibaldi a Catania. Due prelievi che hanno messo in moto la macchina trapianti siciliana e dato il via ad una lunga notte di lavoro per gli operatori sanitari dell'Isola. Una vera e propria maratona che ha visto impegnati il 118, gli infermieri, il personale delle due rianimazioni coinvolte, i centri Trapianto della Sicilia e l'Aeronautica Militare.
Le operazioni di prelievo e di trapianto sono state coordinate dal personale del Centro Regionale Trapianti. Altissimo senso di professionalità è stato dimostrato soprattutto dai medici e da tutto il personale delle rianimazioni dei due Ospedali della Sicilia orientale; soltanto grazie al loro impegno ed alla loro abilità è stato possibile effettuare i due prelievi e dare nuova speranza ai nove pazienti in lista d'attesa. Nel giro di poche ore, durante la notte del 25 novembre, si sono svolte in rapida successione sia le operazioni di prelievo a Messina e a Catania, sia gli interventi di trapianto.
In dettaglio sono stati eseguiti: 4 trapianti all'Ismett di Palermo (due di fegato, uno di cuore ed uno di polmone), un trapianto di cuore all'ospedale Ferrarotto di Catania, due di rene all'ospedale Civico di Palermo ed altri due sempre di rene al Policlinico di Catania.
Tutti siciliani i pazienti sottoposti a trapianto tranne una, una donna pugliese iscritta nelle liste d'attesa dell'Ismett che è stata trapiantata di polmoni. Le condizioni della donna - affetta da una insufficienza respiratoria terminale - erano considerate disperate, solo un trapianto avrebbe potuto salvarle la vita. Disperate anche le condizioni dei due pazienti sottoposti a trapianto di fegato, in lista d'attesa ormai da diverso tempo, e dei due pazienti - uno al Ferrarotto di Catania e l'altro ricoverato all'Ismett di Palermo - sottoposti a trapianto di cuore. Il paziente trapiantato a Palermo, ormai da settimane era ricoverato presso l'Ismett e sottoposto ad assistenza cardiaca meccanica.

Il centro di eccellenza respinge un neonato - [MESSINA] Manca il catetere 'a pompa' per effettuare la procedura di Rashkind, un delicato intervento al cuore, e i cardiochirurghi dell'Ospedale San Vincenzo di Taormina (ME), hanno rifiutato il ricovero d'urgenza di un neonato di due giorni, affetto da 'trasposizione dei grossi vasi', una cardiopatia congenita incompatibile con la vita. Il piccolo, originario della Calabria, è stato così rimandato indietro dalla Sicilia e trasferito d'urgenza in un centro di cardiochirurgia a Bologna.
I fatti risalgono a circa un mese fa ma sono stati resi noti solo a fine novembre da Carmelo Mignosa, capo dipartimento della cardiologia medico-chirurgica pediatrica del San Vincenzo, che ha inviato una lettera ai dirigenti dell'Asl di Messina, all'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo e al direttore dell'unità operativa di neonatologia degli Ospedali riuniti di Reggio Calabria, per "denunciare - ha detto Mignosa - questo scandalo". "L'ospedale di Taormina - ha continuato capo dipartimento della cardiologia medico-chirurgica pediatrica - è un centro di eccellenza della cardiochirurgia, l'unico in grado di ricoverare e trattare ogni tipo di urgenza-emergenza neonatale e pediatrica. Il nostro dipartimento 'copre' tutta la Sicilia orientale e la Calabria. Per questo non è ammissibile rifiutare un ricovero d'urgenza di un neonato, con il rischio di vita, perchè manca un catetere: un vero salvavita necessario per il trattamento clinico del paziente".

Per Mignosa "l'assurdità è stata che c'era la disponibilità di posti letto ma non abbiamo potuto fare altro che rimandarlo indietro. Non si poteva, infatti, aspettare che arrivasse la nuova fornitura di cateteri, richiesta da circa un mese, perchè il piccolo stava diventando cianotico. Per questo è stato trasferito immediatamente a Bologna, il più vicino centro disponibile". La trasposizione dei grossi vasi è una patologia che interessa l'aorta e l'arteria polmonare che sono invertiti non permettendo una buona ossigenazione del sangue. "Con il catetere si crea un 'canale' tra le due arterie in modo da fare circolare correttamente il sangue. Questo deve essere fatto al massimo entro 48 ore dalla nascita del bambino".
Per Mignosa "la causa del mancato approvigionamento dei cateteri è la lentezza burocratica con cui si effettuano i rifornimenti: l'ospedale inoltra la richiesta all'Asl e da lì in 'tempi brevi' dovrebbe arrivare il materiale. Il problema è che le richieste del nostro centro dovrebbero seguire un iter più veloce, una corsia preferenziale: ma questo non accade con le conseguenze sotto gli occhi di tutti"

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it]

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03 dicembre 2008
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